Gríma, figlio di Galmod, detto Vermilinguo
Rohan, circa 2980 T.E. – Hobbiville, 9 novembre 3019 T.E.
Traditore, maestro di sotterfugi, avvelenatore, eppure Uomo dalla grande capacità oratoria e dal non comune ingegno, Gríma è un personaggio di cui il popolo di Rohan non può andare fiero. Sia tra il popolo dei Rohirrim, di cui Gríma era rappresentante, sia tra i regnanti della Casa di Eorl (un cui membro, Théoden, cadde in disgrazia sotto l’effetto dei sortilegi di Saruman propalati proprio da Gríma), la consapevolezza della doppiezza e dell’infedeltà di quest’uomo rappresenta infatti monito e fonte di vergogna.
Gríma figlio di Galmod nacque negli ultimi decenni del 30simo secolo della Terza Era. Poco si conosce della sua infanzia e adolescenza se non il nome del padre. In questi anni deve però aver svolto diversi incarichi per il Regno di Rohan, tali da assicurargli una discreta carriera e che lo condussero, al tempo della Guerra dell’Anello, a ricoprire il ruolo di consigliere di re Théoden in persona.
Non si conosce se già durante la sua scalata al potere di Edoras Gríma fosse affiliato a Saruman, lo stregone che, dopo aver preso possesso di Orthanc più di 250 anni prima, era via via caduto vittima della brama dell’anello, fino a strisciare ai piedi di Sauron al volgere del Terzo Millennio della Terza Era. Ciò è tuttavia probabile, e forse proprio i sortilegi di Saruman stanno alla base della carriera di Gríma.
Una volta divenuto consigliere di Théoden, ben presto Gríma si avvide che solo dividendo il Re da suo figlio Théodred e da suo nipote Éomer, avrebbe potuto acquisire il pieno controllo della mente del sovrano e il potere assoluto su Rohan. E così, nel corso degli anni, diffuse storie e falsità volte a far apparire Théodred come un erede vanesio e poco avvezzo al comando ed Éomer al contrario come un feroce guerrafondaio che avrebbe trascinato Rohan alla rovina. Fu sulla base di queste accuse che, nel pieno della Guerra, convinse il Re a imprigionare il figlio di sua sorella. È in questo periodo che, tra coloro che nascostamente si opponevano a lui, iniziò a essere chiamato Vermilinguo.
Per diversi anni, tuttavia, le macchinazioni di Gríma si svilupparono nell’ombra, mentre la mente di Théoden veniva via via avvinta dagli incantesimi di Saruman.
Nel frattempo, i fili separati delle grandi storie del mondo stavano trovando un nuovo punto d’intreccio. Nel 3018 TE Gandalf il Grigio scoprì che l’anello in possesso di Bilbo Baggins era in realtà l’Unico, e negli stessi giorni Gollum fuggì dalle prigioni di Re Thranduil per essere catturato poco dopo dagli Orchi, rifugiandosi a Moria.
Giunto a Isengard per discuterne con Saruman il 10 luglio del 3018, Gandalf ne fu qui imprigionato per più di mesi, fino a che Gwaihir non lo liberò conducendolo ad Edoras. Qui vi fu il primo incontro tra Gríma e lo Stregone Grigio, che fu scacciato dal Re con le parole “prendi un cavallo qualsiasi e liberaci dalla tua presenza”. Gandalf scelse Ombromanto e ripartì alla volta della Contea.

Nel frattempo, Gríma partì da Edoras per informare Saruman del passaggio di Gandalf. Fu in quell’occasione, il giorno 21 settembre 3018, che fece l’incontro che più lo terrorizzò in tutta la sua vita: i nove Nazgûl stavano infatti attraversando Rohan nella propria incessante ricerca dell’Anello, e lo interrogarono riguardo alle intenzioni di Saruman. E qui Gríma mostrò nuovamente la propria doppiezza, perché rivelò agli Schiavi dell’Anello il luogo in cui si trovava la Contea (di cui Gollum aveva parlato ai servi di Sauron) e anche il fatto che Saruman stesse nascondendo alcune informazioni a Mordor. Riconoscendo l’opportunismo di Gríma (che non si fece problemi a tradire il suo Signore per aver salva la vita), il Re Stregone di Angmar gli risparmiò la vita, vedendo nella sua infedeltà un’arma in più contro i nemici di Mordor.
Passarono circa 7 mesi prima che, il 2 marzo del 3019 della Terza Era, Gandalf si ripresentò a Edoras, questa volta in compagnia di un Uomo, di un Elfo e di un Nano. Altrove è narrato come Mithrandir guarì re Théoden dal sortilegio in cui era stato precipitato, svegliando la sua mente e dando il via alla sequenza di eventi che portò alla caduta di Orthanc. Quel giorno, dopo che il Re lo cacciò dal proprio fianco, a Gríma fu concessa una scelta: dimostrare la propria fedeltà a Rohan combattendo in prima linea contro gli Orchi, o essere esiliato. Naturalmente fu quest’ultima la sua scelta, e Gríma si rifugiò da Saruman, dove i comandanti di Rohan lo trovarono pochi giorni dopo, a seguito della vittoriosa battaglia del Trombatorrione.
A sua insaputa, Gríma giocò un ruolo centrale negli eventi che seguirono. Al termine della discussione tra Gandalf, Théoden e Saruman tra le rovine di Isengard, gettò ciò che a lui appariva come una pesante roccia nera da una delle finestre di Orthanc, nel tentativo di colpire chi stava al di sotto (ma nemmeno i saggi sanno dire se si trattasse di Saruman o dei capitani di Rohan).
La convivenza con Saruman nei mesi successivi, mentre Isengard rimaneva sotto il controllo degli Ent e di Barbalbero, segnò profondamente Gríma. Malnutrito e costantemente maltrattato dallo Stregone, era ormai uno straccio d’uomo quando a lui e a Saruman fu concessa la libertà, a tardo Agosto: quando ormai, molte miglia più a Est, il fato di Sauron e dell’Anello si era già consumato, come narrano le saghe.
Qualche tempo dopo, sulla via che dal Dunland porta a Tharbad e al Verdecammino, la Compagnia composta dagli Hobbit, Gandalf, Elrond, Galadriel e Celeborn diretti a nord, li incontrò a bordo della strada. E anche in quell’occasione a Gríma fu offerta la scelta di abbandonare il proprio Padrone e di scegliere la libertà. Ma senza dire nulla – e forse senza nemmeno curarsi delle canzonature di Saruman – Gríma continuò a seguire il proprio padrone fino alla Contea, dove lo stregone rinnegato stava preparando la propria vendetta contro gli Hobbit con il nome di Sharkey.
E qui Gríma si macchiò di un altro delitto, se pur non il peggiore della sua vita, uccidendo Lotho Sackville-Baggins, il “Capo”-fantoccio che Saruman aveva installato nella Contea, quando questi aveva iniziato a comprendere i loro reali intenti.
Il ritorno di Frodo e degli Hobbit nella Contea portò, come è altrove descritto, alla caduta del regime di Saruman. Fu proprio Frodo Baggins a offrire a Gríma un’ultima possibilità di salvezza, quando si oppose agli Hobbit che volevano giustiziare lui e Saruman davanti a Casa Baggins, dicendogli che non aveva colpa. E qui Saruman lo derise un’ultima volta, accusandolo dell’omicidio di Lotho. E giunto all’ultima offesa di una lunga serie, qualcosa scattò nella mente di Gríma: estratto un coltello nascosto sotto le povere vesti, saltò al collo di Saruman tagliandogli la gola, mentre un nero spirito esalava dal corpo. Non fece in tempo a fuggire: quattro frecce hobbit lo trapassarono prima che potesse muovere un passo. Era il 3 novembre 3019 della Terza Era.
Così morì Gríma Vermilinguo, come dicono alcuni “l’ultimo caduto della Guerra dell’Anello”, e la dimostrazione della fine a cui il Male conduce sempre gli Uomini che hanno la follia di servirlo.