Eldalondë, di Ralph Damiani

Sulle rive occidentali dell’isola di Nùmenor, ove il fiume Nunduinë riversava le sue acque nella Baia di Eldanna, sorge la bianca città di Eldalondë.

In Quenya questo nome vuol dire proprio “Porto degli Elfi” ed era appunto il luogo dove gli Elfi di Tol Eressëa approdavano con le loro belle navi a forma di cigno per scambiare doni e conoscenza con i loro antichi alleati Edain e i loro discendenti.

 

Eldalondë, di Greset David

 

Non casualmente, infatti, le colline intorno a Eldalondë, una regione detta Nisimaldar, sono ricche di alberi omaggio degli Elfi. Tra di essi, una specie di alberi particolarmente apprezzata erano i Malinorni, che i Nùmenoreani regalarono a Gil-Galad e che lui a sua volta donò a Galadriel. E per la prima volta, alcuni di questi alberi fiorirono a oriente del Mare: era i famosi mellyrn di Lòrien (al singolare mallorn), gli alberi d’oro e d’argento – si ricorderà che l’unico Mallorn della Terra di Mezzo non presente a Lòrien è l’Albero della Festa della Contea, lì piantato da Samvise Gamgee.

 

Le conoscenze elfiche trasmesse attraverso i frequenti scambi a Eldalondë – che negli anni della gloria di Nùmenor divenne un centro culturale e artistico – furono essenziali per lo sviluppo della società nùmenoreana nei primi secoli. Ma via via che gli Uomini si allontanarono dal rispetto per le tradizioni e per i Valar, coltivando sempre più orgoglio e disprezzo per gli altri popoli, le navi elfiche si fecero sempre più rare ed infine, con la salita al potere degli Uomini del Re, smisero di attraccare a Nùmenor.

E solo il nome portò, per i pochi decenni che rimanevano prima dell’Akallabêth, il ricordo della lunga amicizia tra gli Edain di Elenna e gli Elfi di Eressëa.

 

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