Glingal e Belthil, gli Alberi di Gondolin

Gondolin, c.a. 116 P.E. – Gondolin, 510 P.E.

 

Sommi tra gli oggetti di straordinaria fattura e bellezza presenti a Gondolin nel momento del suo splendore erano Glingal e Belthil, i luminosi alberi che evocavano, con la loro luce dorata e argentea, la memoria degli Alberi di Valinor per gli esuli che avevano seguito Re Turgon nel suo esilio dal Reame Beato.

 

Turgon stesso si occupò della loro fabbricazione, forgiando oro e argento nelle sale del suo palazzo sul punto più alto di Amon Gwareth: e l’albero che fece d’oro lo chiamò Glingal, “Fiamma Sospesa”, ma i Gondolindrim spesso lo evocavano con il nome Glingol, “Oro cantante”. E l’albero d’argento fu invece nominato Belthil, “Radianza Divina”, perché splendenti erano i suoi rami e le sue foglie al chiarore della Luna.

E la loro luca riempiva tutte le vie di Gondolin, rendendola a buon diritto il Regno della Terra di Mezzo più simile, per la pace e la giustizia che vi dimoravano, a Tirion al di là del Mare, almeno fino a che il germe dell’invidia non si insinuò tra le sue mura con il ritorno di Aredhel e del figlio Maeglin.

 

I due alberi continuarono a risplendere per tutta la durata dell’esistenza di Gondolin, per i quasi quattro secoli della sua esistenza. E ancora risplendevano nel 510 della Prima Era, quando infine Morgoth ebbe scoperto la localizzazione della città a causa del tradimento di Maeglin, ed ebbe opportunamente preparato i propri piani, scagliando sulla città un colpo possente come un maglio. E insieme a Orchi e Balrog vennero i Draghi, e Gondolin fu invasa da ferro e da fuoco.

 

Fu nella piazza principale della città, di fronte ai due alberi, che la Casa di Turgon e i suoi famigliari si prepararano all’ultima resistenza, quando ormai ogni speranza era perduta. E mentre Tuor e Idril fuggivano con parte della popolazione per una via segreta guidati da Glorfindel, il Re accettò la propria sorte lanciando la propria corona ai piedi di Glingal, e si asserragliò nella Torre con i suoi, finché essa non fu fatta cadere e trascinò i due Alberi nella propria rovina, avvizziti dal fumo e dal fuoco.

 

E mai, a Occidente del Mare, furono forgiati due oggetti di tale magnificenza, capaci di ricordare, a coloro che ne avevano memoria, la bellezza di Laurelin e Telperion sul colle di  Ezellohar.

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