Il Babbo Natale di J.R.R. Tolkien, significativamente chiamato Father Christmas e non St. Claus come in molte traduzioni anglosassoni, condivide molte delle tipiche caratteristiche del personaggio che tutti conosciamo. In alcune lettere tuttavia è Babbo Natale stesso a ricordare che lui e suo padre Nonno Yule erano soprannominati Nicola dagli Umani che li conoscevano.
Risiede infatti al Polo Nord ed è circondato da molti bizzarri collaboratori, che lo aiutano nello svolgere le sue annuali mansioni e a redigere la corrispondenza per i suoi amici lontani come il piccolo figlio dell’autore, che ogni anno riceveva una lettera da Babbo Natale.
Le storie che si susseguono in oltre vent’anni di lettere raccontano dei momenti più divertenti – spesso con protagonista l’Orso Polare chiamato Karhu e i suoi due nipoti Paksu e Valkotukka, o il suo cugino Grande Orso – sia di quelli più preoccupanti, con i continui attacchi dei Goblin il cui scopo è conquistare e saccheggiare la casa di Babbo Natale, piena di doni e di ottimo cioccolato.
Tra i vari racconti fanno capolino anche varie razze di Elfi – tra cui gli Elfi Verdi e gli Elfi Rossi della Norvegia, Nonno Yule e Fratello Verde (il vero fratello di Babbo Natale, che si dice simboleggiare i miti della fertilità degli antichi popoli del Nord), fino all’Uomo di Neve che svolgeva il ruolo di giardiniere nella casa di Babbo Natale fino a che l’Orso Polare non lo ha spinto giù da un ciglio di roccia fin sopra la slitta con cui venivano consegnati i regali, rompendo tutto, e perfino se stesso. Fu ricostruito, ma solo per litigare nuovamente con l’Orso e cadere nuovamente, stavolta sul tetto della casa.
Le lettere di Babbo Natale, l’opera che narra queste vicende, è stata scritta contemporaneamente alle prime versioni della mitologia di Tolkien. E infatti al suo interno ci sono alcuni esempi di materiale che poi confluirà nel suo legendarium: i primi esempi di Quenya e di alfabeto elfico, i nomi di alcuni protagonisti e l’apparizione di personaggi come L’Uomo della Luna, che sarà parte delle leggende degli Uomini e degli Hobbit dell’Eriador. E naturalmente Ilbereth, il nome dell’elfo segretario che talvolta scrive le lettere al posto del suo padrone.