Aule Atemporali, Prima del Tempo – Dopo il Tempo

 

Aulë è il compagno di Yavanna in Valinor, tra i più grandi dei Valar e – per molti versi – è tra loro quello che ha avuto il maggior impatto nella vita dei figli di Ilùvatar.

Egli è infatti il Valar che più di ogni altro si è dedicato allo studio di rocce, gemme e metalli e che ha coltivato l’arte della metallurgia: insegnante, mentore e creatore di molte delle cose inanimate esistenti su Arda.

Come raccontano gli Elfi, Aulë era il Signore di Ambar, la sostanza materiale di cui è fatto l’esistente, e si dilettava nell’opera delle proprie mani e del proprio ingegno. Fin dall’Ainulindalë, infatti, Aulë concentro il proprio pensiero alle sostanze della Terra, e quando scese su Arda lavorò insieme a Manwë e Ulmo per dare al creato la forma su cui assunse.

Era in buoni rapporti anche con Melkor, che ammirava per il suo potere e la sua capacità di plasmare le cose con le proprie mani – seppure intravvedesse in essi una volontà di prevaricazione che non condivideva. Si dice che Aulë iniziò ad allontanarsi da lui osservando i tumulti e la distruzione che l’intervento di Melkor creava al creato, e che Aulë stesso doveva ripristinare, correggere e sanare.

Eppure l’iniziale vicinanza con Colui che si eleva in possanza ebbe conseguenze sulla schiera di Maiar al suo seguito. Mairon – che in seguito sarà noto nella Terra di Mezzo come Sauron Gorthaur – fu corrotto da Melkor e si volse al suo servizio, divenendone il primo dei Capitani, creatore impareggiabile e maestro di inganni.

In quei tempi anche Ossë, tra i principali Maiar di Ulmo, fu sul punto di venire corrotto da Melkor, che prometteva di coltivare il suo orgoglio e di dar libero sfogo alla sua ira. E si racconta che fu proprio Aulë a pregare Uinen, sposa di Ossë, di convincere il marito a restare nelle grazie del Signore del Mare.

Ad Aulë si deve la creazione di Illuin e Ormal, le lampade dei Valar che illuminavano Arda nella sua giovinezza. Inoltre, dopo il primo scontro tra le Potenze, in cui Melkor fu sconfitto da Tulkas in singolar tenzone, fu Aulë a forgiare la catena Angainor con cui il Vala rinnegato fu avvinto e condotto in prigionia.

Inoltre, molti anni dopo, a seguito dell’arrivo degli Elfi e del Tradimento di Morgoth, fu sempre Aulë a creare i vascelli che ospitarono il frutto di Laurelin e il fiore di Telperion e che divennero il Sole e la Luna.

Aulë il Distruttore, di Ted Nasmith

Ma la più grande opera di Aulë fu in verità la creazione di una terza razza di esseri viventi, che rese amanti di tutto ciò che a lui stesso dava diletto: gemme, ori, pietre preziose e manufatti che possano essere creati con le mani. E i sette Padri dei Nani erano di fronte a lui quando una voce lo chiamò dall’alto, perché Ilùvatar seppe delle sue intenzioni sin da quando accennò a impastare la prima argilla. E si rivolse ad Aulë, chiedendogli se si rendeva conto di ciò che aveva fatto, contravvenendo alle parole stesse dell’Uno che è sopra a ogni cosa. E Aulë, umiliato e spaventato, diede di piglio a un martello e si apprestò a distruggere la propria creazione.

Ma i Padri dei Nani si spaventarono, e cominciarono a implorare pietà. Perché Ilùvatar aveva in cuor suo già perdonato Aulë, e volle premiare la sua lealtà dando vita e libero arbitrio alle sue creazioni – che altrimenti non sarebbero rimasti che pupazzi privi di vita, perché la Fiamma Imperitura non ardeva in loro.

E fu così che l’Uno accolse i Nani come propri figli, imponendo unicamente ad Aulë di attendere il loro risveglio dopo la venuta dei Figli Primogeniti di Ilùvatar, perché questo era il suo disegno. Ma i Nani da sempre riverirono Aulë come il proprio creatore, e lo chiamavano Nàvatar – Padre dei Nani – e Mahal, il Costruttore.

Dopo il risveglio degli Elfi e la loro venuta a Valinor, furono i Noldor quelli che maggiormente vennero attratti dall’arte e dalla sapienza di Aulë, e molti di loro ne divennero seguaci e allievi. Sommo tra di essi era Fëanor figlio di Finwë, e molto imparò dal Vala durante la permanenza a Valinor, in cui realizzò la più grande opera mai realizzata da mano d’Elfo: i tre Silmaril che contenevano la luce di Laurelin e Telperion e che, dopo il loro furto da parte di Morgoth, spinsero gli Elfi a tornare a Est, al di là del mare, a combattere il Nemico per la loro riconquista.

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