Eärendil il Marinaio, di Jenny Dolfen

Gondolin, 503 P.E. – Splendente in cielo

 

“Aiya Eärendil, Elenion Ancalima!”

L’invocazione di Frodo a Cirith Ungol – J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, “La Tana di Shelob”

 

Ci sono nomi capaci di varcare il confine tra la storia e la leggenda, e raggiungere il mito. Nomi che diventano simboli e ispirano canti e narrazioni, e che sono conforto nei momenti più bui. Eärendil è uno di essi.

 

Eärendil nacque da Tuor figlio di Huor e da Idril figlia di Turgon nella beatitudine di Gondolin, ancora risparmiata dalle insidie del nemico grazie al proprio celamento tra i Monti Cerchianti.

Il mondo intorno, tuttavia, segnava la costante avanzata del Nemico: caduti erano Hithlum e i Regni dei figli di Fëanor, e il Dorthonion era ora una landa di spettri e oscure creature. Vuote e spoglie erano le sale di Nargothrond dopo la venuta del Drago, e negli stessi mesi in cui Eärendil veniva al mondo, nel 503 della Prima Era, Re Thingol Mantogrigio, unico tra i Sindar ad aver visto gli Alberi e stretto un Silmaril, cadeva per mano dei Nani di Nogrod.

Eppure, la nascita di Eärendil rappresentò un segno di speranza. E forse fu per inattesa profeticitá che il padre volle chiamarlo ‘Amante del Mare’, ove poi spenderà gran parte della propria vita terrena.

 

Era la genealogia di Eärendil particolarmente significativa, poiché egli era il figlio di Huor della casa di Marach e di Rían della casa di Bëor. E la nonna di suo padre Tuor era Hareth della Seconda Casa. Era dunque il figlio di Idril l’erede di tutti gli Amici degli Elfi della prima Era, come suo padre e suo zio Túrin Turambar.

 

La Caduta di Gondolin, di ivanaleksevich
La Caduta di Gondolin, di ivanaleksevich

E a sua volta, da parte di Idril Celebrindal, egli portava in sé la memoria dei grandi Re Elfici di Valinor: perché il padre di Lei era Turgon figlio di Fingolfin figlio di Finwë, Alto Re dei Noldor del Beleriand, e sua madre Elenwë dei Vanyar, parente di Ingwë che siede ai piedi del trono di Manwë tra le sale di Valmar.

E la stirpe dei Teleri, unica a non essere parte della sua genealogia, sarà riunita a questa eredità dai suoi figli Elrond ed Elros quando egli sposò Elwing figlia di Dìor figlio di Lúthien Tinùviel.

Grandi furono le celebrazioni in Gondolin per la sua nascita. E forse la causa stessa di quando avvenne di lì a pochi anni. Si racconta infatti che la visione del sogno d’amore coronato da Tuor con la sua amata Idril, con la nascita di Eärendil, avesse vieppiù ottenebrato il cuore di Maeglin, a cui solo il lavoro concedeva serenità e distrazione. E così sempre più lontano Maeglin condusse le proprie ricerche di metalli rari e preziosi intorno all’Echoriath. E fu infine catturato dal Nemico, e non servì molto affinché il suo risentimento sfociasse in tradimento.

 

E ciò che avvenne è approfonditamente narrato ne La Caduta di Gondolin: di come il Nemico ebbe il tempo di apprestare un grande esercito, che assalì Gondolin con Orchi, Balrog e Draghi, chiudendo la città in un assedio senza speranza. Ivi si consumarono alcuni dei più grandi atti di eroismo celebrati dagli Eldar: come la sortita di Rôg del Martello d’Ira, i cui cavalieri tracciarono un rosso solco tra le schiere degli assedianti, prima di venire sopraffatti dal loro numero; o come il sacrificio di Ecthelion della Fonte in singolare tenzone contro Gothmog, Signore dei Balrog e luogotenente di Morgoth, in cui ciascuno uccise l’altro precipitando nel pozzo della città. O della disperata difesa della Torre di Turgon da parte dei familiari stessi del Re. Ma tutte queste azioni permisero a Tuor e Idril di condurre parte della popolazione di Gondolin per nascosti passaggi, che ella aveva fatto approntare in segreto, temendo ciò che avvenne. E non facile fu la loro fuga, poiché Maeglin tentò di fermarli e di uccidere Eärendil, allora di soli sette anni, confermando come la sua nascita fosse il vero motivo del suo tradimento. Ma Tuor lo sconfisse, e lo gettò dalle mura nelle fiamme circostanti.

 

Ma nessuno di loro prevedeva ciò che lo attendeva negli impervi sentieri tra le montagne. Poiché il Nemico aveva disposto molti e possenti alleati nei dintorni dei Monti Cerchianti, e un Balrog si paró loro innanzi quando ormai la città era lontana alle loro spalle. E solo l’intervento di Glorfindel dai dorati capelli riuscì a salvarli, ingaggiando un duro combattimento contro il Demone di Morgoth, mentre Tuor conduceva in salvo la popolazione. E ivi Glorfindel, sconfitto il proprio nemico, trovò a sua volta la morte. Ma il suo eroismo, come noto, fu ricompensato in Valinor, ed egli camminò ancora per due Ere nella Terra di Mezzo, inviato a sostegno degli Eldar nel momento del bisogno durante la Guerra contro Sauron.

 

Tuor, Idril e Eärendil fuggirono a Sud lungo il Sirion, ove ancora pulsava il potere di Ulmo Signore delle Acque, e si recarono a Sud, lungo le coste del Mare, ove già si erano raccolti, sotto la guida di Cìrdan il Carpentiere e di Ereinion figlio di Orodreth, i superstiti del Nargothrond e di altri Regni elfici distrutti da Morgoth. Durante il tragitto, si ricorda nelle leggende, mentre si riposavano a Nan-tathren, le acque di Ulmo risvegliarono in padre e figlio la nostalgia del mare.

 

In seguito, Eärendil visse ad Arvernien, presso i Porti del Sirion. Divenne il Signore di quelle contrade, e ivi sposò Elwing, figlia di Dior, il figlio di Beren e Lúthien. E insieme ebbero due figli: Elrond ed Elros.

Con l’aiuto di Círdan, Eärendil costruì una nave, Vingilótë (o Vingilot), e navigò per i mari a ovest della Terra di Mezzo con due scopi: cercare Tuor e Idril, che tempo prima erano partiti per invocare l’aiuto dei Valar, e mai erano mai tornati. E si dice che già allora anch’egli ambisse in cuor suo di trovare la Terra Beata, così da portare il messaggio degli Elfi e degli Uomini ai Valar dell’Ovest prima della sua morte. Così, Eärendil navigava, Elwing restava ad Arvernien, poiché la sua presenza aveva un influsso positivo su tutti coloro che ivi vivevano.

 

Ed ei partì per contrade nascoste,
Sette luci sul suo cammino stanco,
Come se attraversasse il Calacirian.
Giunse nei luoghi ove il tempo non scorre,
Ove gli anni risplendono eterni,
Ed il Remoto Re governa perenne
Ad Ilmarin sulla Montagna solenne;
Gli svelaron segreti e misteri
Sul conto degli Elfi e degli Uomini veri.
Del mondo gli mostraron visioni
Proibite ai comuni mortali.

Bilbo Baggins, Eärendillinwë

 

Eärendil e Elwing, di Steamey
Eärendil e Elwing, di Steamey

Va infatti ricordato che Elwing era in possesso del Silmaril che Beren e Lúthien avevano strappato a Morgoth. La notizia giunse ai figli superstiti di Fëanor, e il Giuramento pronunciato a Valinor covò forse il suo peggiore crimine. Poiché i superstiti tra di essi (Maedhros, Maglor, Amrod e Amras) attaccarono il popolo di Arvernien, uccidendone la maggior parte. Troppo tardi infatti giunsero le navi di Cìrdan e Gil-Galad alle sponde della Terra di Mezzo.

Ma Elwing, piuttosto che essere catturata, si gettò in mare insieme al Silmaril. Tuttavia, il Silmaril non andò perduto:

 

Infatti Ulmo trasse Elwing dalle onde, conferendole l’aspetto di un grande uccello candido sul cui petto splendeva come una stella il Silmaril, ed essa volò sulle acque in cerca del suo amato Eärendil. E una notte, Eärendil, che stava al timone della sua nave, la vide venire alla sua volta, simile a una bianca nube estremamente ratta sotto la luna, a una stella che sopra il mare si muovesse seguendo un’orbita insolita, a una pallida fiamma su ali di tempesta. E si canta che Elwing piombò dall’aria sui legni di Vingilot, in deliquio, vicina a morte per la fatica e l’urgenza del volo. Eärendil se la strinse al petto; al mattino però, con occhi pieni di meraviglia, vide sua moglie accanto a sé, nel suo aspetto consueto, i capelli sul volto, che dormiva.

Grande fu il dolore di Eärendil ed Elwing per la rovina dei porti del Si-rion e la cattività dei loro figli; temevano che venissero uccisi, ma così non fu.

J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, “Del viaggio di Eärendil e della Guerra d’Ira”

 

Elrond ed Elros, infatti, furono salvati da Maglor figlio di Fëanor, che si intenerì di loro, probabilmente in memoria dei piccoli Eluréd ed Elurìn, loro zii, abbandonati e perduti dopo la Rovina del Doriath. Venuto a sapere della tragedia accaduta ad Arvernien, Eärendil cercò allora Valinor, e infine lui ed Elwing riuscirono a trovarne la via, guidati dalla luce del Silmaril ch’egli ora teneva il fronte.

 

Eärendil a Tirion, di Ted Nasmith
Eärendil a Tirion, di Ted Nasmith

E così Eärendil fu il primo tra tutti i figli di Uomini a mettere piede a Valinor. E attraversò il Calacirya, e le argentee scale di Tirion la bella, mentre tutti gli abitanti erano raccolti a Valmar. In celebrazione alla presenza dei Valar.

E qui, quando già egli stava voltando le spalle per tornare al mare, si sentì chiamare da una voce forte e profonda: “Salute, Eärendil, il più famoso di tutti i marinai, l’atteso che giunge inaspettatamente, il desiderato che arriva al di là di ogni speranza! Eärendil, portatore di luce più antica del Sole e della Luna! Splendore dei Figli della Terra, stella nelle tenebre, gemma nel tramonto, radianza nel mattino!”. E alzando lo sguardo, vide per la prima volta un Maiar, e uno dei più splendenti. Poiché la voce era quella di Eönwë, l’Araldo di Manwë, che riconosceva la sua venuta come segno del favore divino alla sua impresa.

 

Eärendil fu dunque condotto in Valinor, ove a lungo perorò la causa di Edain, Noldor, Sindar e Elfi costretti a vivere sotto il giogo di Morgoth, e rimembrò le molte sofferenze che le due stirpi dovettero subire a causa del Nemico. E i Valar accolsero la sua supplica.

Poiché Eärendil aveva intrapreso quella missione per conto degli Uomini e degli Elfi, e non per vantaggio personale, Manwë si astenne dal pronunciare su di lui la condanna a morte che sarebbe stata dovuta. Disse infatti il Re Antico:

 

“In questa faccenda, il potere di decretare la sorte mi è delegato. Il periglio da lui affrontato per amore delle Due Stirpi non ricadrà su Eärendil né su Elwing sua moglie, che a sua volta l’ha affrontato per amore di lui; ma essi non s’aggireranno mai più tra Elfi e Uomini delle Terre Esterne. Tale è dunque il mio decreto per quanto li riguarda: a Eärendil, a Elwing e ai loro figli sarà concesso di scegliere, ciascuno singolarmente e liberamente, a quale stirpe dovrà essere legato il suo destino e con quale stirpe dovranno essere giudicati.”

J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, “Del viaggio di Eärendil e della Guerra d’Ira”

 

Elwing scelse di essere annoverata tra gli Elfi. Eärendil avrebbe preferito essere uno degli Uomini; tuttavia, per amore della moglie, scelse di essere annoverato tra gli Elfi. Un dono che fu trasmesso anche ai loro figli. E così la progenie di Elrond diventerà nota come Mezzelfi, mentre Elros scelse invece il popolo degli Uomini, e diventerà poi il primo Signore di Nùmenor.

 

Eärendil affronta Ancalagon, di Denis Gordeev
Eärendil affronta Ancalagon, di Denis Gordeev

I Valar, dopo aver ascoltato la supplica di Eärendil, partirono con un possente esercito verso la Terra di Mezzo e dopo un conflitto lungo più di quarant’anni, noto come Guerra d’Ira, sconfissero Morgoth, legandolo nuovamente con la catena Angainor forgiata dal fabbro Aulë.

Eärendil prese parte alla battaglia, intervenendo quando i draghi alati stavano costringendo l’esercito dei Valar sulla difensiva. La sua nave, Vingilot, fu infatti benedetta dai Valar, riempita di una fiamma bianca e splendente, e inviata nei cieli. Eärendil la guidava dal timone, con il Silmaril legato sulla fronte.

 

Insieme a Thorondor e alle Aquile, uccise il grande drago Ancalagon il Nero, gettandone il corpo su Thangorodrim. Questo evento, unito alla distruzione portata dalla Guerra d’Ira, segnò la rovina di Beleriand, che fu sepolto dalle acque. I superstiti tra i Noldor, gli Edain e i Sindar trovarono rifugio nel Lindon, l’ultima memoria dell’Ossiriand rimasta nella Terra di Mezzo.

 

Da quel giorno, nessuno rivide più Eärendil, mortale o immortale che fosse. Poiché il suo destino fu di rappresentare la speranza dell’amore e del conforto dei Valar per coloro che vivono al di qua del Mare, e la luce del Silmaril avrebbe continuato a splendere in cielo per tutte le successive ere di Arda, portata sulla fronte di Eärendil. E Uomini ed Elfi la chiamarono Gil-Estel. Stella dell’Alta Speranza, e sempre si rivolgevano ad essa nei momenti di difficoltà.

 

Due volte, si ricorda, il nome di Eärendil compare nelle cronache successive: la prima volta quando l’Ombra cominciò ad aduggiare Nùmenor, e Re Tar-Atanamir ebbe l’ardire di domandare ai Valar perché i Signori di Elenna, supremi tra gli Uomini, non potessero accedere all’immortalità del proprio antenato Eärendil. E gli fu risposto, dai messaggeri inviati dalle Potenze, che ciò era possibile perché quel dono era riservato a Eärendil e ai suoi discendenti Mezzelfi, e non già a tutti gli Uomini. E aggiunsero che questo dono costò al loro antenato la possibilità di camminare sul Mondo, costretto com’era a solcare i cieli per controllare le Porte della Notte e assicurare l’esilio di Morgoth.

 

La seconda volta avvenne molto più tardi, e l’intera vicenda è raccolta nel Libro Rosso: quando Frodo si trovava a nelle gallerie di Cirith Ungol, inseguito da un Orrore senza Nome, e si risolse a sollevare la Fiala che Galadriel gli aveva donato, gridando “Aiya, Eärendil, Elenion Ancalima!”, “Salve Eärendil, la più splendente delle Stelle!”, la cui luce ebbe il potere di far arretrare Shelob stessa, l’Ultima delle discendenti di Ungoliant che, molto tempo prima, aveva ucciso gli Alberi da cui generò la luce stessa del Silmaril che Eärendil portava in fronte.

 

E ancora oggi, osservando la stella che noi chiamiamo Venere, vi è chi trova conforto e sollievo alle cure del proprio cuore, consapevole che la luce più antica del Mondo splende ancora sopra di noi.

 

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