Gilraen la Bella

Terre del Nord, T.E. 2.907 – Terre del Nord, T.E. 3.007

 

Gilraen era figlia di Dírhael, membro di una importante casata che vantava una discendenza diretta da Aranarth, Primo Capitano dei Dùnedain, e a sua volta figlio di Arvedui ultimo Re e di sua moglie Fíriel di Gondor. La madre di Gilraen era invece Ivorwen, a sua volta una discendente di Aranarth.

Gilraen portava dunque nella propria progenitura il sangue di Isildur e di Anárion, ed era destinata sin dalla nascita a un matrimonio di alto rango in tempi che si facevano sempre più incerti

 

Sauron si era ormai da tempo ridestato all’Est, e Orchi e predoni insediavano le vie di comunicazione. I contatti con il Regno di Gondor si erano fatti sempre più rarefatti, e solo a Imladris il racconto delle storie e delle profezie degli antichi tempi veniva ancora conservata

Gilraen crebbe così tra Gran Burrone e gli insediamenti dei Raminghi tra le Montagne Nebbiose e i porti grigi. E tutti si avvidero, fin dalla sua gioventù, ch’ella era bella e radiosa come poche tra le figlie minori d’Ilùvatar.

E così forte e attraente era anche Arathorn, figlio di Arador Capitano dei Dùnedain, che bastarono i loro pochi e fugaci incontri acciocché l’una s’innamorasse dell’altro.

 

Ma Dírhael, come altrove è narrato, si oppose in un primo tempo al loro matrimonio perché, sosteneva, Gilraen era ancora troppo giovane per prendere marito, aggiungendo che aveva previsto che Arathorn sarebbe morto giovane e voleva risparmiare alla figlia le sofferenze di un’unione precocemente spezzata.

Ma Ivorwen fu di parere opposto. E rispose al marito dicendo che proprio per quella ragione i due dovevano sposarsi e generare una discendenza, che avrebbe mantenuta viva la speranza di un futuro per tutti i Dúnedain.

 

Così Dirhael cedette, e Gilraen sposò Arathorn nella primavera dell’anno 2929 della Terza Era. Un anno dopo, il primo di marzo, nasceva a Gran Burrone il loro figlio Aragorn.

E solo tre anni dopo, come aveva profetizzato Dìrhael, Arathorn cadde vittima di un’imboscata degli Orchi e morì a soli sessantasei anni.

 

Dopo la morte di Arathorn, di Steamey

Gilraen, in lutto, si trasferì a Imladris, dove trascorse tutta l’infanzia del proprio figlio alla corte di Elrond.

Elrond impartì ad Aragorn un’educazione degna d’un rampollo delle antiche case dell’Eldalië, egli stesso preveggendo che molte e pericolose prove si sarebbe egli trovato ad affrontare ma che, se le avesse vinte, avrebbe abbracciato un destino più luminoso di quello di tutti i suoi padri sin da Isildur stesso.

Estel lo chiamarono in quegli anni, ‘speranza’, allo stesso modo in cui la nonna lo aveva nominato alcuni decenni prima

 

Quando Aragorn, all’epoca ventenne, s’innamorò di Arwen, figlia di Elrond, cercò inizialmente di dissuaderlo da quest’amore, sostenendo che il lignaggio della fanciulla fosse più nobile del suo e che Elfi e Uomini non dovessero sposarsi tra loro.

 

Solo pochi mesi prima, infatti, Elrond aveva svelato a Estel la sua progenitura, rivelandogli il destino a cui era chiamato a rispondere. Eppure, perfino il suo lignaggio di Signore degli Uomini non poteva paragonarsi a quello di Arwen, nipote di Eärendil e Elwing da parte di padre, e prima di loro discendenza di re Thingol del Doriath e di Lúthien la bella, e di Re Turgon di Gondolin, e da parte di madre nipote di Galadriel della casa di Finarfin.

Eppure, l’amore sbocciò tra di loro in un bosco del Lòrien, così come molti secoli prima ciò avvenne per Beren e Tinùviel ai confini del Doriath.

 

Ma Gilraen non vide il grande futuro a cui il figlio era destinato.

Dopo alcuni anni trascorsi a Imladris, ella decise di tornare a vivere con la propria gente nelle terre del Nord, e quivi rimase per i successivi decenni. Gli incontri con suo figlio Aragorn, che nel frattempo aveva intrapreso le proprie imprese in tutta la Terra di Mezzo, si fecero più sporadici.

 

E quando egli si recò da lei, nell’inverno del 3006 della Terza Era, ella gli profetizzò la sua prossima morte, che sarebbe giunta al suo centesimo anno d’età. Aragorn cercò di convincerla a tornare a Imladris, dove le arti di Elrond e il conforto degli amici l’avrebbero aiutata, ma ella si sentiva ormai svuotata della vita, come se l’aver concepito un Uomo destinato a un così grandioso destino le avesse sottratto la forza per vivere al mondo.

E per spiegare questa scelta, rivolse ad Aragorn parole che da allora furono lungamente tramandate, nella forma poetica del linnod: “Ónen i-Estel Edain, ú-chebin estel anim”, “ho dato la speranza agli Uomini, ma non ne ho conservata per me”.

 

Gilraen la bella, nobile e fiera come solo le grandi Regine del passato seppero essere, morì la primavera seguente, appena compiuto il centesimo anno d’età. Dodici anni dopo, suo figlio Aragorn divenne Re del Reame Riunito di Gondor e di Arnor con il nome di Elessar.

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