LINGUE ELFICHE/48 - Grammatica Quenya ~ Sistema verbale del Quenya (parte 1: classi verbali)

Dopo aver trattato sommariamente la flessione dei sostantivi del Quenya (e aver fornito qualche cenno sulle regole fonologiche e morfologiche che intervengono nella loro formazione), diamo adesso qualche riferimento sul sistema verbale.

Trattandosi di uno degli argomenti più articolati dell’intera struttura grammaticale Quenya non pretendo di sviscerarlo come meriterebbe. A tal proposito, rimando al solito alle ottime risorse in bibliografia.

Mi limiterò a dare alcuni accenni sui concetti base, cercando di fare ordine tramite una sorta di indice degli argomenti. In questa prima parte parliamo delle…

Un altro albero in un’illustrazione di Tolkien

CLASSI VERBALI

In Quenya esistono diverse classi di verbi:

  • di base o “forti”, ovvero verbi composti da una radice verbale primitiva.

    Es. mat- “mangiare” < √MAT con medesimo significato;

    tul- “venire” < √TUL “venire, avvicinarsi, muoversi verso (dove si trova il parlante)”.

  • derivati [“deboli” e “semi-forti”], ovvero verbi il cui tema è derivato dall’aggiunta di un suffisso verbale a una radice base (che può essere un verbo di base della stessa “famiglia”, ma anche una parola di tipo diverso, come un aggettivo o un sostantivo).

    Esistono diversi suffissi con varie funzioni:

    • causativi, come -tā e -yā. Di solito esprimono un verbo causativo o fattitivo correlato al significato della radice base cui si attaccano. Es. tulta- “convocare, andare a prendere, invocare”, lett. “far venire” < √TUL.

    • formativi, come -y(ă) e -t(ă). Si formano da radici che per qualche ragione non possono esprimere esse stesse un verbo. Es. orya “sorgere” < √OR “(verso) su”.

    • derivativi, come -tā̆, yā̆, -na. Si formano da sostantivi o aggettivi. Es. ninquita- “imbiancare” < ninque “bianco”. Possono derivare anche per formazione diretta (senza suffisso), se la parola è adatta dal punto di vista morfologico (es. tengwa- “leggere materiale scritto” < tengwa “lettera”).

    La distinzione tra “deboli” e “semi-forti” riguarda specialmente la formazione del tempo passato: i verbi deboli hanno appunto una “coniugazione debole”, ovvero la desinenza del passato (-ne) si lega direttamente alla -a del suffisso verbale, es. tultane; mentre nei verbi semi-forti, per la maggior parte formativi, il passato è spesso formato inserendo la nasale n prima del suffisso, dando luogo a risultati come talta > talante; sirya > sirinye; orta > oronte. Inoltre esistono verbi semi-deboli, come orta appunto, che contemplano entrambi i tipi di passato, usati alternativamente a seconda dell’uso transitivo o intransitivo del verbo: ortane “sollevare” (transitivo) vs. oronte “sorgere” (intransitivo).

  • verbi in -a. Si tratta di verbi dalla radice bi-consonantica (es. √TAN, √GAL, √SPAR), cui viene giustapposto il suffisso ā. Sono perlopiù verbi che esprimono azioni “continue”, come per esempio ala- “crescere”, fara- “cacciare”, hora- “aspettare”, ragion per cui nell’Eldarin Comune non si distinguono forme diverse per il presente e per l’aoristo (che come vedremo è il tempo verbale che esprime un’azione che si svolge in un tempo indefinito. Es. le stelle brillano = le stelle brillavano anche ieri e lo faranno anche domani, non brillano semplicemente in questo preciso momento). Nel Quenya invece il presente di questi verbi (oltre ad allungare la vocale della radice, come vedremo quando affronteremo la formazione dei tempi verbali) assume la desinenza -ea, per distinguerlo dall’aoristo in ā.

  • verbi in -u. Anche questi verbi hanno radice bi-consonantica (es. √KEL, √LIR, √SED), cui viene giustapposto il suffisso -u. Hanno spesso, rispetto al corrispondente verbo base, una connotazione “incettiva”, ovvero descrivono l’inizio di un’azione o di uno stato. Es. seru- “decidere per, sdraiarsi” vs. ser- “riposare”.

Esistono altri verbi che, per ragioni morfologiche e di coniugazione, non possono essere classificati in nessuno dei gruppi fin qui descritti:

  • i verbi con radice-TALAT (risalenti appunto alla radice primordiale √TALAT, come talta- “cadere”);

  • i verbi incettivi (come “iniziare”, “crescere”, “diventare”; alcuni di questi, come abbiamo visto, appartengono alla categoria dei verbi in -u);

  • i verbi irregolari, come ná- “essere”, ea- “esistere”, lá- e ui- “non essere”, che affronteremo più nel dettaglio quando parleremo della copula (verbo essere).

Nei prossimi appuntamenti analizzeremo alcune delle forme centrali del sistema verbale, ovvero quelle coinvolte nella coniugazione: persona e numero, tempi e modi.

Bibliografia:

  • Parma Eldalamberon XXII, Quenya Verb Structure (2015) ed. by Gilson – Smith.

  • Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Volume II: L’arte della parola nelle opere di Tolkien (2018) di Gianluca Comastri (Il Quenya, 3.6 Morfologia: i verbi).

  • Lingue Elfiche – Quenya (2002) di Edouard J. Kloczko (Grammatica descrittiva del Quenya, III. Morfo-sintassi del Quenya: il verbo e la coniugazione).

Sitografia:

-Rúmil

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