Curufin, figlio di Fëanor
Tirion, A.A. c.a 1.200 – Menegroth, P.E. 506
Si dice che ciascuno dei figli di Fëanor avesse ereditato una delle caratteristiche del padre, in misura maggiore o minore. E spesso questa eredità era evidenziata nel loro nome, paterno o materno, che rispecchiava in modo diretto l’aspetto a loro visione di maggior rilievo.
Vale dunque la pena di cominciare questa presentazione di Curufin, quinto figlio di Fëanor, notando come quest’ultimo gli abbia assegnato il suo stesso nome (“Finwë l’abile”) perché egli era il suo figlio preferito e quello che maggiormente aveva ereditato le sue abilità manuali e il suo intelletto affilato.
Curufin nacque a Valinor durante un’epoca di pace, quando ancora Melkor, appena liberato dalla prigionia nella Aule di Mandos, ancora non aveva messo in moto i propri piani di vendetta. Ad Aman, Curufin seguì suo padre Fëanor nelle sue molte dimore: quando risiedeva a Tirion in vista della Torre del nonno Finwë, quand’era ospite nelle fucine di Aulë, quando si ritirò a seguito dello scontro con Fingolfin nella residenza di Formenos ove Finwë rimase fino alla morte.

E, a seguito dell’Ottenebramento di Valinor, Curufin fu al fianco del Padre nel pronunciare il terribile giuramento che tante conseguenze provocò ai Noldor, durante la quale, al pari di Fëanor e dei fratelli, giurò di muovere guerra a chiunque avesse posto la propria mano sui Silmaril, ch’essi giudicavano appartenere a nessun’altro che al Padre, loro creatore, e a loro che ne erano legittimi discendenti.
Altrove è narrato quanto avvenne dalla partenza dei Noldor da Tirion all’eccidio di Alqualondë, fino al loro incontro con Mandos, il Profeta Antico, sulle spiagge di Araman, in cui la Sorte dei Noldor fu pronunciata. Dopo una lunga marcia verso nord, i Noldor si avvicinarono all’Helcaraxë, un ponte di terra ritenuto impraticabile, e allo stretto tra Aman e la Terra di Mezzo che intendevano attraversare. Con troppe poche navi rimaste per traghettare tutti i Noldor contemporaneamente, e il timore di tradimenti tra le loro case, Fëanor e i suoi figli se ne andarono rubando le navi, abbandonando il popolo che seguiva il fratello Fingolfin.
Insieme a Curufin prese la via dell’Est anche suo figlio Celebrimbor, ma non la moglie, della quale non è ricordato il nome. Rifiutatasi di partecipare alla ribellione di Fëanor, era infatti rimasta ad Aman con il popolo di Finarfin.
Giunti nella Terra di Mezzo, e perduto il padre Fëanor a causa della sua imprudenza dopo la vittoria nella Dagor-nuin-Giliath, i figli di Fëanor attesero l’arrivo della schiera di Fingolfin presso la sponda settentrionale del Lago Mithrim. E il loro incontro avvenne quando per la prima volta il Sole si stagliò nel cielo.
È noto come il fratello di Curufin, Maedhros, catturato dal Nemico, fosse stato lasciato legato per un solo braccio sulle alte pendici di Thangorodrim, come monito per gli Eldar che avessero voluto sfidare Morgoth Bauglir. E molto si è cantato dell’impresa di Fingon figlio di Fingolfin, che da solo liberò Maedhros (verso il quale in Aman rivolgeva grande amicizia). E in virtù di quest’atto di eroismo i Noldor si riunirono in un grande concilio in cui fu deciso che Fingolfin sarebbe divenuto Alto Re, mentre Maedhros e i propri fratelli, rinunciando alla propria progenitura, sembravano essere scesi a più miti consigli anche in pegno dell’abbandono dei propri consanguinei sulle spiagge di Araman.
E così i figli di Fëanor si crearono reami all’Est del Beleriand. Curufin, in particolare, regnò insieme al fratello Celegorm sul reame di Himlad, che comprendeva l’importante passo di Aglon al confine orientale di Ard-Galen, tra tra il regno di re Thingol nel Doriath, il regno di Maedhros a Himring, e i territori di Eöl l’Elfo Scuro a Nan Elmoth.
Curufin aveva un buon rapporto con i Nani, come testimoniato dal coltello Angrist, forgiato dal nano Telchar di Nogrod, presumibilmente ricevuto in dono per l’amicizia dimostrata verso i Naugrim.
Eöl, tuttavia, Curufin non lo amava affatto. Curufin era consapevole del risentimento di Eöl verso i Noldor, e che Eöl stava usando la sua amicizia con i Nani dei Monti Azzurri, di cui Curufin era geloso, per fomentare l’ostilità contro di loro. Nonostante ciò, a Eöl era ancora permesso attraversare l’Est Beleriand, sebbene Nan Elmoth fosse sottoposta a una costante vigilanza.
E proprio in una di queste occasioni Curufin viene ricordato dalle antiche saghe: nel 316 della Prima Era, mentre stava cavalcando con il fratello Celegorm a sud di Himlad, incontrò Aredhel, sorella di Turgon e dunque loro cugina. E grande fu l’accoglienza che le tributarono, poiché era ella una principessa di grande prestigio e bellezza, e in lei i figli di Fëanor vedevano l’occasione per riavvicinarsi nuovamente a Turgon e Fingon suo fratello. E Aredhel raccontò loro che era fuggita da Gondolin di sua volontà, per poter assaporare nuovamente la libertà che credeva perduta per sempre. E Curufin pensò di informare Turgon, ma tergiversò, perché la vedeva felice nelle proprie terre e presagiva che Turgon ne avrebbe richiesto l’immediato ritorno a Gondolin.
Ma proprio mentre ragionava con il fratello Celegorm su come comportarsi, Aredhel sparì, e per un certo tempo non se ne ebbero notizie. Ma quando scoprì ch’ella si era recata a Nan Elmoth, e che Eöl l’aveva presa in moglie e datole il figlio Maeglin, preferì non parlarne con Turgon per evitare la sua ira.
Fu solo alcuni decenni dopo, quando le sue sentinelle avvistarono madre e figlio in fuga lungo il margine settentrionale di Nan Elmoth, ed Eöl che li inseguiva a distanza, che decise di intervenire, catturando l’Elfo Scuro, che tacciò con gravi accuse e, si dice, avrebbe voluto spacciarlo lì per lì. Ma si trattenne, perché agli occhi degli altri Eldar, considerando che Eöl si era comportato educatamente, che non era un servo di Morgoth e che richiedeva unicamente la restituzione di sua moglie e di suo figlio, ciò sarebbe apparso come un grave crimine. Invitò però Eöl a tornare a Nan Elmoth, presagendo gravi conseguenze nel caso ciò non avvenisse. E così in effetti fu, perché a Gondolin Eöl troverà la sua fine, e forse la sua morte istillò in Maeglin un risentimento che solo molti anni dopo si concretizzò nel tradimento.
Curufin è ricordato in altri due episodi delle saghe della Prima Era del Mondo.
Il primo avvenne a Nargothrond, ove egli e il fratello Celegorm si erano rifugiati a seguito della rottura dell’Assedio di Angband con la Dagor Bragollach, e la caduta di molti reami elfici al confine con ciò che restava di Ard-Galen, il soffocante deserto di Anfauglith.
Celegorm e Curufin riuscirono a malapena a sfuggire e passarono verso ovest lungo i confini settentrionali di Doriath, con il seguito a cavallo che riuscirono a salvare, e alla fine giunsero nella valle del Sirion.
Nel 457 P.E., Morgoth inviò una grande forza, sotto il comando del suo luogotenente Sauron, per catturare la torre di Minas Tirith, che custodiva il Passo del Sirion. La fortezza fu infine presa e il suo signore, Orodreth, fu costretto alla fuga, dove sarebbe stato ucciso se non fosse stato per l’intervento di Celegorm e Curufin; giunti con i propri cavalieri e altre forze che riuscirono a raccogliere e combatterono ferocemente, permettendo a Orodreth di scappare e ritirarsi a Nargothrond.
Poco dopo, anche Celegorm e Curufin dovettero ritirarsi e furono accolti con gratitudine a Nargothrond, i rancori tra la Casa di Finarfin e la Casa di Fëanor ora dimenticati. La gente di Celegorm aumentò la forza di Nargothrond e Celegorm e Curufin acquisirono grande potere, guidando molti di loro. Al loro cugino Finrod, Re di Nargothrond, mostrarono amicizia in ogni situazione. Almeno fino a che le conseguenze del Giuramento di Fëanor non furono risvegliate dall’arrivo a Nargothrond di Beren figlio di Barahir, che per amore di Lùthien figlia di Thingol aveva accettato di recuperare per lui un Silmaril dalla Corona di Morgoth. Ed egli era giunto al cospetto di Finrod per richiedere il suo appoggio, in virtù del giuramento ch’egli aveva fatto al padre durante la Dagor Bragollach.
E Finrod accettò, lasciando Nargothrond al nipote Orodreth e partendo per un’impresa da cui non sarebbe tornato. E la presa di Orodreth sul Regno Celato era debole, perché grande prestigio avevano acquisito Curufin e Celegorm tra le genti di Nargothrond, e debole era la presa di Orodreth su di essi.
Qualche tempo dopo, lupi malvagi iniziarono a attraversare il fiume Narog ed entrare nella Piana Sorvegliata, portando Celegorm e Curufin a cacciarli, accompagnati dai loro cavalieri e da Huan, il grande cane di Celegorm proveniente da Valinor. Durante la caccia, Curufin parlò segretamente a Celegorm di Orodreth come di un “ottuso lento” e delineò un piano per usurpare il trono di Nargothrond in caso di morte di Finrod. Non avendo notizie o informazioni su Finrod, Curufin suggerì che Celegorm dovesse fingere un’altra caccia, ma con l’intento reale di cercare Finrod; in questo modo avrebbero potuto confermare la sua morte, o, se per qualche grazia fosse ancora vivo e in possesso di un Silmaril, avrebbero potuto ucciderlo e reclamarlo prima che tornasse. In ogni caso, il trono sarebbe stato loro in quanto casa più anziana tra i Noldor. Celegorm ascoltò, ma non disse nulla.
Al terzo giorno della loro caccia, erano giunti vicino ai loro confini a ovest di Doriath e Huan scoprì Lúthien e la portò davanti a Celegorm e Curufin. Lei rivelò chi fosse e della sua fuga da Doriath per salvare Beren, di cui aveva appreso dalle visioni di sua madre Melian che era prigioniero a Tol-in-Gaurhoth, l’ex fortezza di Finrod, Minas Tirith, ora occupata da Sauron. Celegorm, immediatamente affascinato dalla sua bellezza, e Curufin ascoltarono, senza dare alcuna indicazione di essere a conoscenza di Beren o della sua missione. Una volta che Lúthien finì, chiese loro aiuto. In consiglio privato, Curufin spiegò a Celegorm che ora sapevano che Finrod era stato fatto prigioniero, da dove provenivano i lupi e quale risposta avrebbe dovuto dare a Lúthien. Celegorm poi si rivolse a Lúthien e le disse che il loro gruppo di caccia non era adeguato per assaltare una tale fortezza, ma che se fosse tornata con loro a Nargothrond, avrebbero poi escogitato un aiuto per salvare Beren.
Una volta tornati a Nargothrond, tuttavia, invece di assistere Lúthien, la presero prigioniera. I loro cuori si erano rivolti a diventare i più potenti dei principi Noldor e a rendere tutti i regni degli Elfi obbedienti alla Casa di Fëanor; solo da quella posizione di forza avrebbero poi cercato i Silmaril. Con Finrod destinato a morire nelle prigioni di Sauron e Thingol costretto a consentire a un matrimonio tra Lúthien e Celegorm, avrebbero acquisito un tale potere da usurpare Nargothrond e costringere Doriath a un’alleanza.

Ma Huan, il mastino di Valinor, comprese i loro piani e rifiutò di assecondarne la delittuosa natura. Aiutò infatti Lùthien a fuggire, e insieme si mossero verso Nord in cerca di Beren, salvandolo da morte certa nelle segrete di Tol-in-Gaurhoth. E con lui liberarono molti altri prigionieri, che tornati a Nargothrond descrissero la morte eroica di Finrod e il trionfo di Lùthien su Sauron. E le sorti di Celegorm e Curufin a Nargothrond cambiarono. Anche perché, come poi si seppe, i messaggeri inviati a Thingol per chiedere la mano di Lùthien tornarono recando con sé le irate parole del Re del Doriath, che minacciò di muovere guerra a Nargothrond in caso di mancata restituzione di Lùthien.
Sebbene Celegorm tentasse di placare i clamori del popolo, questi si trasformarono in richieste di uccidere i fratelli. Portati davanti a Orodreth, Celegorm rimase impassibile con disprezzo e rabbia minacciosa, mentre Curufin sorrideva, anche se con occhi guardinghi e la mano sull’elsa del suo coltello. Curufin poi rise e, rivolgendosi a Orodreth come “Signor Sovrintendente”, notò che non erano abituati a stare nella sua sala e chiese di sapere cosa volesse da loro. Orodreth, parlando freddamente, dichiarò che ora stavano davanti al re e che erano banditi da Nargothrond, e che non ci sarebbe mai più stato amore tra il regno e i figli di Fëanor. Celegorm e Curufin partirono presto e se ne andarono da soli poiché nessuno del loro popolo li avrebbe più seguiti; persino il figlio di Curufin, Celebrimbor, rinnegò le azioni del padre e rimase indietro. Huan, tuttavia, continuò a seguire il suo padrone Celegorm.
Lasciando Nargothrond, i due fratelli cavalcarono verso Himring dove risiedeva Maedhros. Incontrarono Lúthien e Beren lungo la strada e li attaccarono. Mentre Celegorm cercava di travolgere Beren, Curufin afferrò Lúthien e la sollevò sulla sua sella. Curufin fu però preso alla gola da Beren con un balzo e scaraventato a terra, dove Beren iniziò a strangolarlo. Celegorm fu impedito di assistere Curufin poiché Huan finalmente si ribellò al suo servizio e lo tenne a bada. La vita di Curufin fu risparmiata poiché Lúthien proibì a Beren di ucciderlo, così Beren spogliò Curufin delle sue armi e del suo equipaggiamento, incluso il coltello Angrist, prima di gettarlo lontano; inoltre, reclamò il cavallo di Curufin per il servizio di Lúthien, dicendo a Curufin di tornare a piedi dai suoi parenti. Curufin maledisse Beren prima di unirsi a Celegorm sul suo cavallo e fecero finta di allontanarsi. Pieno di vergogna e malignità, però, Curufin prese l’arco di Celegorm e scoccò due frecce contro Lúthien; Huan afferrò la prima con la bocca mentre la seconda colpì Beren al petto quando lui si lanciò davanti a lei. Huan poi inseguì Celegorm e Curufin, che fuggirono spaventati. E solo le arti curative di Lùthien e di Melian la Maia poterono salvarlo.
Curufin e Celegorm, con questi atti, si resero responsabili di ben più che di un tradimento. A causa delle loro azioni contro Lùthien, infatti, Thingol non volle che il Doriath si unisse all’Unione di Maedhros, privando gli Eldar di grandi forze che avrebbero potuto prevenire il disastro della Nirnaeth Arnoediad, bilanciando il tradimento perpetrato da Uldor e dai suoi figli.
In segno di ritorsione, Celegorm e Curufin giurarono apertamente di uccidere Thingol e distruggere il suo popolo se fossero stati vittoriosi e il Silmaril (ora in possesso di Thingol) non fosse stato loro liberamente consegnato.
Nel 472 P.E., l’Unione di Maedhros lanciò il suo assalto contro Morgoth, che si rivelerà poi disastroso. Durante la battaglia, l’esercito di Maedhros fu disperso e tutti i figli di Fëanor furono feriti, sebbene nessuno ucciso. Raccolti coloro che rimanevano delle loro forze, riuscirono a farsi strada verso sud, fuggendo verso il Monte Dolmed. Dopo la battaglia, i numeri dei figli di Fëanor furono notevolmente ridotti, e li portarono ad adattarsi a uno stile di vita boschivo, mescolandosi con gli Elfi Verdi dell’Ossiriand.
Nel 503 P.E., Dior, figlio di Beren e Lúthien, divenne re di Doriath dopo la morte di Thingol, ucciso dai Nani di Nogrod a seguito di una disputa con i Nani riguardo al grande tesoro, la Collana dei Nani che portava un Silmaril, e il successivo saccheggio di Doriath da parte dei Nani. Dior indossava il Silmaril apertamente e usò il suo potere per restaurare il regno. Nel 505 P.E. i figli di Fëanor vennero a sapere del Silmaril a Doriath e, inizialmente trattenuti da Maedhros, inviarono un messaggio a Dior chiedendone la restituzione, a cui Dior non rispose. Alla fine del 506 P.E., Celegorm incitò i fratelli e in inverno attaccarono Doriath. Anche se i Fëanoriani riuscirono a conquistare il campo, fu una vittoria vana: subirono gravi perdite, tra cui le morti di Celegorm (per mano di Dior), Curufin e Caranthir; e il Silmaril sfuggì, ora portato dalla figlia di Dior, Elwing.
E così morì Curufin, il più astuto, ma non il più saggio, dei figli di Fëanor. Il più audace, ma non il più coraggioso. Il più abile nelle arti manuali, ma l’artiere di cui meno è rimasto nei secoli successivi, anche perché suo figlio Celebrimbor presto superò le capacità del padre, assurgendo a un’altezza che nessuno dei discendenti di Finwë e Mìriel, salvo Fëanor stesso, era stato in grado di toccare.
E destinando Curufin a diventare il personaggi che più di altri mostra le gravi conseguenze a cui l’orgoglio e la superbia possono portare, perfino se confortate da un intelletto e da un acume che, in altre circostanze, sarebbero stati considerati grandi pregi anche tra il popolo degli Eldar.