Billy Felci

Brea, circa 2.995 T.E. – Q.E ?

 

Billy Felci è un personaggio che lascia un’impressione talmente negativa in tutti coloro che lo incontrano che forse può meglio essere descritto come ciò che non è: non è un assassino, non è un cattivo in senso stretto, non è un servo convinto del Nemico né uno dei suoi sgherri più significativi.

È semplicemente un Uomo, per certi versi. Un Uomo che è nato e cresciuto così lontano dai veri valori della comunità, della condivisione e del rispetto reciproco da non badare a nulla se non a se stesso. Opportunista, spregevole, menefreghista. E naturalmente, come sempre accade per questo genere di persone, intimamente codardo.

Billy Felci è un Uomo di Brea che entra nelle Grandi Storie della Terra di Mezzo il 29 settembre 3019, quando i quattro Hobbit, in fuga dalla Contea e dai Cavalieri Neri, giunsero in città ansiosi di reincontrarsi con Gandalf che avrebbe dovuto attenderli al Puledro Impennato, e dove invece trovarono Aragorn figlio di Arathorn.

Gli Hobbit non sapevano, né Aragorn lo rivelò loro se non qualche tempo dopo, che con ogni probabilità Billy Felci stava già collaborando con i nemici dei popoli liberi e stava fornendo informazioni ai Cavalieri Neri.

 

Felci era presente alla locanda quella sera insieme ad alcuni sodali come Enrico Lanicardo, che già ebbe modo di incontrare i Nazgûl in passato, e con cui condivise molte delle proprie malefatte successive. Non sfuggì a nessuno dei due la misteriose sparizione di colui che chiamavano Signor Sottocolle proprio nel bel mezzo di una canzone.

Quella sera, i due lasciarono aperte le porte di Brea permettendo ai Cavalieri Neri di entrare in città. E non soddisfatti, liberarono anche tutte le cavalcature presenti nelle stalle cittadine, così che nessuno potesse fuggire.

Ma non riuscirono nel loro intento, perché Aragorn protesse gli Hobbit e permise loro di nascondersi dai Cavalieri Neri. E la mattina dopo, fedele al proprio egoismo, pensò bene di trarre dalla situazione il massimo vantaggio: offrì agli Hobbit di vendere loro, per l’esorbitante prezzo di 12 monete d’argento, il proprio malnutrito e maltrattato pony, che anche in circostanze normali non sarebbe valso un quarto di quella cifra. La necessità spinse gli Hobbit ad accettare, anche su consiglio di Aragorn – e la cifra fu colmata dal povero Omorzo Cactaceo, il locandiere del Puledro Impennato, ritrovatosi suo malgrado almeno in parte responsabile di quanto avvenuto. Ma, come si dice, non tutto il male vien per nuocere, perché da quel momento Bill – questo il nome del pony – divenne un membro della Compagnia a tutti gli effetti e, dopo essere giunto a Gran Burrone, potè godere dell’ospitalità degli Elfi e ristabilirsi completamente dalle angherie subite.

Quanto a Billy Felci, l’unico saluto che ricevette dagli Hobbit fu una mela lanciatagli in testa da Sam.

Non si hanno resoconti precisi di quanto avvenne durante i 13 mesi in cui gli Hobbit furono lontani dal Paese. Ma quel che si evince dai racconti è che, voltagabbana e servile come sempre, Billy Felci fu tra i primi a schierarsi dalla parte dei Ruffiani, gli Uomini del Sud al servizio di Sharkey che iniziarono a risalire il Verdecammino poche settimane dopo la partenza degli Hobbit.

 

Come riconoscimento per il suo aiuto, gli fu assegnato il compito di sorvegliare il cancello nelle vicinanze del ponte sul Brandivino. Quando Frodo e i compagni tornarono dal proprio viaggio, cercò di opporsi loro, ma non potè nulla contro la forza e la determinazione degli Hobbit e la voglia di rivalsa di Bill il Pony, che gli assestò un bel calcio nelle terga mentre quello indietreggiava.

Altro, su di lui, non è riportato nelle storie e nelle vicende di Uomini e Hobbit.

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