Primi secoli Terza Era – in uso nella Quarta Era
Quando si parla della vita quotidiana del Regno di Gondor, sono in realtà pochissime le informazioni di cui disponiamo, dal momento che i compilatori del Libro Rosso erano più interessati a narrare la cronaca dei grandi eventi a cui prendevano parte piuttosto che ad approfondire le dinamiche sociali ed economiche dei Paesi e dei popoli con i quali interagivano.
Qualcosa, tuttavia, emerge comunque all’interno di quelle pagine. Ci riferiamo in particolare alle modalità con cui veniva effettuato il commercio all’interno del Regno di Gondor e, per spigolatura, anche nelle altre comunità con cui avevano relazioni commerciali.
Queste monete erano dirette discendenti di quelle in uso a Nùmenor, con una significativa differenza: in un’epoca come la Terza Era, contrassegnata da una diffusa decadenza, la moneta d’oro di Elenna, il Doppio Drago, era divenuta estremamente rara e spesso tesaurizzata dal governo.
Per questa ragione, sappiamo che a Gondor veniva utilizzata principalmente una moneta chiamata Castar, una moneta d’argento che si è poi diffusa dal Regno del Sud anche in territori amici come Rohan, i popoli della Valle dell’Anduin e gli Uomini di Dale.
Questa moneta era valutata circa un quarto del Mirian, la moneta d’oro di secondo livello a Nùmenor (costituita da circa 4 once d’oro contro le 16 del Doppio Drago), ed era quindi costituita da argento per un valore pari a 0,01 once d’oro.
A sua volta, il Castar era suddiviso in altre monete che totalizzavano a loro volta un quarto di questo valore: il tharni o canath. Al di sotto di queste, si passava alle monete in ottone o in rame, che avevano il valore più basso tra quelle in circolazione.
Una interessante considerazione viene dall’etimologia della parola Castar, che probabilmente risale all’antica lingua parlata dalle stirpi umane nel corso della Prima Era (e che poi in parte sono confluite nell’Adûnaico e poi nell’Ovestron. Infatti, la parola Castar sembra essere collegata con le parole in lingua Hobbit “kast” e in lingua Rohirrim “kastu”, entrambe dal significato di oggetto prezioso. In questo senso, il termine per “oggetto prezioso” si è probabilmente evoluto nel significato di “valore” per finire per essere utilizzato come nome di una moneta.