? ( presumibilmente Origine di Arda) – ?

 

Gwaihir, come narrato nel Signore degli Anelli, era la più grande e la più veloce delle Aquile di Manwë a solcare i cieli della Terra di Mezzo durante la Terza Era.

Gwaihir è ricordato tra i discendenti di Thorondor già durante la Prima Era, e si racconta che partecipò, insieme al suo Signore e al suo fratello Landroval, al salvataggio di Beren e Lúthien da Angband, dopo che questi ebbero sottratto uno dei Silmaril dalla corona ferrea di Morgoth.

Poche sono invece le notizie riguardanti la vita di Gwaihir durante la Seconda Era: si presuppone che abbia vissuto sulle vette dell’Hithaeglir, osservando dall’alto le guerre di Elfi e Numenoreani contro Sauron.

Gwaihir è citato nelle grandi storie dei Tempi Antichi durante la Terza Era. Vi è dibattito se fosse lui la Grande Aquila che salvò Thorin e i suoi compagni durante la Cerca di Erebor, dal momento che né Bilbo né i commentatori successivi lo nominano, né Frodo fece alcun riferimento, nel Libro Rosso, riguardo al fatto che la stessa aquila avesse salvato sia lui che suo zio.

 

La fuga da Orthanc, di Stephen Hickman

La successiva apparizione di Gwaihir lo vede incaricato da Radagast di portare notizie a Gandalf in Orthanc, dopo che, insieme ai propri fratelli e vassalli, aveva dall’alto osservato i movimenti dei Cavalieri Neri nel Calenardhon e nell’Eriador, sulla loro strada per la Contea. Ma ivi giunto, trovò Gandalf imprigionato da Saruman, e lo aiutò a fuggire dalla Torre dello Stregone, portandolo a Edoras. Fu qui che Mithrandir conobbe e si legó a Ombromanto, che lo accompagnerà per tutta la Guerra dell’Anello.

Alcuni mesi dopo, Galadriel inviò Gwaihir a un secondo salvataggio di Gandalf, che giaceva in deliquio sulla vetta del Celebdil dopo aver sconfitto il Flagello di Durin. L’Aquila lo trovò e lo portò a Lórien, dove fu vestito di bianco e dove potè riprendere la propria missione.

L’ultima citazione di Gwaihir è durante la battaglia del Morannon, quando insieme ai propri vassalli discese dal cielo per attaccare le cavalcature dei Nazgûl, e dare qualche speranza in più all’Esercito dell’Ovest che combatteva con un nemico due volte più numeroso. Al crollo della Torre Nera, Gandalf gli chiese per la terza volta di poterlo cavalcare, e insieme a Landroval e a Meneldor, il più veloce del suo stormo, arrivarono alla rovina del Monte Fato appena in tempo per salvare Frodo e Samvise e condurli al Campo di Cormallen, dove saranno celebrati per l’impresa compiuta.

Nulla di sa della sua vita successiva alla Guerra dell’Anello. E se sia tornato ai suoi nidi sulle Montagne Nebbiose, o abbia raggiunto i suoi progenitori di là dal mare, nemmeno i saggi possono dirlo.

 

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