Celebrimbor, Signore di Eregion
Valinor, Prima del 1.495 A.A. – Ost-in-Edhil, 1.697 S.E.
In un’ipotetica linea che congiunge i grandi fabbri e artieri vissuti su Arda, l’unico nome all’altezza di apparire al fianco di quelli di Fëanor e del suocero Mahtan è quello di Celembrimor, che le saghe più antiche volevano nipote del primo, figlio del di lui quinto figlio Curufinwë, anch’egli esperto artigiano.
Per quanto vi siano documenti più tardi che sembrano sconfessare questa progenitura – e lo indichino come un Sindar del Doriath – poco influenzano il momento della sua vita in cui egli creò le sue opere più grandi e per le quali divenne celebre in tutta la Terra di Mezzo.
Stando alla tradizione più antica, Celebrimbor nacque in Valinor durante l’epoca della beatitudine e della prigionia di Melkor, ma poco si sa della sua gioventù. A seguito dell’Ottenebramento di Valinor, seguì il padre e il nonno in esilio nella Terra di Mezzo, ma non fu tra coloro che pronunciarono il Giuramento che sarebbe costato, nei secoli successivi, molte delle rovine che si abbatterono sul popolo dell’Eldalië. Sua madre, appartenente alla Casa di Finarfin, restò invece a Valinor.
Non si conosce il luogo in cui risiedette durante gli anni del Sole e le guerre del Beleriand, anche se eventi successivi suggeriscono ch’egli sia vissuto con il padre e lo zio Celegorm nel reame di Himlad almeno fino al 455 della Prima Era, quando la Dagor Bragollach spezzò l’assedio di Angband e li costrinse a chiedere ospitalità in altri reami elfici, trovando infine accoglienza da Finrod figlio di Finarfin in Nargothrond. Si racconta che Celebrimbor ammirasse sinceramente Felagund e ne diventasse uno dei più fedeli servitori.
Eppure, la presenza di Curufin e Celegorm a Nargothrond, nonostante apparentemente si sottomettessero alle decisioni del Re, non mancò di causare tensioni tra gli Eldar, che vennero esacerbate dopo che Felagund, nel 465, partì per aiutare Beren figlio di Barahir nella sua ricerca dei Silmaril, da cui non fece più ritorno. E se qualcuno sospettò che vi fosse anche la mano dei due fratelli in questa decisione del Re, ciò divenne evidente alcuni anni dopo, quando Gwindor fuggì da Tol-in-Gaurhoth e, giungendo a Nargothrond con Tùrin Turambar, rivelò la macchinazione dei fratelli per soppiantare Finrod e mettere sul trono il più debole Orodreth.
Celebrimbor, che nulla conosceva delle macchinazioni del padre e dello zio, rifiutò di seguirli quando questi furono scacciati da Nargothrond, e da allora rimase con gli esuli di Nargothrond per tutto il corso della Prima Era.
Con l’inizio della Seconda Era, Celebrimbor divenne una delle principali personalità dei reami elfici rimasti nella Terra di Mezzo, in diretto contatto con Elrond e il re supremo Gil-Galad, figlio di Orodreth e probabilmente rimasto con lui per tutto il periodo della Guerra d’Ira.
È dunque probabile che sia rimasto nel Lindon per i primi secoli della Seconda Era.
Un periodo nel quale, raccontano alcune saghe, il suo cuore si volse verso Dama Galadriel figlia di Finarfin, a cui dichiarò il proprio amore per quanto ella fosse già legata a Celeborn del Doriath. Ma fu in onore di lei che Celebrimbor costruì l’Elessar, la prima Gemma Elfica della Terra di Mezzo, pensata per permettere a chiunque la portasse di vedere il mondo verde e felice com’era negli antichi tempi.
Le storie ci riparlano di lui quando, nel 750, fondò insieme a molti altri artigiani Noldor il Reame di Eregion, l’Agrifogliere, in vista delle porte di Khazad-dûm, con il cui popolo strinsero una lunga alleanza, favorita anche dalla scoperta da parte dei Nani di un nuovo minerale, che chiamarono mithril, nelle profondità delle Montagne Nebbiose.
Questa collaborazione tra Elfi e Nani, la più stretta e duratura che vi sia mai stata tra membri di questi due popoli, continuò per molti anni e produsse alcune delle opere più celebrate mai realizzate nella Terra di Mezzo, come le Porte di Durin di Moria, create insieme al Nano Narvi, sulle quali Celebrimbor tracciò le lune lunari che ne proteggevano l’accesso.
Intorno al 1200 della Seconda Era, i fabbri della Gwaith-i-Mírdain ricevettero la visita di uno straniero che si fece chiamare Annatar, “Signore dei Doni”. Si dichiarò emissario dei Valar, inviato per sostenere le lotte degli Elfi nella Terra di Mezza – anticipando in questo modo quello che effettivamente furono gli Istari della Terza Era.

Ed egli era persona di splendido aspetto e ancor migliore favella, ed ebbe buon gioco nel convincere i fabbri di Eregion nell’esplorare tutte le potenzialità della propria arte. E molti segreti Annatar condivise con gli Elfi, tanto che essi arrivarono a fidarsi di lui quasi completamente, e Celebrimbor stesso lo tenne come suo consigliere. Tutto ciò nonostante gli altri grandi Elfi della Terra di Mezzo, Gil-Galad ed Elrond, diffidassero di lui, riuscendo forse a intravedere quello che si celava al di sotto del suo bel sembiante.
Per quasi quattrocento anni Annatar collaborò con la Gwaith-i-Mírdain, che nel frattempo raggiunse l’apice della propria arte. E fu così che un giorno Celebrimbor concepì l’idea – e chi può dire che non vi fosse lo zampino di Annatar in questa decisione? – di forgiare Anelli di Potere, manufatti dai grandi poteri magici e capaci di assoggettare le forze e l’entropia del mondo al volere del proprio possessore.
Come ci raccontano le antiche saghe, tutti furono ingannati, Celebrimbor per primo, cieco di fronte alle menzogne del Nemico e vittima della propria hybris, nella volontà di migliorare sempre più la propria arte. Anche questo, forse, un lascito del tragico destino della casa di Fëanor.
Nel 1600 della Seconda Era, Annatar si rivelò per ciò che era realmente: Sauron Gorthaur, Luogotenente di Morgoth e Signore della Terra Nera di Mordor. Nella quale, all’insaputa di tutti ma non di Celebrimbor, che immediatamente ne venne a conoscenza, forgiò l’Unico Anello con il quale dominarli tutti: i molti minori, i sette dei Nani e i nove degli Uomini. Non già però i tre degli Elfi, che furono protetti dal potere dell’Oscuro Signore perché forgiati da Celebrimbor solo senza l’aiuto di colui che chiamava Annatar.
I tre anelli incorrotti, che vennero poi chiamati Vilya, Narya e Nenya per la loro affinità con gli elementi dell’aria, del fuoco e dell’acqua, furono affidati da Celebrimbor ai tre grandi Elfi allora viventi nella Terra di Mezzo: Gil-Galad, Galadriel e Cìrdan il Navigatore. E si racconta che fu grazie a loro che i reami del Lindon, dei Porti e del Lòrien sopravvissero alle tempeste che si scatenarono nei secoli successivi.
Una volta che Sauron venne a conoscenza del pentimento di Celebrimbor, scatenò il proprio attacco. E fu proprio su Eregion che il suo martello cadde con maggior forza: Ost-in-Edhil fu invasa, e le porte di Moria chiuse. Nonostante una strenua resistenza gli Elfi cedettero, e Celebrimbor venne catturato dalle forze di Sauron.
A lungo venne torturato affinché rivelasse dove aveva nascosto gli anelli, ma nulla disse. Così Sauron diede ordine di ucciderlo e di porre il suo cadavere alla testa del proprio esercito. E il corpo di Celebrimbor straziato dalle frecce fu la prima cosa che i difensori Elfi videro quando l’esercito di Sauron, dopo aver devastato l’Eriador, si mosse all’attacco dei Porti Grigi.
Così morì Celebrimbor, il più grande fabbro Elfico della Terra di Mezzo e maestro nella fabbricazione di gioielli e monili, e secondo solo al suo antenato Fëanor per abilità e ambizione nel raggiungere i picchi della propria arte.