Doriath, prima del 1300 A.A. – ?

 

La storia di Daeron, il più grande bardo a est del Mare – rivaleggiato solo, nella Terra di Mezzo, da Maglor figlio di Fëanor – è la storia di un amore non corrisposto che, per troppo affetto, ha portato nuove sofferenze sia al protagonista che alla persona oggetto del proprio amore, come spesso vuole il destino di chi vive in Arda Corrotta.

Poco sappiamo dell’infanzia e dei primi anni di vita di Daeron, e se sia nato a Cuiviénen o quando la schiera dei Teleri era già giunta nel Beleriand. Era senz’altro un membro della terza schiera degli Elfi, e certamente tra loro quello che più di tutti teneva fede al loro epiteto di Lindar: era infatti un eccezionale menestrello, esperto di storie e di racconto, e quando Thingol fondo il reame del Doriath lo volle proprio bardo di corte.

Nel Reame Celato, illuminato dalle stelle e dalla luce sui volti di Melian la Maia e Elwë Mantogrigio (l’unico Sindar che avesse visto gli Alberi con i propri occhi), Daeron crebbe diventando un punto di riferimento per tutti gli Elfi del regno non solo come Bardo ma anche come avventuriero e sapiente.

Consapevole della necessità di definire uno standard di semplice utilizzo per le Certhas – le rune che gli Elfi del Beleriand utilizzavano fino ad allora, soggette a molte variazioni locali – creò un sistema di scrittura più efficiente (da allora chiamato Certhas Daeron), che venne utilizzato per le iscrizioni a Menegroth. Questo alfabeto ottenne molta risonanza in tutta la Terra di Mezzo grazie ai nani. Coloro che lavoravano presso Thingol, infatti, le proposero agli altri membri della propria stirpe e da lì si diffuse rapidamente in tutti i regni dei nani, compresa Moria nelle profondità delle Montagne nebbiose.

Correva l’anno 20 della Prima Era quando Fingolfin, Re dei Noldor, tenne una grande festa vicino agli Stagni di Ivrin che fu in seguito rinominata Mereth Aderthad. Daeron e Mablung vi parteciparono come messaggeri di Re Thingol, portando doni e saluti.

Vi è chi sostiene che l’impegno che Daeron volgeva alla musica e al lavoro nascesse dal fatto che, innamorato di Lúthien figlia di Thingol, aveva l’animo esulcerato dal fatto che essa non lo corrispondesse, nemmeno quando il Beleriand era in pace ed ella amava danzare sotto la luce delle stelle al suono della sua musica. E tanto pareva contentarlo, almeno finché ai confini del Doriath non si presentò un uomo proveniente dalle montagne del Nord: era costui Beren figlio di Barahir, che a costo di grandi imprese era riuscito ad aprirsi una strada a sud del Dorthonion ormai caduto sotto il controllo dei servi di Morgoth, cercando aiuto nella sua vendetta per la morte del padre e dei loro compagni.

E qui una notte d’estate Beren incontrò Lúthien mentre danzava sui prati del Doriath e, per la prima volta nella storia di Arda, un’Elfa e un Uomo si innamorarono. E presto Daeron, che Lúthien considerava un amico fraterno, lo venne a sapere. Ma che la figlia di Thingol e Melian potesse andare in sposa a un Uomo Mortale, certo il Re non lo avrebbe mai permesso. E quindi Daeron, sperando ancora ch’ella potesse volgersi a lui, lo andò a riferire al proprio Signore, che montò su tutte le furie e diede il via agli eventi narrati nel Lai di Leithian, che portarono Beren a intraprendere la perigliosa ricerca dei Silmaril.

Com’è altrove raccontato, Beren chiese l’aiuto di Finrod Felagund mostrandogli l’anello di Barahir che il re di Nargothrond aveva donato all’Uomo durante la Dagor Bragollach. Ed entrambi furono catturati da Sauron e rinchiusi nelle segrete della torre di Tol-in-Gaurhoth.

Quando Lúthien lo venne a sapere, cercò l’aiuto di Daeron per poter accorrere in aiuto del proprio amato. E questa volta non fu la gelosia, ma piuttosto la paura per il pericolo a cui Lúthien si voleva esporre, a spingere Daeron a tradire nuovamente la sua fiducia. Ed egli parlò nuovamente con Thingol, cagionando suo malgrado la prigionia di Tinuvièl sull’albero Hirilorn e la sua fuga in cerca di Beren.

Daeron non si perdonò mai queste azioni. Poco dopo ch’ella fu partita, lasciò a sua volta il Doriath partendo alla sua ricerca. E mai seppe, secondo le cronache, quale fu il suo destino, perché volse i suoi passi a Est e si perdette non appena varcati gli Ered Luin, dimorando di lì in avanti lontano da tutti, con solo la propria musica come conforto per il proprio amore perduto. Come recita il Lai di Leithian, ” messosi alla ricerca di Lúthien in preda alla disperazione, vagò per sentieri ignoti e, varcati i monti, giunse nella parte orientale della Terra di Mezzo, dove per molte età stette accanto a scure acque a lamentare Lúthien, figlia di Thingol, la più bella di tutte le creature viventi”

Quale sia stato il suo destino, nessuno lo sa tra i sapienti di Elfi, Uomini e Nani. Ed è degno di nota che entrambi i più grandi menestrelli della Prima Era, Daeron e Maglor, finirono i propri giorni vagando per la Terra di Mezzo lamentando le proprie azioni passate.

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