Nello scorso appuntamento ho fornito un sommario essenziale sugli studi linguistici tolkieniani, che possiamo ora dividere in due macro-categorie:
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testi-sorgente: presentati in una cornice editoriale (la History o le riviste specializzate), questi sono gli scritti linguistici – di cui un’ampia parte è ancora oggi inedita! – che Tolkien compose in momenti diversi della sua vita, a più riprese.
Non sono stati scritti con finalità di pubblicazione, dunque il più delle volte sono stati ritrovati sotto forma di appunti manoscritti o dattiloscritti difficilmente databili, con correzioni, abbozzi, aggiunte a biro, foglietti volanti, e successivamente riordinati attraverso un intervento editoriale (di Christopher Tolkien per quello che riguarda i testi inclusi nella History, come le Etymologies, la Lettera del Re o The Shibboleth of Fëanor; dei vari redattori della ELF per tutto il resto).
Tolkien scrisse queste cose senza evidentemente avere in mente che prima o poi avrebbero potuto interessare altri che se stesso. Siamo qui al cuore del “vizio segreto”, introducendo il quale abbiamo iniziato la nostra rubrica.
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manualistica e saggistica che rielabora o compendia ciò che è contenuto negli scritti originali. Essendo la materia così stratificata e a volte astrusa da dirimere nelle sue contraddizioni (come abbiamo già accennato in alcuni casi parlando del corpus), questo filone è non meno importante del primo, in quanto ciascun manuale si rifà alle versioni più aggiornate ed accreditate di grammatica, lessico, etimologia, etc., e tuttavia, proprio per questo motivo, come abbiamo detto, soggetto a una veloce obsolescenza.

Per ricostruire, anche solo a grandi linee, la storia di pubblicazione del materiale linguistico originale ecco un elenco cronologico (parziale) tratto dalle uscite delle varie riviste:
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Nel 1982 Quettar (nn. 13-14) pubblica The Tengwar Numerals.
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Nel 1988 Mythlore (n. 56) pubblica un articolo sulla poesia Narqelion (il cui testo è per la prima volta riportato integralmente), la prima poesia in Elfico scritta da Tolkien. In seguito (1990) ripubblicata su Parma Eldalamberon #9, con un articolo di analisi a corredo.
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Nel 1989 Beyond Bree pubblica in facsimile la cosiddetta “Plotz Declension”, ovvero lo schema della declinazione di un sostantivo in Quenya, che Tolkien incluse in una lettera del 1966-67 a Dick Plotz. Questo documento è stato in seguito nello stesso anno ripubblicato sul n. 6 di Vinyar Tengwar.
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Nel 1990 Vinyar Tengwar (n. 14) pubblica The Elves at Koivieneni: A New Quenya Sentence, una frase manoscritta inedita, ritrovata insieme a numerose note etimologiche sul Qenya. Sul retro del manoscritto era una stesura preliminare del capitolo delle Due Torri “Il Cavaliere Bianco”, il che ha permesso di datare la frase al periodo tra il 1937 e il 1941.
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Nel 1993 Vinyar Tengwar (n. 28) pubblica The Bodleian Declension, una chart ritrovata in un manoscritto custodito nell’omonima biblioteca oxoniense, e contenente appunto uno schema di declinazione, simile alla Plotz, ma con delle differenze che sono da ascrivere alla differenza tra il “Book Quenya”, ovvero le forme usate nella lingua scritta, per esempio dagli eruditi Númenóreani o Gondoriani, e lo “Spoken Quenya”, ovvero quello che alla fine della Terza Era è occasionalmente parlato, per esempio, dagli Elfi Noldorin che vivono a Gran Burrone o a Lothlórien. Es. il nominativo di “nave”: cirya (Plotz) vs. kiryan (Bodleian).
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Nel 1993 Vinyar Tengwar (n. 29) pubblica la seconda versione della Lettera del Re, non inclusa in Sauron Defeated (1992). Abbiamo trattato in precedenza di questo testo e delle sue differenti versioni.
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Nel 1995 Parma Eldalamberon (n. 11) pubblica iLam na Ngoldathon – the Grammar and Lexicon of the Gnomish Tongue (che abbiamo trattato in precedenza).
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Nel 1995 Vinyar Tengwar (n. 37) pubblica The Túrin Prose Fragment: An Analysis of a Rúmilian Document. Si tratta di una traslitterazione in caratteri di Rúmil (le lettere Sarati, l’alfabeto precursore delle Tengwar di Fëanor), di un passo del racconto di Turambar e il Foalókë, con differenze minime rispetto al testo pubblicato nel Libro dei Racconti Perduti – Parte II.
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Nel 1998 Vinyar Tengwar (n. 39) pubblica Ósanwe Kenta, il trattato di Tolkien sulla “trasmissione del pensiero” degli Eldar (l’autore in-universe è Pengoloð Lambengolmo, il sapiente Noldo autore anche degli Annali del Beleriand).
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Nel 1998 Parma Eldalamberon (n. 12) pubblica Qenyaqetsa: The Qenya Phonology and Lexicon (che abbiamo trattato in precedenza).
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Nel 2000 Tyalie Tyelellieva (n. 14) pubblica la “Merin Sentence”, una frase in Quenya scritta da Tolkien all’interno di una lettera alla cugina Dorothy Wood, non pubblicata nell’epistolario. La pubblicazione dell’inedito fu accompagnata da un’analisi di Lisa Star, curatrice della rivista.
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Nel 2002 Vinyar Tengwar (n. 43) inizia una mini-rubrica “Words of Joy – Five Catholic Prayers in Quenya”. In questo prima parte vengono pubblicate le versioni Quenya del Padre Nostro (Ataremma) e dell’Ave Maria (Aia María). Un’analisi di Helge Fauskanger (che in seguito ha tradotto in Quenya quasi tutti i testi biblici!) si trova nel n. 18 di Tyalie Tyelellieva.
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Nel 2002 Parma Eldalamberon (n. 13) pubblica The Alphabet of Rúmil (ed. Arden Smith) e Early Noldorin Fragments (ed. Gilson – Welden – Hostetter – Wynne).
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Nel 2002 Vinyar Tengwar (n. 44) pubblica la seconda parte di “Words of Joy”, che comprende il Padre Nostro in Sindarin (Ae Adar Nín) e il Gloria in excelsis Deo in Quenya (Alcar mi Tarmenel na Erui).
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Nel 2003-4 Vinyar Tengwar pubblica in due parti (nn. 45-46) degli addenda and corrigenda to the Etymologies, appunto delle aggiunte e correzioni all’edizione pubblicata da Christopher Tolkien in Lost Road and Other Writings (1987).
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Nel 2003 Parma Eldalamberon pubblica Early Qenya and Valmaric (che si compone di tre sezioni: Early Qenya Fragments – Early Qenya Grammar – The Valmaric Script). Si tratta di documenti su alcuni dei tentativi di Tolkien di codifica della lingua Qenya immediatamente successivi alla stesura del Lessico e dei Racconti (siamo nella prima metà degli anni ’20). Il Valmaric è uno dei primi sistemi di scrittura concepiti dal Professore, predecessore ideale di Sarati e Tengwar, ma ancora concettualmente diverso.
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Cover di Vinyar Tengwar #18 – “Gandalf” by Patrick H. Wynne Nel 2004 Parma Eldalamberon (n. 15) pubblica Sí Qente Fëanor, un testo in Qenya ritrovato tra i taccuini dei Racconti Perduti. Il curatore Christopher Gilson fornisce note editoriali per azzardare una traduzione: si tratta di un discorso di Fëanor sulla natura malvagia degli Uomini.
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Nel 2005-7 Vinyar Tengwar pubblica in tre parti (nn. 47-48-49) Eldarin Hands, Fingers and Numerals, un saggio inedito di Tolkien sui numerali nelle lingue Eldarin.
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Nel 2006 Parma Eldalamberon (n. 16) pubblica Early Elvish Poetry and Pre-Fëanorian Alphabets. La sezione relativa agli alfabeti pre-fëanoriani, curata da Arden Smith, ripercorre alcuni dei precursori (Qenyatic, Falassin, Noriac, Angloquenya) dei più noti sistemi di scrittura elfici. La sezione relativa alla poesia elfica contiene alcune versioni inedite delle tre poesie pubblicate già in A Secret Vice: Oilima Markirya, Nieninque, Earendel.
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Nel 2007 Parma Eldalamberon (n. 17) pubblica Words Phrases and Passages in The Lord of the Rings. Abbiamo già ampiamente menzionato questo testo, in quanto base di analisi linguistica dell’intero corpus presente nel SdA. È un testo di riferimento fondamentale per questa fase dell’evoluzione della creazione linguistica di Tolkien, ed è pertanto assurto immediatamente a uno dei contributi più citati.
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Nel 2009 Parma Eldalamberon (n. 18) pubblica Tengwesta Qenderinwa and Pre-Fëanorian Alphabets Part II. Il Tengwesta è fondamentalmente un trattato di grammatica Qenya, redatto in più versioni, in cui Tolkien, sfoggiando le proprie competenze squisitamente filologiche, si dilunga sull’evoluzione delle lingue elfiche, sulla descrizione dei fonemi, la struttura delle basi e dei morfemi, i suffissi, l’accentazione, l’agglutinazione, etc. Un testo molto tecnico, ma che ha fornito agli studiosi materiale su cui riflettere e una quantità di informazioni che consentono di analizzare il corpus di Qenya/Quenya con una consapevolezza decisamente superiore a prima.
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Nel 2010 Parma Eldalamberon (n. 19) pubblica Quenya Phonology. Scritto probabilmente poco dopo il Tengwesta, questo testo copre gli aspetti fonologici più che quelli strettamente grammaticali, e riporta anche una serie di tabelle comparative.
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Nel 2012 Parma Eldalamberon (n. 20) pubblica The Qenya Alphabet. È una raccolta di testi tolkieniani, molti dei quali inediti, in cui la scrittura tengwar viene adoperata, attraverso specifiche regole che vengono esposte in un documento a parte, per trascrivere testi in lingua inglese (si passa da God Save the King a The Walrus and the Carpenter tratto da Lewis Carroll).
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Nel marzo 2013 Vinyar Tengwar (n. 50) pubblica The Túrin Wrapper, una collettanea di brevi testi Sindarin legati alla saga di Túrin e ritrovati in un fascicolo (un wrapper, appunto) dove sono raccolte alcune sinossi risalenti agli anni ’50, quando Tolkien riprese appunto la stesura del Narn.
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Nell’agosto 2013 Parma Eldalamberon (n. 21) pubblica Qenya Noun Structure. Si tratta di una serie di documenti, alcuni risalenti agli anni ’30, in cui si fa il punto sulle declinazioni del Qenya, altri agli anni ’50, in cui Tolkien espone le regole morfologiche principali che intervengono nella formazione dei sostantivi.
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Nell’aprile 2015 Parma Eldalamberon (n. 22) pubblica The Fëanorian Alphabet Part I – Quenya Verb Structure. Anche questo numero unisce argomenti diversi: la prima sezione è ovviamente sul principale sistema di scrittura inventato da Tolkien, di cui vengono descritte le varie modalità (General, Lindarin, Parmaquestarin, Feanorian, Beleriandic); la seconda sezione riguarda la struttura dei verbi in Quendiano/Eldarin Comune/Quenya, la coniugazione e la sintassi.
È da otto anni che non escono più numeri di Parma Eldalamberon. Ci si aspetta che l’issue 23 possa uscire nel giro di un anno, ma ancora si tratta solo di voci di corridoio.
È interessante osservare come nel corso del tempo l’apporto delle riviste è diventato sempre più sostanziale: a partire dalla fine degli anni ’90 non si sono solo occupate di rilasciare piccoli esempi di corpus tralasciati dalle pubblicazioni gestite in prima persona da Christopher, ma hanno avviato un vero e proprio processo di stampo accademico di analisi e ricerca, di cernita e di selezione, pubblicando a volte interi trattati, dizionari, manuali di grammatica, etc.
Non dedicheremo un approfondimento a ciascuno dei testi di questa lista: nonostante lo meriterebbero per densità di informazioni e interesse generale, sarebbe tedioso e andrebbe un po’ fuori dagli obiettivi “divulgativi” di questa rubrica.
Tuttavia molti dei concetti e dei materiali che queste riviste hanno divulgato saranno parte di una sintesi che mi proverò a fare, fornendo sempre tutti i riferimenti bibliografici del caso.
Pare che il materiale ancora inedito sia copioso:
https://tolkiengateway.net/wiki/Index:Unpublished_material#Linguistics_(invented_languages)
Sia Christopher Gilson che Carl Hostetter sono al lavoro sui nuovi numeri di PE (e pare su una grammatica del Taliska, la lingua parlata dalle casate Edain di Bëor e di Hador, di prossima diffusione), ma trattandosi di argomenti complessi e difficili da dipanare le pubblicazioni si sono innegabilmente rarefatte.
Nota finale, per un po’ di colore: al momento della fondazione delle due riviste principali di cui abbiamo parlato le conoscenze di molti dei principi grammaticali e fonologici delle lingue Elfiche (come le desinenze dei casi o la formazione dei plurali) erano ancora ampiamente lacunose. Ecco perché Parma Eldalamberon e Vinyar Tengwar sono due nomi grammaticalmente errati! “Il Libro delle Lingue degli Eldar” si traduce con Parma Eldalambion, mentre “News-letters” sarebbe forse più correttamente reso da Vinyë Tengwar. Ciononostante, i rispettivi curatori non hanno mai voluto cambiare titoli che erano nel frattempo diventati iconici e riconoscibili, e hanno preservato le vecchie denominazioni, per quanto imprecise.
Bibliografia di riferimento:
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History of Middle-earth (1983-1996, 12 volumi), ed. by Christopher Tolkien.
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Parma Eldalamberon (1971-2015, 22 issues) ed. by Christopher Gilson et al.
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Vinyar Tengwar (1988-2013, 50 issues) ed. by Carl F. Hostetter et al.
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Quettar (1980-1995, 49 issues) ed. by Susan Rule et al.
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Mythlore (1969-oggi, 141 issues) ed. by Glen GoodKnight et al.
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Beyond Bree (1981-oggi, uscite mensili) ed. by Nancy Martsch.
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Tyalie Tyelellieva (1994-2001, 18 issues) ed. by Lisa Star.
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Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.
Sulla storia degli studi linguistici tolkieniani:
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Elvish as She is Spoke (2006) paper by Carl F. Hostetter.
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Tolkienian Linguistics: The First Fifty Years (2007) paper by Carl F. Hostetter.
Sitografia:
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Bibliografia linguistica tolkieniana in ordine di composizione:
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Bibliografia linguistica tolkieniana in ordine di pubblicazione:
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https://tolkiengateway.net/wiki/Vinyar_Tengwar/Previously_unpublished_contents
-Rúmil