L’arco di Bregor

Beleriand, c.a. 400 P.E. – Numenòr, 3.319 S.E.

 

Tra le eredità dei Re degli Uomini capaci di sopravvivere per più di un’Era nella storia di Arda ve ne sono alcune che, come lo scettro di Annùminas e l’anello di Barahir, sono lungamente documentate nelle antiche cronache, in virtù del fatto che essi entrarono a far parte dei gioielli della Corona del Reame Riunito di Gondor e di Arnor, retto da re Elessar e dai suoi dicendenti della dinastia Telcontar. Lo stesso si potrebbe dire per l’ascia di Tuor, divenuta celebre proprio in virtù del fatto di essere stata brandita da uno degli Uomini più noti della prima era, progenitore diretto dei Re della Terra della Stella.

Meno noto è il fatto che, in tempi più remoti, vi fossero altri simboli del potere regale tra i discendenti delle tre Case degli Edain e di Elros Tar-Minyatur. E tra di essi, forse il più oscuro è l’Arco di Bregor, l’arma preferita dal Capo del Casato di Bëor intorno all’inizio del quarto secolo della Prima Era, quando divenne il secondo signore di Ladros, vassallo di Angrod e Aegnor figli di Finarfin.

Poco si conosce di questo arco, ma dai frammenti in nostro possesso possiamo ricostruire che si poteva trattare di un arco lungo, ideale per sorvegliare e difendere i recessi montani del Dorthonion, capace di tiri di diverse centinaia di metri. È inoltre possibile che non fosse un semplice arco di legno (che nel corso dei millenni della propria esistenza avrebbe sicuramente riscontrato una certa degradazione), ma che fosse dotato di elementi in corno per rinforzarne le estremità e l’impugnatura.

Alla sua morte, l’arco fu ereditato da suo figlio Bregolas e, dopo la sua morte avvenuta nella Dagor Bragollach, da Barahir padre di Beren. Non ci viene fornito alcun resoconto di come l’arco sia sopravvissuto alla caduta di Ladros, ma probabilmente fu portato via da Emeldir la Valorosa, madre di Beren: quando la caduta di Ladros apparve inevitabile, guidò molti del suo popolo verso la sicurezza nella Foresta di Brethil. Ci viene detto che Emeldir fornì armi a coloro del suo popolo che potevano usarle, e forse tra queste vi era anche l’Arco di Bregor.

Da quel momento in poi, dell’Arco si perdono le tracce. Ma lo ritroviamo molti anni dopo a Numenòr, conservato da Elros insieme all’ascia di suo nonno Tuor e agli altri gioielli del casato. Ciò lascia intendere che, quando la popolazione del Brethil emigrò a Sud, sfuggendo alla dominazione degli Orientali lì trapiantati da Morgoth, portarono con loro l’arco fino alle Bocche del Sirion riunendosi agli esuli di Gondolin, del Doriath e del Nargothrond che lì erano rimasti sotto la protezione di Ulmo, che ancora aveva potere nel Grande Fiume.

Dopo la guerra d’Ira, l’Arco fu portato a Nùmenor e lì rimase per i tre millenni successivi. Essendo parte del tesoro del Re, fu conservato a Armenelos fino ai tempi di Ar-Pharazôn, inabissandosi tra i flutti di Belegaer il Grande durante l’Akallabêth.

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