Elrond Mezzelfo, Signore di Imladris

Bocche del Sirion, 532 P.E. – Vivente in Valinor

 

“Ma la mia memoria risale persino ai Giorni Antichi. Eärendil era mio padre, nato a Gondolin prima della sua caduta; e mia madre era Elwing, figlia di Dior, figlio di Lúthien di Doriath. Ho vissuto tre Ere nell’Occidente del mondo, assistendo a molte sconfitte e a molte vane vittorie.”

La Compagnia dell’Anello, Il Consiglio di Elrond.

 

Sono poche le figure delle Antiche Cronache capaci di attraversare, con ruolo da protagonista, tutte le Ere di Arda narrate dai saggi. Molti di loro, per la stessa natura della loro progenitura, sono naturalmente Eldar, e alcuni di essi sono portatori di una saggezza che risale a prima del Sole e della Luna. Ma anche per questa ragione, il loro ruolo tende a sfumare nella Seconda e nella Terza Era, mentre i destini del Mondo passavano nelle mani degli Uomini.

 

Ma Elrond Mezzelfo sfida questa tradizione, lui che porta nel suo sangue l’eredità di diversi popoli. Poiché suo padre era Eärendil che divenne stella, figlio di Idril dei Noldor e Tuor della casa di Hador. Ma sua nonna paterna era Rían della Casa di Beör, e dunque raccoglieva l’eredità di due stirpi degli Edain, oltre che dei Noldor del Reame Beato. E sua madre era Elwing del Doriath, figlia di Nimloth e di Dior erede di Thingol, figlio di Beren della casa di Bëor e di Lùthien Tinùviel, che Melian la Maia concepì per Elwë quando la Terra di Mezzo era giovane.

In Elrond si univano dunque i destini di due case degli Uomini, di Noldor e Teleri, e dei Maiar del Reame Beato. Ma se vogliamo spingerci ancora in più in là, dovremmo notare che la nonna di suo nonno materno Turgon era Indis dei Vanyar, seconda moglie di Finwë quand’era Signore dei Noldor di Valinor. E che, da parte di padre, egli era bisnipote di Galdor che sposò Hareth della casa di Haleth, trasmettendo il sangue degli Haladin ai figli Hùrin e Huor.

E dunque Elrond rappresenta il punto di contatto di tutte le grandi discendenze di Elfi e Uomini, capaci di risalire, indietro fino all’inizio dei tempi, a Bëor, Marach e Haldad per quando riguarda gli Uomini, e ancora più lontano per gli Elfi, fino a coloro che compirono il grande viaggio: Ingwë dei Vanyar, Finwë dei Noldor e Olwë ed Elwë, suo bisnosso, per i Teleri.

 

Una sola delle grandi stirpi dei Figli di Ilùvatar è assente da questo novero. Ed è quella di Fëanor, per ragioni altrove descritte a fondo. Eppure, come vedremo, vi è un’eredità trasmessa anche da questa discendenza, non solo per l’amicizia che, durante la Seconda Era, legò Elrond a Celebrimbor figlio di Curufin.

Ma la Storia del ruolo di Elrond Mezzelfo nella Terra di Mezzo è lunga, ed è bene cominciare a raccontarla dall’inizio.

 

Prima Era

Elrond e suo fratello gemello Elros nacquero da Elwing nei Porti di Sirion in un periodo di grande periglio: a seguito della Nirnaeth Arnoediad, e poi della caduta di Nargothrond, di Gondolin e del Doriath, Morgoth controllava la maggior parte di Beleriand. E gli esuli di questi popoli, racconti intorno alla guida di Cìrdan il marinaio e di Ereinion figlio di Orodreth, sopravvivevano protetti dal potere di Ulmo, che in quelle terre ove il Sirion si gettava nel Grande Mare era ancora molto forte.

E Morgoth, convinto d’aver ormai sconfitto i propri nemici di qua del Mare, e che i Valar fossero ormai disinteressati al destino della Terra di Mezzo, preferiva baloccarsi con i superstiti, convinto che nessuno avrebbe più osato sollevarsi in armi contro di lui e i suoi capitani.

 

Così, la vita alle Bocche del Sirion proseguì, in una vigile pace aggrappata a una speranza sempre più fievole, mentre Tuor, per primo, e poi suo figlio Eärendil si incaricarono di portare un’ambasciata di Elfi e Uomini ai Valar di là del Mare.

E fu proprio in uno di questi momenti, quando Elrond ed Elros avevano sei anni, nel 538 della Prima Era, che il Giuramento di Fëanor diede un nuovo frutto, se non il più amaro, certo il più doloroso: perché una notte, nella città di fortuna che raccoglieva gli esuli di tutti i Reami del Beleriand, i quattro fëanoriani superstiti – Maedhros, Maglor, Amrod e Amras – decisero di portare all’estremo compimento la propria follia. E assaltarono l’insediamento, e nuovamente Elfi versarono il sangue di Elfi, come ad Alqualondë prima della Fuga e come nel Doriath pochi anni prima. E in quel giorno sciagurato caddero molti tra i più nobili dei figli di Ilùvatar, e i disegni di Morgoth sembrarono definitivamente compiuti: perché anche le Bocche del Sirion furono devastate, Elwing perduta nel mare, e i piccoli Elrond ed Elros presi prigionieri, destinati allo stesso destino che decenni prima toccò ad Elùred ed Elùrid, fratelli di Elwing, abbandonati a morte certa dai servitori di Celegorm.

Ma Maglor, unico superstite insieme a Maedhros dell’attacco, forse ricordando la sorte dei figli di Dior, ebbe pietà di loro. E contro ogni aspettativa, scelse di allevarli come propri figli, mostrando verso Elrond ed Elros un affetto paterno.

 

È per questa ragione che sempre Elrond conservò buona memoria del bardo figlio di Fëanor, e il motivo per cui possiamo sostenere che Maglor è stato a tutti gli effetti il loro Padre adottivo fino al termine della Prima Era, e che nella figura di Elrond possiamo davvero rintracciare l’eredità di tutte le case degli Eldar di Aman.

Una volta saputo dell’attacco all’insediamento, Cìrdan e Gil-Galad partirono in forze dall’Isola di Balar. Ma quando giunsero a terra, poterono solo comprendere la portata della distruzione inflitta dai Figli di Fëanor, e salvare i superstiti, che portarono con sé sull’Isola di Balar, ultimo lembo di Beleriand ancora libero dai servitori del Nemico. Ma non riuscirono a trovare i figli di Eärendil, che rimasero con Maglor fino alla Guerra d’Ira, quando il padre riuscì grazie alla luce del Silmaril a superare i perigli e i misteri del Grande Mare, sbarcando sulla spiaggia di Eldamar e varcando il Calacyria per portare ai Valar la propria ambasciata a nome di Eldar e Uomini.

 

E i Valar, contro ogni aspettativa, risposero. E alle Bocche del Sirion sbarcò il più grande esercito che l’Occidente abbia mai visto, sotto i cui candidi vessilli marciavano i Vanyar e i Noldor di Valinor, alla cui testa era Finarfin figlio di Finwë, Signore di Tirion. E le forze del Nemico furono sbaragliate, e Angband scoperchiato, e Morgoth tradotto in Valinor in catene, e ivi gettato al di là dei confini del Mondo, donde tornerà alla fine dei Tempi.

 

E solo al termine della Guerra fu noto il destino di Elrond ed Elros, che furono infine liberati da Maglor e si unirono alla corte di Cìrdan e Gil-Galad, e con loro si recarono al cospetto di Eonwë, l’Araldo di Manwë Sùlimo, che a loro presentò una scelta come fatto con la bisnonna Lùthien molti anni prima. E i Valar diedero ai gemelli la possibilità di scegliere tra la vita elfica o umana. Elros scelse la razza umana, e da lui discesero i Re di Nùmenor, di Gondor e di Arnor, di Arthedain e infine del Reame Riunito all’inizio della Quarta Era. Ma suo fratello Elrond scelse la razza elfica – si dice, anche a cagione di Maglor che teneramente l’aveva allevato – e divenne maestro di saggezza, discendente e conservatore del sangue dei grandi Eroi della Prima Era.

Il suo nome, in Sindarin, significa “Volta stellata” o “Caverna delle stelle”, poiché fu trovato in una caverna dopo il Terzo Fratricidio. In Quenya, il suo nome era probabilmente Elerondo.

 

Seconda Era

Dopo il cambiamento del Mondo e l’inabissamento del Beleriand, Elrond rimase a Lindon con Gil-Galad Re supremo dei Noldor, divenendo celebre come guaritore, Maestro di sapienza e saggio consigliere.

Poco è noto di quanto avvenne nei primi secoli della Seconda Era. Si trattava certamente di un’epoca di ricostruzione e di riadattamento sulla Terra di Mezzo, mentre in Nùmenor i discendenti degli Edain ponevano le basi per la propria grandezza. Ed Elrond molto si prodigò per rafforzare i legami tra le stirpi elfiche rimaste a vivere di qua del Mare, stringendo alleanze con i Silvani del Sud, di Lòrien e di Boscoverde il Grande, e coltivando i rapporti con gli Uomini Mediani e i Nani, in particolare parte del Casato di Dùrin che risiedeva a Khazad-dûm.

Ed Elrond crebbe anche nella capacità di leggere l’indole e le aspettative di coloro che incontrava, con uno sguardo capace di guardare più a fondo di quello di chiunque altro tra i Figli di Ilùvatar.

 

E forse fu per questa ragione che, quando Sauron si presentò agli Elfi sotto le sembianze di Annatar, Elrond e Gil-galad rifiutarono di fidarsi di lui. Ma a poco valsero i consigli di Elrond verso i fabbri di Eregion, ove Celebrimbor accolse Annatar come un vero emissario dei Valar, e ove, come altrove è narrato, la grande saga degli Anelli del Potere ebbe inizio.

 

A partire dal 1600 della Seconda Era, quando Celebrimbor si accorse del tradimento di Annatar e ne svelò l’identità, cominciò una sanguinosa guerra tra gli Elfi e Sauron. E l’Eregion a lungo fu assediato dalle truppe del Nemico.

Nel 1695, Gil-Galad inviò Elrond in soccorso di Eregion, ma giunse troppo tardi: la Gwaith-i-Mirdain era già caduta, e Celebrimbor barbaramente ucciso, e il suo corpo utilizzato come stendardo sotto al quale marciavano le legioni degli Orchi di Sauron. E l’intero Eriador ne fu devastato, e le regioni di Minhiriath ed Enedwaith quasi completamente disabitate, mentre i superstiti trovavano rifugio nel Lindon o sulle coste.

Elrond stesso, incalzato da presso dalle armate di Mordor, si trovò in grande difficoltà, costretto sulla difensiva e a una costante ritirata verso Nord-Est, lontano dalle truppe di Gil-Galad che giungevano dal Lindon.

Fu durante questa manovra, con un esercito dai ranghi sempre più ridotti, che Elrond scoprì la valle nascosta formata dal Bruinen, facilmente difendibile e caratterizzata da un clima insolitamente mite per la zona. Qui fondò il rifugio di Imladris o Gran Burrone, che divenne una dimora accogliente per gli Elfi di ogni origine, e che volentieri nel corso dei secoli ospitò rappresentanti di tutti i popoli liberi della Terra di Mezzo.

Si ricorderà che, molto tempo dopo, a Imladris verranno conservate le reliquie della Linea di Isildur (i Frammenti di Narsil, lo Scettro di Annúminas, l’Anello di Barahir e la copia dell’Elendilmir) e che qui saranno poi ospitati e cresciuti tutti i discendenti dei Capitani dei Raminghi, lontani parenti di Elrond in quanto discendenti del fratello Elros; e tra questi vi fu il giovane Aragorn Elessar, il quale, con il nome di Estel, visse la propria infanzia nelle aule di Elrond e vi incontrò la sua futura sposa Arwen Undómiel figlia di Elrond.

Com’è consuetudine per gli Eldar, infatti, Elrond non si sposò né ebbe discendenza finché i tempi furono ostili o pericolosi, e dunque trascorse più di un’era prima ch’egli prendesse moglie.

 

Nel frattempo, le sorti della Guerra tra gli Elfi e Sauron stavano per essere rovesciate proprio all’apice delle conquiste di Mordor. Imladris era sotto assedio e Gil-galad riusciva a malapena a mantenere la linea del Lhûn e dei Mithlond, mentre Sauron aveva richiamato nuovi rinforzi dal sud-est nella speranza di conquistare i Porti Grigi.

 

Proprio quando la sua vittoria sembrava certa, una flotta apparve a nord, trasportando le forze di Númenor inviate da Tar-Minastir, erede della regina Tar-Telperiën. I Númenóreani, guidati da Ciryatur, costrinsero gli eserciti di Sauron a ritirarsi verso sud-est subendo pesanti perdite. Sauron fu nuovamente sconfitto a Sarn Ford e cacciato dall’Eriador, dove incendiò le foreste di Minhiriath ed Enedwaith. Gli rimase solo una piccola parte del suo esercito, anche se riuscì a ottenere rinforzi dagli Orchi di stanza a Tharbad all’inizio della campagna.

Tuttavia, Ciryatur aveva inviato una parte dell’esercito númenóreano a Lond Daer, e Sauron si ritrovò attaccato sia frontalmente che alle spalle nella Battaglia del Gwathló, dalla quale riuscì a stento a fuggire. Un’ulteriore battaglia nella parte orientale di Calenardhon lo privò di quasi tutte le sue truppe, lasciandogli solo una piccola guardia del corpo con cui si ritirò a Mordor.

 

Dopo la sconfitta di Sauron nel 1700 della Seconda Era, la Terra di Mezzo visse nuovamente alcuni secoli di pace. Com’è stato poi ricostruito, Sauron utilizzò i secoli successivi per rivolgersi verso le altre razze parlanti della Terra di Mezzo, distribuendo Nove Anelli a grandi Re e Signori degli Uomini, e sette a ciascuno dei Sette Re dei Nani, con lo scopo di trarli a sé e di farne schiavi. Ma se ciò non funzionò con i Nani, troppo resistenti alle lusinghe del Nemico, ciò si verificò per gli Uomini. E intorno al 2250 della Seconda Era sorsero i Nove Spettri dell’Anello, da quel momento i più temuti e i più fidati dei servi di Sauron, la cui volontà è la sua.

 

L’altro grande elemento di riflessione per Sauron era costituito proprio da Nùmenor, che cresceva in potenza e ricchezza, arrivando a stabilire dei domini permanenti sulla Terra di Mezzo, da Umbar alle coste dell’Eriador. E presto il Nemico s’avvide che non sarebbe stato con la forza delle armi che ne avrebbe avuto ragione.

 

Altrove è narrato in dettaglio quanto avvenne, e furono eventi su cui Elrond ebbe poco ruolo perché nessuno, tra i Re degli Uomini che via via si facevano più arroganti, superbi e timorosi della Morte, ascoltò le sagge parole e i consigli che lui e Gil-Galad dispensavano loro. E così da Imladris egli osservò Nùmenor sfidare e sconfiggere Sauron, e condurlo prigioniero ad Armenelos. E nelle sempre più vaghe informazioni che gli giungevano dai Fedeli Nùmenoreani dopo che agli Eldar fu vietato di intrattenere relazioni con gli Uomini, Elrond intese che Sauron si era accattivato l’animo del Re e del popolo, e da prigioniero era ora divenuto il suo primo consigliere.

E tra i molti sacrilegi compiuti in quell’epoca buia, l’ultimo e imperdonabile fu quello di dichiarare guerra ai Valar stessi, che risposero invocando l’intervento di Eru Ilùvatar. Ed Egli strappò Valinor dalle Cerchie del Mondo, e tale fu il cataclisma generato che un’alta onda si levò a Occidente e sommerse per sempre Nùmenor, da quel tempo conosciuta come Mar-Nu-Falmar, la casa sotto il Mare, dai Fedeli che si salvarono al seguito di Elendil l’Alto, ultimo Signore dei Fedeli Nùmenoreani, che insieme ai suoi figli fondò sulla Terra di Mezzo i Regni in esilio di Gondor e Arnor.

 

Dal canto suo, anche Sauron tornò alla Terra di Mezzo sulle ali d’un nero vento. E sebbene non fu più in grado di assumere un sembiante che fosse bello a vedersi, pure ritrovò le sue schiere che nel frattempo erano cresciute, dimenticate dai Nùmenoreani. E i Nazgûl a lungo avevano predisposto il ritorno del proprio Signore.

 

Così fu nuovamente guerra, poiché Sauron voleva impedire ai Dùnedain di consolidare i propri Regni nella Terra di Mezzo. Ed Elendil strinse un’alleanza con Gil-Galad, in quella che fu chiamata l’Ultima, perché nessun Regno elfico rimase in vita per confermarla nei secoli successivi.

Prima di partire, Gil-Galad nominò Elrond suo Capitano, e gli lasciò Vilya, l’Anello di Zaffiro, il più potente dei tre anelli degli Eldar, creati da Celebrimbor e rimasti intonsi dalla mano di Sauron.

 

Durante la Guerra dell’Ultima Alleanza, Elrond combatté al fianco di Gil-galad ed Elendil come comandante dell’Esercito dell’Ovest. E nel 3441 vide con i suoi occhi Sauron giungere sul campo di battaglia sulla piana di Gorgoroth, con l’intento di spezzare l’assedio grazie alla Forza dell’Unico. E vide Gil-Galad ed Elendil pararsi di fronte a lui, e Aiglos e Narsil opporsi come fiammeggianti barriere di fronte al Nemico.

E lungo fu il duello, ma la forza combinata dei due Re fu troppo anche per un Maia: Sauron alfine cadde sconfitto, ma con lui spirarono anche Gil-Galad ed Elendil, ormai sfibrati dopo l’impari scontro. Ed Isildur figlio di Elendil raccolse i frantumi di Narsil, spezzatasi sotto il peso del padre quando l’ultimo colpo di Sauron lo scagliò a terra, e con essi tagliò dalla mano del Nemico il dito che cingeva l’Unico Anello, dissolvendolo, ritenevano, per sempre.

. E come ebbe modo di ricordare Elrond durante il Concilio che porta il suo nome, molti anni dopo, “Ricordo perfettamente lo splendore delle loro bandiere”, disse. “Mi rammento la gloria dei Tempi Remoti e degli eserciti di Beleriand, dove tanti grandi principi e capitani si erano riuniti. Eppure non erano né in tal numero, né tanto splendenti come quando Thangorodrim fu distrutto, e gli Elfi credettero che il male fosse ucciso per sempre, mentre non fu così. […] Fui araldo di Gil-galad e marciai con le sue schiere. Partecipai alla Battaglia di Dagorlad innanzi al Cancello Nero di Mordor, dove la vittoria fu nostra: nessuno infatti poteva resistere ad Aiglos, la Lancia di Gil-galad, e alla Spada di Elendil, Narsil. Vidi l’ultimo combattimento sulle pendici dell’Orodruin, dove morì Gil-galad, e cadde Elendil, e Narsil si frantumò sotto di lui; Sauron in persona tuttavia fu sconfitto, e Isildur gli tagliò l’Anello dalla mano, con l’elsa della spada di suo padre, e lo prese per sé”.

 

Elrond era al suo fianco, e lo implorava di distruggerlo, ma Isildur rifiutò dicendo “Terrò questo in memoria di mio padre e di mio fratello’, disse, e lo conservò gelosamente, lo volessimo o no. Ma poco dopo esso lo tradì, provocando la sua morte, e da allora a nord lo chiamarono il Flagello d’Isildur.

Da quel momento Elrond fu tra i protettori del Regno del Nord, che da Isildur passò a suo figlio Valandil.

 

Terza Era

Elrond custodì le schegge di Narsil e altri cimeli di Arnor a Imladris. E sempre da allora gli eredi di Arnor furono ospitati e cresciuti nella sua casa. Perché forse egli aveva già intuito che da quella linea, un giorno, sarebbe emerso colui che avrebbe riunito i discendenti di Nùmenor verso un’ultima impresa.

 

Ma erano finalmente giunti giorni di pace, o almeno così si riteneva. E dunque Elrond poté finalmente prendere moglie secondo la tradizione degli Eldar. Nel 109, sposò Celebrían, figlia di Galadriel e Celeborn, e insieme ebbero i gemelli Elladan ed Elrohir e la figlia Arwen.

 

Eppure, sebbene Sauron avesse temporaneamente abbandonato la forma visibile, molti ostacoli e pericoli continuavano a insidiare i popoli liberi della Terra di Mezzo. E così un giorno, intorno all’anno 1000 della Terza Era, dall’Ovest giunsero tre emissari: Curumo, Aiwendil e Olòrin erano chiamati in Valinor, ma pochissimi seppero mai chi essi fossero in realtà, e dei tre l’unico che mantenne fede al proprio impegno fu il terzo, chiamato tra gli Elfi Mithrandir e in Ovestron Gandalf. E una grande amicizia nacque tra lui ed Elrond, che insieme a Galadriel di Lòrien furono i possessori degli Anelli Elfici nel corso della Terza Era.

 

Fu intorno a loro e a Saruman che si costituì il Bianco Consiglio, un’assise permanente pensata per raccogliere i cinque Istari e i più importanti tra gli Eldar ancora viventi nella Terra di Mezzo. E fu grazie al loro intervento che fu possibile individuare nel Negromante che aveva preso possesso di Dol Guldur nient’altri che Sauron in persona, che stava faticosamente riacquisendo le proprie forze grazie all’incessante lavoro dei propri servi più temuti, i Nazgûl. Fu nel 2851 che il Bianco Consiglio fu messo a parte del fatto che il Negromante, rivelatosi poi essere Sauron, aveva esteso la propria influenza a molte terre a Est dell’Anduin.

 

Nel frattempo, Elrond si impegnò per mantenere intatta la linea degli eredi di Isildur del Nord, mentre al sud la discendenza di Anàrion era stata spezzata alla morte di Re Eärnur. Ed egli ospitò nella sua casa tutti i Capitani dei Dùnedain che si successero dopo che anche Arthedain fu distrutta, e il Regno settentrionale cessò definitivamente di esistere.

 

Nel frattempo, nell’anno 2509 TE, durante uno dei suoi frequenti viaggi verso Lothlórien, Celebrían fu catturata da una banda di Orchi nel Passo del Corno Rosso sulle Montagne Nebbiose. Questi la portarono nella loro tana e per settimane la torturarono, ferendola anche con armi avvelenate; alla fine fu salvata da Elladan e Elrohir, messisi subito in caccia non appena giunta la notizia dell’attacco, che la portarono a Gran Burrone dove Elrond, facendo appello alle sue capacità di guaritore, si prese cura di lei e gli guarì le ferite del corpo. Tuttavia, nonostante si fosse rimessa completamente dalle ferite del corpo, Celebrían non superò mai lo choc psicologico e cadde in una profonda depressione e malinconia. Alla fine, nell’anno 2510, decise di partire alla volta dei Porti Grigi per raggiungere la terra benedetta di Aman, dove avrebbe potuto dimenticare le sofferenze patite.

 

 

Nel 2933 della Terza Era, Elrond accolse Aragorn e lo allevò come figlio adottivo, celandogli la sua vera identità fino alla maggiore età. E si dice che lo fece non solo perché il padre Arathorn era stato ucciso quando egli era ancora un infante, ma anche perché la madre di Aragorn, Gilraen, lo mise a parte della sua visione: secondo la quale suo figlio sarebbe stato destinato a portare la speranza agli Uomini, qualora avesse superato le imprese che si paravano sulla sua strada.

E così Aragorn crebbe nella casa di Elrond con il nome di Estel, Speranza appunto. E forse neanche Elrond presagiva quanto Gilraen avesse ragione.

 

Trascorsero gli anni, e come altrove è raccontato Aragorn crebbe e divenne un Uomo forte e coraggioso, degno erede dei propri antenati. E un giorno, mentre ella era ospite nella casa del Padre, si innamorò di Arwen. Elrond lo venne a sapere, avvertendolo che, essendo una mezzelfa, Arwen avrebbe dovuto scegliere tra l’immortalità e l’amore per un mortale. E dichiarò che gli avrebbe concesso la sua mano solo se fosse riuscito a diventare re di Gondor e Arnor.

Un grande sacrificio, era questo. Perché se tale fosse stata la scelta di Arwen, ella sarebbe stata giudicata tra i Mortali, e il suo destino al di là dal mondo per sempre separato da quello del Padre che, di razza elfica, sarebbe invece rimasto avvinto ad Arda. E solo Eru sa cosa succederà quando anche il suo tempo sarà giunto alla fine.

 

Elrond è stato protagonista in quasi tutte le grandi imprese svoltesi negli ultimi decenni della Terza Era.

Nel 2941 della Terza Era, ospitò infatti Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia, rivelando loro informazioni essenziali su Thrór e la Montagna Solitaria e permettendogli di interpretare la mappa di Thròr, recuperata da Gandalf a Dol Guldur.

Questo evento sarebbe stato foriero di grandi conseguenze, non solo per la riconquista di Erebor e il destino del Popolo di Durin, ma anche perché un membro della compagnia di Thorin, l’Hobbit di nome Bilbo Baggins, durante l’impresa recuperò un oggetto che si sarebbe poi rivelato cruciale per i destini del Mondo: l’Unico Anello perduto da Isildur nel Grande Fiume, e raccolto un millennio dopo dallo Sturoi chiamato Sméagol.

Fu nel 2953 T.E. che il Consiglio Bianco si riunì un’ultima volta, ma in quell’occasione poco venne concluso perché, come poi diverrà noto, Saruman il Bianco aveva già iniziato a coltivare segreti desideri di possesso dell’Unico, e dunque temeva che una pronta sconfitta di Sauron redivivo avrebbe reso impossibile la sua scoperta.

 

Questi eventi ci accompagnano nei Grandi Anni che precedono la fine della Terza Era, nei quali Elrond compirà il proprio destino. Perché quando Frodo Baggins, nipote di Bilbo ed erede dell’Anello, lasciò la Contea spinto da Gandal, si diresse a Gran Burrone proprio per cercare consiglio da Elrond. E per poco questa impresa non reclamò la sua vita, se non fosse stato per la capacità di guaritore del Signore di Imladris, tra i pochi capaci di sanare le ferite inflitte dall’Alito Nero di Mordor.

E fu il giorno dopo il risveglio di Frodo che il Consiglio di Elrond fu indetto, riunendo rappresentanti di ogni popolo libero e di ogni Regno della Terra di Mezzo, riuniti per discutere del Destino dell’Anello e delle decisioni da prendere. Durante l’incontro, Elrond narrò la storia di Isildur e dell’Anello, riconobbe Aragorn come erede di Isildur e, quando Frodo dichiarò che avrebbe condotto lui l’Anello a Mordor, ne confermò la decisione.

Elrond scelse poi i membri della Compagnia dell’Anello tra i volontari, accettando con una certa riluttanza Merry e Pipino come ottavo e nono. E da allora monitorò per quanto possibile lo svolgimento degli eventi, intervenendo solo in caso di estrema necessità.

 

Ciò avvenne alcuni mesi dopo, quando inviò i suoi figli Elladan ed Elrohir a unirsi ai Dúnedain per combattere a fianco di Aragorn. Fu attraverso Elrohir che consigliò ad Aragorn di percorrere i Sentieri dei Morti e di chiamare a sé l’Esercito dei Traditori per la liberazione di Pelargir.

 

La caduta di Sauron, come anticipato, costituiva per Elrond al contempo ragione di felicità, perché rappresentava il compimento della sua missione, sia di tristezza, perché alfine Arwen avrebbe sposato l’Uomo che amava, e scelto un destino differente da quello del Padre. Ma Elrond sapeva che quella era la scelta richiestagli dal Fato. Dopo il ritorno vittorioso di Aragorn a Minas Tirith, Elrond accompagnò Arwen a Lothlórien, da dove proseguì verso Minas Tirith per sposare Aragorn.

 

Il compito di Elrond, quasi settemila anni dopo la sua nascita, era dunque terminato.

 

E così, dopo la fine della Terza Era, Elrond lasciò la Terra di Mezzo per sempre, imbarcandosi con Gandalf, Bilbo, Frodo e Galadriel sulla Nave Bianca diretta a Valinor. Elrond fu una delle figure più influenti della Terra di Mezzo, testimone e protagonista di eventi che segnarono tre Ere. Sebbene fosse destinato a una grandezza regale, scelse il ruolo di guida e custode, preferendo il ruolo di protettore e consigliere, piuttosto che quello di sovrano.

E la partenza di Elrond Mezzelfo, figlio di Eärendil la Stella, araldo dei grandi Re dei Noldor, guaritore e studioso, Signore di Gran Burrone e avo dei Re degli Uomini, segnò la fine dell’epoca degli Eldar nella Terra di Mezzo.

 

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