Mordor, XXX secolo della Terza Era – Fangorn, 3.019 T.E.
Tra i pochi Orchi il cui nome è riportato dalle antiche saghe, Grishnákh è un tipico esempio degli Orchi di Mordor, il cui fisico e la cui indole sono diretta conseguenza di una vita spesa tra le nebbie e i fuochi tra Gorgoroth e il Morgai.
Era infatti Grishnákh un orco di bassa statura, con l’andamento leggermente claudicante e le braccia lunghe, tali da toccare quasi il terreno, mentre camminava con il capo proteso in avanti per la gobba incipiente sulla sua schiena. Era dunque una tipologia di Orco molto diversa rispetto agli Uruk-Hai con cui si trovò a condividere la detenzione di Merry e Pipino, dopo l’assalto alla Compagnia avvenuto sulle sponde di Nan Hithoel e la decisione, presa con poco entusiasmo, di unirsi agli Orchi di Saruman per sorvegliare le loro azioni.
In particolare, Grishnákh minacciò Uglùk, il capitano degli Uruk di Isengard, di riferire ogni sua condotta a “Lugbùrz”, il termine con cui gli Orchi di Mordor si riferivano alla Torre Nera e per estensione al loro Signore Sauron.
Ma la fedeltà di Uglùk a Saruman era totale. Tanto che, quando fu chiaro che i suoi non avrebbero acconsentito a portare gli Hobbit a Mordor, prese la decisione di separarsi da loro per tornare a Est a riferire quanto avvenuto e a ricevere nuovi ordini. Nonostante il suo aspetto e la sua statura non imponente, Grishnákh era infatti un comandante rispettato e temuto tra gli Orchi: un rango certamente guadagnato compiendo atti che, agli occhi dei Figli di Ilùvatar, sarebbero sembrati empi e disonorevoli.
Vi è chi anche sospetta che Grishnákh fosse presente durante l’interrogatorio di Gollum a Barad-dûr, perché egli avrebbe avuto informazioni sull’Anello e sul fatto che esso fosse posseduto da un Mezzuomo, e che questo fosse il reale motivo per cui la sua compagnia si era unita agli Uruk. Che però li superavano in numero e in capacità di combattimento, e non dubitiamo che Grishnákh pensasse di poter mettere le mani sull’Anello con l’astuzia e l’inganno piuttosto che con la forza. La sua indole, infatti, era maggiormente portata al sotterfugio che all’intervento in prima persona.
A questo proposito, Pipino ricordò di aver udito più volte la voce di Grishnákh, e di aver pensato che fosse più leggera rispetto a quella di altri orchi, ma per così dire più melliflua e crudele, segno dell’intelligenza malvagia del suo possessore.
Come detto, il 28 febbraio del 3019 Grishnákh e la sua compagnia si separarono dagli Uruk per dirigersi a Est, una volta compreso che gli Orchi di Isengard non avrebbero ceduto loro gli Hobbit. Ma non fecero che poche miglia, quando vennero avvistati da un drappello di Cavalieri di Rohan guidati da Éomer, nipote di Re Théoden. Consapevoli di non avere chance contro di loro, fecero marcia indietro e tornarono a unirsi alle truppe di Uglùk, che nel frattempo si era accampata ai margini della Foresta di Fangorn.
Consapevole del pericolo imminente, Grishnákh decise di agire: durante la notte cercò di perquisire i due Hobbit nel tentativo di recuperare l’Anello prima dell’arrivo dei cavalieri. Comprendendo le sue intenzioni, Pipino decise di ingannarlo, emettendo un suono simile a “Gollum”, e rafforzando così i sospetti da parte dell’Orco, che infatti tentò di rapirli e di portarli con sé. Ma prima che potesse allontanarsi dall’accampamento, gli Uomini di Rohan furono su di loro.
E mentre gli Hobbit scappavano nella Foresta di Fangorn, egli fu accerchiato dalla carica dei Cavalieri, e trafitto più volte da una lancia. Fu per questa ragione, e per la morte di tutti i membri della sua compagnia, che Sauron non ebbe notizie dei Tre Cavalieri, di Aragorn figlio di Arathorn e dei Mezzuomini fino a molto tempo dopo. Quando, conclusa la battaglia del Fosso di Helm e sconfitta la minaccia di Saruman con l’aiuto degli Ent, Pipino guardò nel Palantìr di Isengard, convincendo l’Oscuro Signore che lo Stregone avesse in effetti un Hobbit in cattività e che avesse trovato anche l’Anello del Potere.
Ma così non era. E mentre Sauron coltivava questi pensieri, l’Anello aveva già varcato l’Emyn Muil e le Paludi Morte, avvicinandosi al suo regno proprio mentre lui lo credeva altrove.