Bereg, il ribelle della Casa di Bëor
Estolad, 340 P.E. – uscito dal Beleriand nel 369 P.E.
Tra le righe della grande Storia della Venuta degli Edain nel Beleriand, si tende spesso a valorizzare le gesta e a cantare le opere dei grandi condottieri delle tre Casate, che sin dalla loro venuta a Occidente si dimostrarono fedeli vassalli e alleati dei grandi Re Elfici, combattendo al loro fianco generazione dopo generazione, anche quando la speranza si affievoliva.
Ma sarebbe errato pensare che tra gli Uomini non vi sia stato chi abbia manifestato il proprio malcontento per una vita di guerra e sofferenza, ancorché benedetti dalla saggezza degli Eldar. Semplicemente, molto è stato perso della loro memoria perché il loro nome ha trovato poco spazio nelle cronache degli Antichi Tempi, dedicate primariamente al racconto delle guerre contro gli Oscuri Signori.
Bereg figlio di Baranor, pronipote di Bëor il Vecchio, è per certi versi uno dei pochi di cui possiamo tracciare con una certa precisione le ragioni di questa scelta, e il destino che ne seguì. Egli era dunque zio di Bregor e prozio di Bregil padre di Brandir e di Barahir padre di Beren.
Bereg aveva circa 29 anni, avendo passato quasi tutta la propria vita a Estolad a sud del fiume Celon, ove spigolature della Prima e della Terza casa degli Edain continuavano a vivere come vassalli dei figli di Fëanor. Si racconta che egli crebbe sempre più insoddisfatto della vigile vita che la sua gente era costretta a trascorrere in quella terra di passaggi: Estolad era infatti una verde pianura che costringeva gli abitanti a risiedere in grandi accampamenti (da cui il nome del territorio), in quanto insediamenti permanenti sarebbero risultati troppo esposti a possibili attacchi nemici, qualora avessero violato l’Assedio (come si verificò circa un secolo dopo con la Dagor Bragollach).
Così Bereg si consultò con i pari età della tribù degli Haladin, Amlach nipote di Marach, e insieme presero la parola di fronte ai loro popoli, così dicendo: “Abbiamo percorso lunghe strade, desiderosi di sfuggire ai perigli della Terra di Mezzo e alle buie cose che vi dimorano, e ciò perché abbiamo udito che all’Ovest era Luce. Ora però abbiamo saputo che la Luce è di là dal Mare, ma non possiamo andare là dove gli Dei abitano beati. Eccezion fatta per uno, poiché il Signore della Tenebra è qui, davanti a noi, e gli Eldar, saggi ma feroci, gli muovono guerra senza fine. Dicono che abiti al Nord; e là stanno il dolore e la morte da cui siamo fuggiti. Non andremo dunque da quelle bande”.
E a lui fece eco Amlach con parole ancora più dure: “Voialtri avete seguito un fuoco fatuo degli Elfi sino alla fine del mondo! Chi di voi ha visto anche solo l’ombra degli Dei? Chi ha contemplato il Re Tenebroso al Nord? Coloro che vogliono il dominio della Terra-di-mezzo sono gli Eldar. Bramosi di ricchezze, hanno scavato il suolo alla ricerca dei suoi segreti e hanno mosso a ira le cose che abitano al di sotto, come sempre han fatto e sempre faranno. Che gli Orchi abbiano il regno che è loro, e noi il nostro. C’è spazio bastante, nel mondo, se gli Eldar ci lasceranno in pace!”
E queste parole molto colpirono gli Uomini, che sembrarono propensi a seguire i due ribelli verso Est, lontani dalle preoccupazioni del Beleriand. Ma poco tempo dopo, Amlach riapparve, e negò di aver pronunciato quelle parole. E molta confusione calò sulle due Stirpi, perché divenne allora chiaro che il Nemico aveva infiltrato tra di loro agenti e spie con lo scopo di allontanarli dagli Eldar.
Fu così che Amlach recedette dai suoi intenti, perché ora la guerra contro Morgoth era divenuta un fatto personale, avendo egli osato parlare a sua voce. E con la sua gente entrò al servizio di Maedhros, di cui divenne grande vassallo.
Si racconta invece che quanto avvenuto esulcerò ulteriormente Bereg, che rafforzò la propria volontà di recarsi quanto più possibile lontano da Angband. Egli dunque raccolse un migliaio di seguaci (erano infatti gli Uomini cresciuti molto di numero durante la loro permanenza in Estolad) e si spostò a sud, nel Beleriand meridionale, dichiarandosi Re di questa parte del proprio popolo.
Da questo momento, il suo nome cessò di essere menzionato dalle Antiche Cronache, e poche sono le notizie sul futuro dei Bereg, dei suoi discendenti e del Casato Cadetto che egli guidò. Si racconta tuttavia che, dopo qualche tempo, questi Uomini attraversarono davvero i Monti Azzurri, colonizzando le praterie e i territori intorno ai grandi fiumi dell’Eriador, e portando qualche elemento di saggezza appreso a Occidente tra le popolazioni che ivi vivevano.
Così, vi è chi ipotizza che gli Edain di Bereg divennero gli antenati di coloro che vennero poi chiamati Uomini del Vespro o Uomini Mediani, che non vissero l’evoluzione propria dei Dùnedain grazie alla vicinanza con gli Elfi (e poi ai molti doni che ricevettero i Nùmenoreani), ma capaci comunque di sviluppare complesse e affascinanti civiltà.
Popoli che, nel corso dei secoli, divennero con ogni probabilità gli Uomini del Nord antenati dei Beorniani, degli Uomini di Dale e del Lago Lungo e perfino degli Éothéod, e a loro volta antenati dei Rohirrim. Ma probabilmente appartenevano a questa schiatta anche gli antenati degli Uomini delle Colline che abitavano il Rhudaur, degli Uomini di Brea e dei Dunlandiani che vivevano nel Mark prima dell’arrivo dei Cavalieri di Rohan, e che verso di loro mantennero per sempre una feroce ostilità.
Altro, non essendoci pervenuti documenti attestanti queste filiazioni, non si può dire.