LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 4B - Corpus Q(u)enya: Nieninqe

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Proseguiamo nell’esposizione del corpus Qenya, in special modo le poesie citate (e recitate!) da Tolkien all’interno del saggio-conferenza A Secret Vice (1931), mostrando per la prima volta, o quasi, a un pubblico specializzato di filologi la sua segreta passione per la creazione di linguaggi inventati, attraverso esempi di componimenti poetici nelle due principali lingue elfiche di sua creazione (all’epoca era ancora da lui utilizzato il termine elfin, in luogo di elvish che sarebbe diventato quello favorito da lì a qualche anno): il Qenya (stadio preliminare del Quenya a noi ben noto tramite Il Signore degli Anelli) e il Noldorin (precursore del Sindarin).

Dopo avere nello scorso appuntamento passato in rassegna circa metà delle versioni disponibili di Oilima Markirya, proseguiamo con la seconda delle poesie del “Vizio Segreto”: Nieninqe (o Nieninque, secondo l’ortografia che poi diverrà predominante nel Quenya maturo). Tra le cinque versioni esistenti di questa poesia, spesso accompagnate da traduzione in inglese, non vi sono differenze significative, pertanto includo qui solo una delle tre bozze preliminari, la versione riportata nel saggio e la versione più tarda (risalente al 1955), insieme a eventuali annotazioni o glossari, laddove forniti da Tolkien.

N1b – bozza preliminare (1921?), accompagnata da annotazioni:


Norolinde pirukendea
Elle tande Nielikkilis,
tanya wende nieninqea
yan i vilyar anta miqilis.
Y· oromandi elle tande
ar wingildi wilwarindear,
losselie telerinwa
táli paptalasselindear.


Lightly tripping, whirling lightly
Thither came little Niele,
That maiden like a snowdrop
To whom the airs give soft kisses.
The wood-elves too came thither
and the foam-riders like white butterflies;
the music of their feet was like falling leaves.

[Tolkien annota a margine di questa bozza un breve paragrafo esplicativo:]

Questo linguaggio, si potrebbe dire, è stato ovviamente scritto per le esigenze della mia mitologia (sebbene esso rimanga [? forse] incompleto – e abbia spesso subito modifiche grammaticali, specialmente per quanto riguarda i verbi). Ho ritenuto necessario avere almeno qualche idea chiara di come fosse la lingua così come veniva parlata dalle mie creature fatate (gli Eldalie), per comprenderle meglio – e naturalmente inventare i loro nomi. Cosicché dovrebbero essere diversi tra loro e tuttavia parte del medesimo sistema.

N1 – versione inclusa in A Secret Vice, e accompagnata da traduzione inglese in prosa (1931):


Norolinde pirukendea
elle tande Nielikkilis,
tanya wende nieninqea
yar i vilya anta miqilis.
I oromandin eller tande
ar wingildin wilwarindeën,
losselie telerinwa,
tálin paptalasselindeën.


‘Tripping lightly, whirling lightly, thither came little Niéle, that maiden like a snowdrop (Nieninqe), to whom the air gives kisses. The wood-spirits came thither, and the foamfays like butterflies, the white people of the shores of Elfland, with feet like the music of falling leaves.’


“A passo leggero, a passo di danza, giunse dunque la piccola Niéle, la fanciulla goccia-di-neve [o “bucaneve”] (Nieninqe) cui l’aria soffia baci. Giunsero gli spiriti del bosco, e le fate del mare come farfalle; le genti bianche delle spiagge della Terra degli Elfi con piedi come musica di foglie cadute.”

N2 – versione tarda (26 giugno – 2 luglio 1955). Accompagnata da un glossario:

Norolinda pirukendëa
lende tanna Nielikkilis,
sana wende nieninquëa
yan i wilyar antar miquelis
I· oromandi tanna lende
ar wingildi wilwarindie
losselie telerinwa:
táli lantalasselingie.


***

Glossario:

1]. linda “morbido, gentile, leggero”.
    pire “dito del piede”, duale piru.
    cende “estremità”. pirucendea lett. “sulla punta delle dita dei piedi”.

4]. mikwi- “baciare”. miquelis(s)- “morbido, dolce bacio”.

5]. oromandi “abitante delle montagne”.

6]. wilwarindea “come una wilwarin o farfalla”, pl. wilwarindie.
     Cf. laurie, pl. di laurea.

8]. lasselantelingea. linge “suono musicale”. lasselantal. lantalasselingea “con un suono musicale di foglie che cadono”.

 

 

Nieninque (snowdrop), album cover dell’omonimo singolo di Elanor on bandcamp.com

È interessante notare come, rispetto alla trasformazione profonda ed evidente, sia linguisticamente che strutturalmente, che ha subito Oilima Markirya tra le versioni degli anni ’20 e quella degli anni ’60, Nieninque mantenga pressappoco la stessa identica struttura, e vada modificando solo alcune inflessioni grammaticali (ad esempio la flessione del plurale degli aggettivi e qualche desinenza di caso), un paio di morfemi (es. paptalasse > lasse; tanya > sana) e qualche ortografia, accordandole con il Quenya così come si era nel frattempo configurato. Questo potrebbe fungere da dimostrazione del fatto che il Quenya si era sì modificato, in quasi 25 anni, ma che soprattutto era passato attraverso l’instancabile labor limae del Professore. Dopotutto era la “sua” lingua.

Bibliografia:

  • A Secret Vice (1931), in The Monsters and the Critics, and Other Essays (1983), ed. by Christopher Tolkien

  • Early Elvish Poetry, in Parma Eldalamberon XVI (2006), ed. by Christopher Gilson, Arden R. Smith, Patrick H. Wynne, Carl F. Hostetter, Bill Welden

  • The Collected Poems of J. R. R. Tolkien (2024), ed. by Wayne G. Hammond & Christina Scull

Sitografia:

-Rúmil

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