Gli Argonath, i Pilastri dei Re
Nen Hithoel, c.a. 1.248 T.E. – Esistenti nella Quarta Era
Non sono moltissime, nei racconti che ci sono pervenuti dagli antichi tempi, le opere architettoniche o artistiche menzionate come opera degli Uomini di Gondor nei secoli successivi la caduta di Isildur e la separazione dei due Regni. In parte ciò dipende dal fatto che il Regno del Sud, pur rimanendo il più potente tra i reami degli Uomini, si era avviato in un periodo di lenta decadenza che ne ridusse il prestigio, la forza e la ricchezza; e in parte perché la maggior parte delle risorse furono destinate all’esercito e al sostentamento della popolazione anche a causa dei ripetuti attacchi, prima indipendenti e poi sempre più spesso foraggiati e sobillati da Mordor, che Gondor subiva da Est e da Sud.
Sotto questo aspetto, le grandi statue chiamate Argonath, “pietre dei RE”, costituiscono una celebre eccezione. Gli Argonath sono infatti due enormi pietre, originariamente poste ai due lati dell’imbocco settentrionale di Nen Hithoel – nel luogo che da sempre rappresentava il tradizionale confine del Regno di Gondor – che furono modellate per riprodurre le sembianze dei due primi Re, Isildur e il fratello Anàrion, che condivisero il governo del Regno dal duplice seggio di Osgiliath fino alla Guerra dell’Ultima Alleanza e alla morte del fratello minore durante l’assedio di Barad-dûr.
Gli Argonath tuttavia furono scolpiti quasi 13 secoli dopo questi eventi. Siamo infatti intorno al 1248 della Terza Era: reggimenti di Orientali avevano appena invaso gli insediamenti degli Uomini del Nord, alleati di Gondor, posti tra il Grande Fiume e la zona meridionale di Boscoverde il Grande, che si erano moltiplicati negli anni di pace precedenti. Le buone relazioni con gli Uomini del Nord erano state favorite dai Re in passato, ma quando, ai tempi di Narmacil I, gli Orientali ripresero i loro attacchi, si scoprì che non tutti erano fedeli a Gondor. Per assicurare la regione, il successore di Narmacil, il fratello Calmacil, nell’anno 1248 della Terza Era inviò il figlio e reggente Minalcar a nord alla guida di una grande forza che sconfisse un vasto esercito degli Orientali tra Rhovanion e il Mare di Rhûn, distruggendo persino i loro accampamenti ad est del Mare. Un trionfo per il quale Minalcar assunse poi il nome di Rómendacil o ‘Vincitore dell’Est’.
Quando tornò a Sud, Minalcar fece fortificare le aree a nord delle Cascate di Rauros e diede l’ordine di edificare le due grandi statue, con le mani sinistre alzate, in segno di sfida nei confronti di coloro che osassero anche solo pensare di invadere il territorio di Gondor, e un’ascia nelle destre.
E ivi gli Argonath restarono per lunghi secoli, e nessuna forza nemica, salvo qualche drappello di Orchi, riuscì mai a guadagnare una posizione di vantaggio a sud di essi. Durante la Guerra dell’Anello e i grandi anni che portarono alla caduta di Sauron, la Compagnia proveniente da Lòrien passò in mezzo alle due grandi statue, e per la prima volta Aragorn figlio di Arathorn, Gemma Elfica ed Erede di Isildur, sembrò rivelare pienamente la propria regalità ai suoi compagni.