Glamdring
Gondolin (?), dopo il 116 P.E. – Esistente in Valinor (?)
Tra le armi che attraversano la storia della Terra di Mezzo, e in particolare delle spade brandite dalle grandi figure della lotta contro i Nemici dei Figli di Ilùvatar, Glamdring riveste, insieme alla sua sorella Orcrist, un ruolo centrale.
Non solo perché venne stretta da alcuni dei personaggi più celebrati dalle grandi leggende dei tempi andati, Elfi e Maiar d’incommensurabile potere e saggezza, ma anche perché è una delle poche spade che sappiamo aver avuto grande fama anche tra gli eserciti degli Oscuri Signori Morgoth e Sauron, tanto da meritarsi un soprannome perfino nella lingua degli Orchi della Prima Era.

Ciò nondimeno, le origini di Glamdring restano oscure. Quello che sappiamo è che questa spada faceva parte delle armi di Turgon, Signore del Nevrast e di Gondolin e, per qualche tempo, Alto Re dei Noldor del Beleriand dopo la caduta di Fingon durante la Nirnaeth Arnoediad.
Durante la cerca di Erebor, al tempo della permanenza dei Nani a Gran Burrone, Elrond ebbe modo di esaminarla e di tratteggiarne la genealogia: Glamdring era stata forgiata in Gondolin dai grandi fabbri elfici della Prima Era, che portarono a Est le arti metallurgiche sviluppate a Valinor, creando un’opera d’arte unica. Una lunga spada, essa era, tale da poter essere brandita da una persona alta come Gandalf, con l’elsa istoriata di gemme e gioielli preziosi ricavati dalle miniere dei Monti Cerchianti. Tale era la sua bellezza, che fu data in dono a Re Turgon, che la tenne tra i propri tesori più cari fino alla fine.
Qualcuno ha però addotto un’altra ipotesi: che Turgon abbia portato Glamdring con sé sin dall’Esilio ed alla partenza da Valinor, tale era la bellezza della spada. Una ricostruzione che – se da un lato darebbe un risvolto romantico alla conclusione di questa storia, come vedremo – si presta però a molti dubbi. In primo luogo, contesterebbe una ricostruzione storica fatta dal più grande esperto di sapienza e storia vivente all’epoca della Guerra dell’Anello, pur tenendo presente che Elrond nacque diversi anni dopo la caduta di Gondolin e dunque si basava certamente su informazioni di seconda mano, non avendo avuto modo di verificare personalmente quanto narrato. Ma soprattutto, limiterebbe il periodo di forgiatura di Glamdring nel breve tempo trascorso tra l’inizio della rivolta di Fëanor – dopo la quale, si dice, i Noldor iniziarono a creare armi fino ad allora inutili nel reame beato – e l’abbandono di Tirion, in cui è molto difficile ipotizzare la creazione di armi così micidiali. Inoltre, il nome con cui è divenuta famosa è in Sindarin, lingua che i Noldor iniziarono ad utilizzare dopo il loro arrivo nel Beleriand. Il suo significato, in questo idioma, è “Martello dei Nemici”.
Con ogni probabilità, dunque, Glamdring fu forgiata a Gondolin, e fu brandita da Turgon quando, contro ogni aspettativa, decise di aprire le porte della Città Celata e di marciare alla testa del proprio esercito a supporto del fratello Fingon, quando l’Unione di Maedhros aveva riunito le schiere di Elfi e Uomini contro l’Oscuro Signore. E si dice che fu proprio in quell’occasione, mentre Turgon si apriva la strada tra i manipoli di Orchi che lo separavano da Fingon, che si guadagnò il soprannome di “Battinemici”, riportato dagli Orchi che fuggivano davanti ad essa e dalla furia del Signore dei Gondolindrim.
Trattandosi dell’arma di Turgon, si è ipotizzato ch’essa sia andata perduta durante la Caduta di Gondolin, quando il Re rinunciò al combattimento chiudendosi nella Torre che fece poi abbattere sopra ai nemici, in un estremo sacrificio che permise a Tuor e alla figlia Idril, insieme al nipote Eärendil, di fuggire per gli stretti sentieri montani.
Da allora, e per più di 6500 anni, di Glamdring non si seppe più nulla, e la si pensava perduta per sempre. Fino a quando, quasi per caso, essa fu ritrovata da un improbabile drappello di compagni impegnati in una delle più grandi imprese della Terza Era. Era l’anno 2941 della Terza Era quando Thorin Scudodiquercia, erede di Durin, portò la propria compagnia nelle Terre Selvagge a est della Contea, ove vennero sorpresi e fatti prigionieri da tre Troll. Altrove si narra della loro liberazione da parte di Gandalf e del tesoro ch’essi trovarono nella grotta in cui i Troll erano soliti trascorrere le notti. Con grande sorpresa, Gandalf e Thorin vi trovarono Glamdring e la sua spada sorella Orcrist, che si dice venisse in tempi lontani brandita da Ecthelion della Fonte, tra i più grandi guerrieri di Gondolin. Tra le peculiarità di queste due armi, al pari di Pungolo, vi era quella di illuminarsi di luce blu quando Orchi si trovavano nelle vicinanze.
Glamdring non aveva in sé poteri magici particolari, se non quelli che l’arte degli Elfi poteva essere in grado di infondervi grazie alla propria abilità, rendendole particolarmente efficaci contro Orchi, Ragni e creature del Nemico.

Come le due spade avessero potuto finire in quella sperduta grotta dell’Eriador dalla Valle Nascosta di Gondolin, non è possibile saperlo. Quello che è stato ipotizzato, non ultimo da Elrond stesso, è che le spade furono soggette a successivi saccheggi operati dagli Orchi che via via si spostavano verso Est fuggendo dalla Guerra d’Ira e dalla distruzione del Beleriand. E che forse essa fu conservata in qualche oscuro recesso montano di quello che sarebbe poi diventato il Regno del Re Stregone di Angmar, da cui coloro che sopravvissero alla sparizione del loro Signore si sono poi allontanati portando con sé parte dell’armeria e dei tesori lì presenti. Tra di loro, forse, vi erano anche i nostri tre Troll che ancora oggi rimangono imprigionati dalla pietra in una radura da qualche parte dell’Eriador.
Gandalf reclamò la spada per sé, e la utilizzò per tutto il periodo tra la cerca di Erebor e la Guerra dell’Anello. Fu con essa che egli uccise il Grande Goblin nelle profondità delle Montagne Nebbiose, e con essa combatté e sconfisse il Flagello di Durin che i Nove Viandanti incontrarono nel buio di Moria, dopo un grande combattimento sotto il picco di Zirak-zigil. Glamdring fu con lui durante la battaglia del Fosso di Helm, durante il confronto con il Re Stregone a Minas Tirith e nella battaglia finale del Morannon, quando infine suonò l’ora del Fato e Sauron fu definitivamente sconfitto.
Conclusa la Guerra dell’Anello, e concluso il compito di Gandalf nella Terra di Mezzo, egli prese il mare insieme a Elrond, Galadriel e ai due Portatori Bilbo e Frodo. Negli antichi testi non è specificato quale fine fece Glamdring, ma con ogni probabilità essa attraverso il mare al fianco di Gandalf: un cimelio e un ricordo di un tempo che poteva essere obliato nella beatitudine del Reame Immortale. E qui, con questa immagine, ci si ricollega alla leggenda che la voleva proveniente da Valinor in tempi immemori perfino per il più anziano degli Elfi, che infine ritornava alla propria casa ancestrale. Una conclusione che ci piace comunque citare.