Azog, il Grande Orco
?, prima del 2.480 T.E. – Azanulbizar, 2.799 T.E.
Molto frammentarie sono le fonti riguardanti gli Orchi e i Goblin degli antichi tempi. Sebbene infatti la loro attività sia pressoché onnipresente nelle cronache, della loro struttura sociale si racconta pochissimo. Ipotizziamo, sulla base di fonti di seconda mano, che avessero una sorta di struttura sociale, ma nessuno si è mai interessato di essi, perché erano semplicemente “altri”: un nemico infido e incivile, antonomasia per tutto ciò che è “altro” rispetto alle organizzate società dei figli di Ilùvatar.
Fatto sta che dell’organizzazione sociale degli Orchi, se mai ve ne era una, non sappiamo nulla. Non sappiamo come fossero organizzati, in che modo il potere veniva esercitato, se tra loro esisteva un concetto di comunità. Eppure, se vi è una figura che permette di gettare una luce all’interno della struttura sociale degli Orchi, è proprio quella di Azog, il Goblin di Moria divenuto celebre perché uccise Thròr, l’Erede di Durin, tornato a Moria dopo aver lasciato Erebor.
È con questo omicidio – commesso su un Nano solo, anziano e disarmato, ancorché membro di una stirpe da sempre acerrima nemica degli Orchi – che Azog entra nelle grandi storie della Terza Era. E poco o nulla sappiamo della sua vita precedente. Sappiamo che a quel tempo era riconosciuto come Capo dagli Orchi di Moria, e che la sua forza e la sua stazza erano tali da guadagnargli il soprannome di Grande Goblin.
Questa descrizione ci permette di intravedere, perlomeno, una logica all’interno dell’organizzazione sociale degli Orchi di Moria. In quel contesto, il più forte – non necessariamente il più astuto – esercita il potere.
Come Azog era giunto a ricoprire questa posizione non è noto. Se si vuole credere a certe fonti – che autorizzano a ritenere che la durata di vita degli Orchi fosse superiore a quella dei Nani – è possibile che Azog sia giunto a Moria già nel 2480 della Terza Era, quando Sauron, stendendo il proprio braccio verso il Nord, stava via via riconquistando le proprie roccaforti tra Bosco Atro e le Montagne Nebbiose. Fu in quegli anni infatti che gli Orchi cominciarono a moltiplicarsi nelle caverne al di sotto delle montagne, e a Moria più di ogni altra.
Azog assurse al comando delle truppe della roccaforte. Molti anni dopo, come ricordato, uccise Thròr quando quest’ultimo entrò a Khazad-dûm dai Grandi Cancelli, con la fierezza di un erede che torna a ciò che è suo. Azog e i suoi Orchi lo imprigionarono e lo uccisero. La sua testa fu mozzata e su di essa fu scritto, in rozze rune, il nome Azog.
Fu così che questo nome divenne da quel momento in poi sinonimo di vendetta per tutti i Nani della Terra di Mezzo, compresi coloro che non appartenevano alla stirpe di Durin. Perché Azog si rivolse a Nàr, il compagno di Thròr che lo attendeva ancora fuori dai Cancelli, e dopo avergli gettato la testa del Re e un sacchetto con poche monete di scarso valore, gli disse che non avrebbe tollerato che altri mendicanti Nani si infiltrassero nel suo dominio di Moria.
Questo episodio ci racconta un altro aspetto della cultura degli Orchi: alcuni di loro, perlomeno i capi, erano in grado di scrivere e usavano normalmente questa modalità per interfacciarsi con altre creature, con le quali parlavano una versione – per quanto rozza – del Linguaggio Comune. Avevano, inoltre, una qualche consapevolezza del denaro e del suo valore, utilizzando una valuta riconoscibile anche da chi (come Nàr) aveva certamente utilizzato monete nei suoi anni a Erebor e nei suoi scambi con Dale e il Reame di Thranduil.
Ma intanto Nàr fuggiva nuovamente verso Nord, a recare la notizia della morte di suo padre a Thràin, divenuto ora l’erede di Durin. E dopo essere montato in collera ed essersi strappato la barba per il dolore, Thràin decise che non potevano sopportare quest’onta. Ed egli chiamò in appello tutti i Signori delle Sette Stirpi dei Nani, e insieme giurarono vendetta contro Azog e tutta la razza degli Orchi.
Così cominciò la Guerra tra gli Nani e gli Orchi, durante la quale i Nani braccarono Azog in tutte le fortezze delle Montagne Nebbiose, che caddero una dopo l’altra, dopo lunghe battaglie combattute nel profondo della terra. Ma tale era la rabbia e il valore dei Nani al colmo della loro collera, che gli Orchi furono costretti ad asserragliarsi a Moria. E lì, davanti al grande cancello, nel 2799 della Terza Era si combatté la Battaglia di Azanulbizar, al cui nome ancora oggi i Nani piangono e si strappano la barba.
Nel corso della battaglia, quando i Nani avevano avuto ragione di gran parte dell’esercito nemico, davanti a Thràin e Thorin si presentò un grande Orco, vestito con una cotta di maglia. Azog era emerso dall’interno del cancello, e subito si era lanciato su Nàin, che nella rabbia si era lanciato avanti insieme a pochi uomini. Ma era ormai esausto: il suo colpo mancò Azog, che lo spinse ginocchioni. Il Grande Orco alzò la propria spada e lo decapitò. E rideva mentre lo faceva, convinto che la sua sola presenza potesse cambiare le sorti della battaglia.
Ma quando alzò lo sguardo, realizzò quanto stava accadendo. E vide che le sue truppe erano in rotta su più fronti. Volse allora le terga e cercò di rientrare dai Cancelli, con l’obiettivo di barricarsi all’interno e costringere i Nani a un lungo assedio.
Ma proprio mentre Azog faceva gli ultimi passi sulla scalinata, un Nano fulminò alle sue spalle: Dain, figlio di Nàin, si gettò su di lui e con un colpo d’ascia tagliò la testa di Azog, nella cui bocca furono infilate le monetine che aveva lanciato a Nàr molti anni prima. E la sua testa fu infilata su una picca, a monito per qualunque Orco volesse nuovamente sfidare la collera dei Nani.
Così morì Azog, se non fosse per un’ultima informazione anch’essa importante per comprendere un po’ di più il funzionamento della società degli Orchi. Azog infatti è forse l’unico Orco di cui è conosciuta la progenie: molti anni dopo, durante la Battaglia dei Cinque Eserciti, l’esercito degli Orchi del Nord sarà infatti guidato da suo figlio Bolg. Se ciò poco ci dice su eventuali tradizionali familiari (o addirittura matrimoniali!) degli Orchi, ci racconta che una qualche forma di genealogia e di ereditarietà dei titoli esistevano anche nella società orchesca della Terza Era della Terra di Mezzo.