Borondir Udalraph, il Cavaliere dell’Ultima Speranza
Gondor, c.a. 2.485 T.E. – Campo di Celebrant, 2.510 T.E.
La storia di Borondir è probabilmente quella del più celebre messaggero dello Storia del Regno di Gondor, pari solo a Hirgon che nel 3.019 della Terza Era recapitó a Re Théoden di Rohan la Freccia Rossa, che chiamò lui e i suoi uomini alla guerra a Minas Tirith.
E forse non è un caso che questi due messaggeri incornicino la Storia dei Rohirrim, dal momento dell’inizio della loro amicizia con Gondor fino alla sua definitiva consacrazione con la sconfitta di Sauron.
Quando Borondir partí per il proprio viaggio, infatti, poche erano le speranze di Gondor: una grande armata di Balchoth si stava infatti radunando a sud di Bosco Atro, e le forze di Cirion il Sovrintendente si erano assottigliate per le lunghe guerre e le epidemie che avevano tormentato il Paese e il suo popolo.
Così fu deciso di inviare messaggeri agli Uomini del Nord, che da secoli si erano dimostrati fieri alleati di Gondor anche in virtù della parentela che legava gli antenati dei loro signori con i re della stirpe di Elendil, ormai spezzata.
Sei messaggeri furono scelti, che avrebbero dovuto procedere a coppie a distanza di un giorno l’una dall’altra. Questo perché i Balchoth presidiavano la via del Fiume, e periglioso era il sentiero che conduceva all’alta Valle dell’Anduin, ove gli Uomini del Nord risiedevano. E Borondir fu scelto perché, si racconta, la sua famiglia discendeva proprio da un Capitano degli Éotheod che, molti secoli prima, era entrato al servizio di Gondor e quivi aveva messo famiglia e radici.
Ma l’impresa si rivelò più ardua di quanto previsto, perché molte erano le insidie preparate dai Balchoth. E tutti i messaggeri furono uccisi o catturati, eccetto Borondir stesso, che sfuggì alle frecce nemiche grazie alla sua abilità in sella e alla velocità del proprio cavallo.
Due giorni cavalcò, privo di cibo e con scarse informazioni. E quando raggiunse gli Uomini del Nord accampati vicino ai Campi Iridati, sia lui che la cavalcatura erano stremati e sul punto di crollare. Fu con molta fatica e flebile voce che si presentó al cospetto di Eorl Signore degli Éotheod, riportandogli il messaggio appreso a memoria e mostrandogli una pietra con l’emblema del Sovrintendente. Il messaggio era chiaro: Gondor chiedeva agli Uomini del Nord di rinsaldare l’antica alleanza contro il comune nemico.
Settemila lance aveva con sé Eorl, e qualche centinaio di arcieri a cavallo. E con Borondir alla sua destra, Eorl prese la strada verso Sud il 6 aprile del 2510.
Ma nessuna notizia era giunta a Gondor, il cui esercito si preparava, con relative possibilità di successo, a contrastare l’invasione dei Balchoth a Nord di Cair Andros, trovandosi di fronte a loro il 15 di aprile. E molti di più parevano i nemici, capaci di mettere immediatamente sulla difensiva l’esercito di Gondor, che si apprestò a una difesa sempre più disperata con alle spalle il Limterso.
Ma quando la speranza stava per abbandonarli, da Nord si udì lo squillo di molti corni, e le forze di Eorl apparirono a un lato della battaglia. E si racconta che nel loro viaggio essi furono aiutati da Dama Galadriel di Lòrien, che innalzò un’alta nebbia intorno all’esercito, così da coprire il loro spostamento agli occhi delle vedette nemiche, che non poterono avvertire il resto dell’esercito.
Così l’esercito degli Éothéod si lanciò attraverso il fiume, e Borondir era alla sua testa, desideroso di aiutare i propri compatrioti e il proprio Sovrintendente: e gli Uomini dietro a lui inflissero un bianco cuneo tra le schiere dei Balchoth, fino a ch’egli non si ritrovò vicino alla guardia di Cirion. Qui fece alto, e si voltò per partecipare alla difesa mentre Eorl guidava la controffensiva.
Grandi furono gli atti di eroismo compiuti quel giorno. E al sommo della pugna, Borondir cadde, combattendo al fianco del suo Signore, colpito da una lancia dei Balchoth che, vedendo il proprio esercito cadere in rotta, cercarono di uccidere il comandante dei Gondoriani per ottenere almeno una parziale vittoria.
Ma a nulla valse, e come sappiamo la Battaglia del Campo di Celebrant divenne un evento cruciale per la Storia della Terra di Mezzo. Perché Cirion il Sovrintendente donò agli Uomini del Nord il Calenardhon, che da allora fu chiamato Rohan, e divenne la Terra dei Signori dei Cavalli.
Una concessione portatrice di grandi conseguenze per il futuro, pur creatosi ai margini della Grande Storia del Mondo. E certamente una conquista che ha molti eroi, insieme a Cirion ed Eorl. E primo tra essi Borondir Udalraph (il “senza-staffe”), il Messaggero di Gondor, da allora celebrato dai popoli di Gondor e Rohan per i secoli a venire.
Per il suo valore venne seppellito nel Rath Dínen a Minas Tirith assieme ai Re e agli eroi di Gondor, e le sue gesta vengono tutt’oggi ricordate con il canto Rochon Methestel (“Il Cavaliere dell’Ultima Speranza”).