Atanatar Alcarin, Re di Gondor
Minas Tirith, T.E. 977 – Minas Tirith, T.E. 1226
La Terza Era, benché abbia visto il sorgere degli Uomini come stirpe di riferimento per i popoli liberi, a discapito degli Elfi, è stata un’era di decadenza, se paragonata allo splendore di coloro che abitavano la Terra di Mezzo nel corso della Prima Era, o alla gloria di Nùmenor all’apice della sua gloria.
Eppure, il Regno di Gondor ha per lunghi secoli rappresentato il degno erede del Regno degli Edain, crescendo in forza e in numeri per tutto il primo millennio dopo la prima caduta di Sauron. E fu proprio al volgere dei primi mille anni della Terza Era che nacque il protagonista della nostra Storia odierna: Atanatar, figlio di Cyriaher detto Hyarmendacil, il primo sovrano di Gondor ad essere in grado di soggiogare gli Haradrim che incessantemente, guidati da coloro che furono chiamati Nùmenoreani Neri – che mai avevano abbandonato la fedeltà a Sauron e l’odio per i Fedeli – attaccavano la città di Umbar che diversi decenni prima era stata riconquistata dal Regno del Sud.
E Hyarmendacil è noto anche per essere il secondo regnante di Gondor per anni trascorsi sul trono, in grado nel suo lungo regno di sconfiggere i suoi nemici e di rafforzare la guardia alla Terra di Mordor. Perché già a quei tempi i saggi avvisavano sul fatto che il Male era stato sconfitto, ma non del tutto debellato.
Fu così che Atanatar salì al trono quando aveva già passato la mezza età secondo il metro di misura nùmenoreano (aveva allora 172 anni), e nei 77 anni del suo regno non si distinse per nessuna opera di valore. Incoronato nel momento in cui Gondor aveva raggiunto la sua massima estensione e l’apice della sua potenza, si dilettava di una vita nell’ozio e nel lusso, circondandosi di ori e gioielli che spesso giungevano dai molti regni vassalli alla corona di Isildur.
E a proposito di corona, tale era l’amore di Atanatar per le pietre preziose, che decise di cambiare la tradizione, sostituendo all’elmo di Isildur una copia riccamente ingioiellata, che da allora servì per incoronare tutti i Re di Gondor, compreso Elessar Telcontar all’inizio della Quarta Era.
Atanatar passò alla Storia con il soprannome di Alcarin, il Glorioso, ma come detto non fece nulla per guadagnarsi questo titolo, che dipendeva esclusivamente dalle conquiste dei propri avi. E come spesso la Storia ci ha raccontato, è stato proprio in quest’epoca di ricchezze e di agi che il seme della decadenza cominciò a farsi strada nel Regno: perché i Re divennero sempre più alteri e orgogliosi, e via via nel corso dei secoli successivi in molte occasioni fu la superbia, più che la saggezza, a guidare le scelte dei Re. Così che poco meno di ottocento anni passarono fino al momento in cui la linea dei discendenti di Anàrion fu spezzata, e la guida passò a Uomini nobili, ma di stirpe inferiore.
Eppure in molti, a Minas Tirith e nei feudi del Sud, narrano storie di quei tempi andati, in cui, si diceva, “le pietre preziose a Gondor erano sassolini con cui giocavano i bambini”. E a lungo si tramandarono racconti sul momento in cui il Re sarebbe ritornato, rievocando l’antica gloria e l’antica ricchezza andate perdute nel corso della Terza Era del Mondo.