Arvedui, ultimo Re di Arnor
Fornost, T.E. 1864 – Baia di Forochel, T.A. 1974
La storia di Arvedui è la storia di una fine, di un possibile futuro rimasto sospeso a causa di decisioni conservative.
Il suo nome significa infatti ‘Ultimo Re’, e gli fu dato dal padre Araphant su consiglio di Malbeth il Veggente, che profetizzò che egli sarebbe stato l’ultimo Re della linea del Nord, a meno che altri non avessero preso una scelta difficile e che, in quel momento, appariva impossibile. Ma se ciò fosse avvenuto, Arvedui si sarebbe innalzato al di sopra di tutti i suoi predecessori dopo Isildur, dando inizio a una nuova epoca per i Dúnedain. Ma in caso contrario, molto tempo sarebbe dovuto passare prima che ciò avvenisse.
All’età di 76 anni (un tempo considerato lungo anche secondo il metro di misura Nùmenoreano) Arvedui sposò Fìriel, prima figlia del re Ondoher di Gondor, riunendo le due linee degli eredi di Elendil – quella settentrionale e quella meridionale – dopo quasi 2000 anni di separazione.
Pochi anni dopo, i Carrieri ripresero i loro assalti contro il Regno del Sud, e stavolta si posero alla testa di un’ampia coalizione di popoli ostili a Gondor, che comprendeva anche uomini dell’Harad e Variag del Khand. L’esercito di Osgiliath fu diviso in due: l’esercito meridionale, al comando di Eärnil, riportò la vittoria, mentre quello del Nord – guidato dal Re Ondoher e dai suoi figli Artamir e Faramir – dovette sostenere il grosso dell’assalto e fu messo in rotta. E il Re e i suoi discendenti restarono uccisi sul campo di Dagorlad.
Arvedui reclamò allora la Signoria anche sul Regno del Sud, in virtù della primogenitura di Fìriel (che secondo le antiche leggi di Armenelos sarebbe dovuta diventare Prima Regina Regnante di Gondor) e del suo lignaggio discendente in linea diretta e primogenita da Valandil figlio di Isildur.
Ma i notabili del Regno del Sud, e in particolare il Sovrintendente di Re Ondoher Pelendur, mal vedevano la possibilità che i Regnanti del Nord – da tempo ridotti a governare su un territorio ridotto e impoverito dalla lunga guerra contro Angmar e i regni vicini – diventasse Signore dell’orgoglioso e ricco Regno di Gondor. E fu così che la corona del Re fu assegnata al generale vittorioso Eärnil, che pure vantava una discendenza – secondogenita – da Telumehtar Umbardacil.
Ma Eärnil era un uomo saggio, oltre che un grande capitano. E all’atto di assumere la corona, inviò messaggeri ad Arvedui rinnovando l’alleanza tra i discendenti di Nùmenor e promettendo aiuto in caso di necessità nella guerra contro Angmar.
Le circostanze volsero al peggio in tempi molto brevi. Pochi anni dopo – nel 1974 – un freddo vento discese dal Nord e sulle sue ali l’esercito di Angmar prese d’assalto Fornost e l’Arthedain, costringendo il Re e la sua corte alla fuga verso Est. Tra le poche cose che riuscirono a salvare, vi era l’Anello di Barahir, simbolo della propria casata, e le Pietre Veggenti di Annùminas e di Amon Sûl, che così sfuggirono alla cattura da parte degli eserciti del Nemico.
I superstiti del Regno del Nord si rifugiarono nelle antiche miniere dei Nani sui Monti Azzurri, ma privi di rifornimenti e di vie d’uscita presero il mare e si spinsero ancora più a Nord, chiedendo aiuto al popolo dei Lossoth della Baia di Forochel.
Costoro non accettarono né oro né gioielli in cambio del proprio aiuto, perché non sapevano cosa farsene: ricchezze e paludamenti poco si legavano, infatti, con la vita semplice di quella landa ghiacciata. L’inverno si dimostrò più lungo e freddo del previsto. E solo in febbraio la notizia della fuga del Re, portata dal figlio Aranarth, giunse nel Lindon, dove Círdan il Carpentiere – che sempre vedeva più lontano di chiunque altro nella Terra di Mezzo – comprese che la salvezza del Re era fondamentale per la salvezza del Regno del Nord. Così inviò una nave nella Baia di Forochel per riportare Arvedui a Sud.
Grande fu il terrore che colse i Lossoth alla vista dell’alta prora della nave elfica. E il capo dei Lossoth, mostrando una dote di preveggenza che pochi attribuivano al suo popolo, si rivolse ad Arvedui dicendo:
“Non salire su questo mostro marino! Se ne hanno, chiedi agli Uomini del Mare di lasciarci del cibo e altre cose di cui necessitiamo, e tu potrai stare qui fino al ritorno del Re Stregone alle proprie terre. Durante l’estate, infatti, il suo potere diminuisce: ma ora il suo respiro è mortale, e la sua fredda mano è molto lunga.”
Arvedui non ascoltò le parole del Capo dei Lossoth. Lasciò però loro il suo anello in pegno per l’aiuto ricevuto, promettendo un ricco risarcimento in suo riscatto. Salì sulla nave, che cominciò a prendere il largo. Ma ancora non aveva lasciato la baia che un forte e freddo vento giunse da Nord, e sospinse la nave contro gli scogli ghiacciati, e a nulla servì l’arte dei marinai di Cìrdan per evitare il disastro.
Così morì Arvedui ultimo Re, e con lui furono perduti negli abissi i due palantìri del Nord.
Il Regno di Arthedain era finito, perché troppo ridotta era ormai diventata la sua popolazione. Ma la linea degli eredi di Valandil non fu spezzata: suo figlio Aranarth, a tutti gli effetti discendente di entrambe le linee dei Re succeduti a Elendil, assunse il titolo di Capitano dei Dùnedain e continuò la guerra contro Angmar.
Pochi mesi dopo, infatti, Re Eärnil di Gondor rese fede alla sua promessa e inviò a nord un grande esercito guidato da suo figlio Eärnur, le cui forze si unirono a quelle del Lindon e di Gran Burrone e marciarono contro il Re Stregone, sconfiggendolo e scacciandolo dal Nord. Il suo odio verso Gondor, e verso l’erede al Trono, crebbero ancora di più.
Ma il capitolo successivo di questa storia avrebbe avuto luogo molto più a sud, dopo che Minas Ithil cadde preda dei Nazgûl e il Re Stregone ebbe a sfidare Eärnur a singolar tenzone.
Su Arvedui Ultimo Re, altro non si può dire.