Belegost, intorno al 215 P.E. – Nirnaeth Arnoediad, 472 P.E.

 

Azaghâl è stato tra i più importanti Signori dei Nani della Prima Era, avendo svolto un ruolo di primo piano nelle Guerre di Elfi e Uomini contro Morgoth, in un’epoca nella quale ancora alta era la speranza di poter sconfiggere il Nemico sul campo di battaglia.

 

Il dominio di Azaghâl si trovava a Belegost, la più settentrionale delle roccaforti naniche sugli Ered Luin, ma è possibile che, almeno per un certo periodo, si sia estesa anche alla città meridionale di Nogrod, dal momento che fu a lui che Telchar – grande artigiano di Nogrod – donò l’Elmo di Drago, una delle sue opere più celebri e che tanta parte avrebbe avuto nelle storie del Beleriand.

Questa incertezza nasce anche dal fatto che, tra le stirpi dei Nani discendenti dai Sette Padri, due di esse risiedettero fin dai tempi ancestrali in questa zona della Terra di Mezzo: da un lato i Barbafiamme, tradizionalmente indicati come i fondatori di Belegost ma poi più noti per aver abitato la città di Nogrod, da cui il loro re Naugladur è tristemente noto per guidato l’attacco al Doriath e aver sottratto la Nauglamir, convinto che i suoi artigiani fossero stati traditi da Re Thingol. Dall’altro lato i Vastifasci, anch’essi presenti in entrambe le città e rinomati lavoratori di metalli.

Non si trovano, nelle antiche cronache, indicazioni precise a quale delle due stirpi appartenesse Azaghâl, ed è possibile pensare che i due gruppi, pur organizzati in modo autonomo, fossero entrambi sottoposti alla sua autorità nel periodo che intercorre tra la Dagor Aglareb e la Nirnaeth Arnoediad.

 

La prima comparsa di Azaghâl nei resoconti elfici si ha intorno al 250 della Prima Era. Si racconta infatti che egli stesse percorrendo con la propria scorta la via nanica che dal Doriath si recava a Nogrod, quando lui e la scorta furono attaccati da un esercito di Orchi che li superava in numero.

Glaurung e Azaghâl, di John Howe

Avvisato dalle proprie vedette – poiché a lungo aveva osservato gli spostamenti delle truppe del Nemico – Maedhros figlio di Fëanor scese in armi da Himring e intervenne in suo soccorso, sterminando gli Orchi e salvando la sua vita e il tesoro che conduceva con sé. Fu allora che Re Azaghâl, in segno di gratitudine, donò il proprio elmo al Signore Elfico. Da lui poi sarebbe passato a Fingon, come pegno dell’amicizia tra le casate elfiche, e Fingon lo avrebbe trasmesso ad Hador Lòrindol quando gli concesse il feudo del Dor-Lòmin. E sarebbe rimasto in possesso della Terza Casa degli Uomini, noto come Elmo di Drago, fino a essere infine ereditato da Tùrin Turambar.

 

Azaghâl mantenne una stretta alleanza con gli Elfi del Beleriand e gli Uomini loro vassalli, favorendo il loro passaggio attraverso i Monti Azzurri. Come alleato, prese parte all’Unione di Maedhros e marciò coni Nani di Belegost e Nogrod alla Nirnaeth Arnoediad, ove confermò la propria fama di inflessibile guerriero, anche nell’ora buia del tradimento da parte degli Uomini.

 

Delle forze orientali, gli ultimi a tener duro furono i Nani di Belegost, che s’acquistarono grande fama. […] E, non fosse stato per i Nani, Glaurung e la sua stirpe avrebbero sterminato quanto restava dei Noldor. I Naugrim però gli fecero cerchio attorno quand’esso li assalì, e neppure la sua possente corazza valse a difenderlo appieno dai colpi delle loro grandi azze”.

 

La Morte di Azaghâl, di Steamey

E nel momento in cui Glaurung fu sopra di loro, nel suo furore si voltò di scatto, travolgendo Azaghâl e gli Uomini intorno a lui. Quando il Verme lo calpestò, Azaghâl gli piantò un coltello nel ventre: e tale fu la forza e la profondità del suo colpo che Glaurung stesso provò dolore come da molto tempo non gli accadeva, e fuggì dal campo di battaglia insieme a molte belve di Angband, permettendo la ritirata da parte delle forze dei Noldor.

E così grande fu questa impresa di Azaghâl che per secoli gli Elfi tramandarono il loro rispetto nei suoi confronti, lui che unico, insieme a Turambar, aveva saputo colpire così a fondo la carne del Verme di Morgoth.

 

E quando infine spirò, “i Nani sollevarono il corpo di Azaghâl e lo portarono via; e andavano a passo lento, intonando un canto funebre con voci fonde, quasi fossero a un mortorio nella loro contrada, senza più badare ai loro nemici; e nessuno osò tentare di fermarli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien