Estratto dalla lettera 246 di Tolkien, “la realtà in trasparenza, lettere 1914-1973”
Sam è pensato per essere amabile e buffo. Alcuni lettori lo trovano irritante, si infuriano perfino. Posso capirlo: tutti gli Hobbit, di tanto in tanto, mi fanno lo stesso effetto, anche se continuo ad essere molto affezionato a loro. Ma Sam può essere molto “difficile”. Come Hobbit è più rappresentativo di tutti quelli che possiamo conoscere bene; e per questo ha una dose molto maggiore di quella qualità che anche alcuni Hobbit trovano di tanto in tanto difficile da sopportare: una grossolanità, con cui non intendo prosaicità; una miopia mentale orgogliosa di se stessa, un compiacimento (in misura variabile) e una sicurezza di sè, e una prontezza a misurare e valutare tutte le cose sulla base di un’esperienza limitata, in gran parte tramandata attraverso proverbi di “saggezza” tradizionale. Incontriamo hobbit eccezionali solo in una ristretta compagnia, quelli che hanno ricevuto una grazia o un dono: una visione di bellezza, e una venerazione per cose più nobili di sè, in contrasto con il loro rustico autocompiacimento. immagini Sam senza l’educazione ricevuta da Bilbo e la sua fascinazione per le cose elfiche! non è difficile. la famiglia Cotton e il Gaffiere, al ritorno dei Viaggiatori, offrono un esempio eloquente.
Sam era sicuro di se, e in fondo, un po’ presuntuoso; ma la sua presunzione era stata trasformata dalla sua devozione per Frodo. Egli non pensava a se come eroico o anche solo coraggioso, o in alcun modo ammirevole, eccetto che nel suo servizio e nella sua fedeltà al suo padrone. in cui c’era un elemento (probabilmente inevitabile) di orgoglio e possessività, difficile escluderli dalla devozione di chi compie un simile servizio. ad ogni modo, questo ha impedito che egli comprendesse pienamente il padrone che amava, e che lo seguisse nella sua graduale educazione alla nobiltà di servire chi non è amabile, e che comprendesse il bene celato nel corrotto. E’ ovvio che non comprese pienamente le motivazioni di Frodo o la sua sofferenza nell’episodio dello Stagno Proibito. se avesse compreso meglio ciò che stava succedendo tra Frodo e Gollum, le cose sarebbero potute andare diversamente alla fine. Per me il momento forse più tragico del Racconto è quando Sam non riesce a cogliere il completo cambiamento nel tono e nell’aspetto di Gollum. “niente, niente”, disse Gollum sottovoce. “Caro padrone!” il suo pentimento viene bruciato e tutta la pietà di Frodo è (in un certo senso) sprecata. La tana di Shelob diventò inevitabile.
J.R.R. Tolkien, lettera 246
Sam in Peter Jackson’s movie
-Stella del Vespro