I tre compagni rimasero a lungo in silenzio, con lo sguardo perduto là dov’era scomparsa l’imbarcazione. Infine Aragorn parlò. «Lo cercheranno dalla Torre Bianca», disse, «ma egli non farà ritorno né dai monti né dal mare». Poi a bassa voce intonò un canto:
Su Rohan, su campi e stagni, tra l’erba verde e alta,
Soffia il Vento dell’Ovest, e il muro e il vallo assalta.
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Ardeva di una collera che la faceva scintillare, se in giro c’erano degli Orchi; ora era vivida come una fiamma blu per la gioia provata nell’uccidere il potente signore della caverna. Non ebbe nessuna difficoltà a recidere rapidamente le catene degli Orchi e a liberare tutti i prigionieri.
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 A Sam, seduto nella barca di testa, fu assegnato il compito di sentinella. Proteso in avanti, scrutava le tenebre. La notte si fece fitta, ma le stelle lassù erano stranamente luminose, e sulla superficie del Fiume vi era come un luccichio.
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 La spada tornò nel fodero. «Presto, seguitemi!» disse una voce fiera e tranquilla; e prima che Bilbo capisse cos’era successo, trottava di nuovo in avanti, a più non posso, ultimo della fila, giù per passaggi scurissimi con le urla degli Orchi che svanivano dietro di lui.
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Il Grande Goblin, di arthurx16

 Proprio in quel momento tutte le luci della caverna si spensero, e il gran fuoco, puff!, esplose in una colonna di fumo bluastro e fosforescente che schizzò su fino al soffitto e sparse bianche scintille pungenti su tutti gli Orchi.
 Le grida e le urla inarticolate, il gracidare, l’uggiolare, il farfugliare; gli ululati, i ringhi e le imprecazioni; lo strillìo e lo stridio che seguirono erano al di là di ogni possibile descrizione.
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Aquila, di Scott-Edward

 Vi erano molti uccelli intorno alle creste e ai fumaioli di pietra, e grandi stormi avevano solcato l’aria lontana, contorni neri contro il pallido cielo. Mentre riposavano nell’accampamento, Aragorn pensava, osservando dubbioso i voli d’uccelli, se Gollum avesse escogitato qualche nuova malvagità e se nelle zone selvagge si fosse ormai sparsa la voce del loro viaggio fluviale.
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«Assassini e Amici degli Elfi!» gridò il Grande Orco. «Squarciateli! Picchiateli! Mordeteli! Sbranateli! Portateli via nelle caverne scure piene di serpenti e non fategli più vedere la luce!». Era talmente arrabbiato che saltò su dal suo sedile e si precipitò lui stesso su Thorin colle fauci spalancate.
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L’indomani la campagna da ambedue i lati cominciò a trasformarsi rapidamente. Gli argini si fecero alti e pietrosi. Presto si trovarono ad attraversare una contrada di colline rocciose, e sulle due sponde terminavano ripidi pendii sepolti sotto profonde macchie di cespugli spinosi e di prugnole, aggrovigliati con rovi e rampicanti.
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 Il Grande Orco lanciò uno spaventoso urlo di rabbia quando la guardò, e tutti i suoi soldati digrignarono i denti, scossero gli scudi e batterono i piedi. Avevano riconosciuto immediatamente la spada. Aveva ucciso centinaia d’Orchi ai suoi tempi, quando i begli Elfi di Gondolin davano loro la caccia sulle colline o li combattevano sotto le loro mura.
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 La notte passò senza che Gollum desse il minimo segno di vita. Dopo l’accaduto, la Compagnia fu costantemente all’erta, ma non scorse traccia di Gollum durante il resto della navigazione. Se li stava ancora seguendo, lo faceva in modo cauto ed astuto.
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