Aranrùth, “la Furia del Re”

Doriath, ca. 1.400 A.A. – Esistente nelle Grotte degli Obliati

 

Somma tra tutte le spade forgiate dagli Elfi rimasti sulle sponde della Terra di Mezzo durante il Grande Viaggio verso Ovest era Aranrùth, l’arma che per lunghi secoli fu stretta dalle mani di Re Elwë Singollo, Thingol Mantogrigio Signore del Doriath, a cui egli stesso diede il nome con cui divenne famosa, memoria della sua furia nelle guerre contro i servi di Morgoth quando il mondo era giovane, e il loro Signore trascorreva la propria pena a Ovest, rinchiuso nelle Aule di Mandos.

 

Le antiche cronache ci raccontano di come Aranrùth fosse considerata da Thingol alla pari dei suoi gioielli più preziosi, e che a nessuno concedesse di usarla, foss’egli anche uno dei suoi Campioni più amati. Quando Beleg gli chiese una spada per intraprendere la propria missione alla ricerca di Tùrin sfuggito alla protezione di Menegroth, il Re rispose ch’egli poteva avere quella che preferisse, eccetto la propria. E sempre Aranrùth riposò al fianco del suo Signore, nei momenti di pace. Ma sventuratamente non era con lui quando, correva l’anno 503 della Prima Era, cadde sotto la maledizione dei Silmaril, venendo a lite con i Nani che lo avevano incastonato nella Nauglamìr – e che ne reclamavano il possesso – che lo aggredirono e lo uccisero nelle profondità della sua città.

La spada rimase così come parte del tesoro che, alcuni anni dopo, fu reclamato da Dior Eluchìl, figlio di Lùthien e di Beren il Monco, quando tornò nel Doriath dando al Regno ancora qualche anno di pace e prosperità.

 

Ma il Destino legato ai Silmaril era in agguato. E fu così che i figli di Fëanor, ora che il gioiello non era più in mano a Lùthien, ch’essi stessi riverivano per la sua vittoria su Morgoth, avanzarono le loro pretese. E in mancanza di risposte da parte di Dior, passarono all’azione: una notte d’inverno, invasero il Doriath non più protetto dalla Cintura di Melian, penetrarono in Menegroth e fecero strage di tutti coloro che si frapposero tra loro e il Silmaril, compreso lo stesso Dior. E fu questo il secondo eccidio di Elfi per mano di Elfi, tra i peggiori crimini a cui il Giuramento di Fëanor aveva portato.

Ma Elwing figlia di Dior riuscì a fuggire, portando con sé non solo il Silmaril ma anche la spada del nonno, che venne conservata alle Bocche del Sirion per gli anni successivi, venendo poi ereditata da Eärendil il navigatore e poi, quand’egli partì per Aman, dai suoi figli Elrond ed Elros, entrando poi a far parte dei tesori della casa di quest’ultimo, Primo Re di Nùmenor, e uno dei simboli della loro regalità.

 

E così Aranrùth rimase sull’Isola della Stella per tutta la durata della sua esistenza, attraversando la Seconda Era fino alla salita al trono di Ar-Pharazôn, il più potente, il più superbo e l’ultimo dei Re di Nùmenor. Qui il racconto della storia della Spada si fa più incerto, perché vi è chi sottolinea che Aranrùth rimase ad Armenelos quando il Re salpò verso Ovest, sobillato da Sauron nel dichiarare guerra ai Valar stessi per contendere loro l’immortalità, e che dunque fu smarrita nella Caduta.

 

Tuttavia non riteniamo che siano così andati i fatti. Ci appare infatti difficile da comprendere perché il Re, pronto a portare guerra contro nemici al di là della propria immaginazione, avrebbe dovuto abbandonare una delle sue armi più potenti, costruita dagli Elfi nel periodo del loro massimo fulgore. Crediamo dunque che Aranrùth fosse al fianco di Ar-Pharazôn durante il suo ultimo viaggio, e che egli la impugnasse quando scese dalle navi sulle spiagge di Araman, non lontano dal grande varco del Calacirya.

E qui subì la collera di Eru, che invocato dalle Potenze sconvolse l’ordine del Mondo, separando Valinor dal resto delle Terre Emerse e sprofondando Nùmenor nelle profondità di Belegaer il Grande da cui si era elevata tre millenni prima. E Ar-Pharazôn e i suoi uomini, risucchiati dal terreno sotto di loro, sono ancora oggi in attesa nelle Grotte degli Obliati, da cui potranno uscire solo alla fine dei tempi, quando durante Dagor Dagorath saranno convocati per riscattare il proprio onore combattendo contro Morgoth fianco a fianco ai Valar.

 

E il Re stringerà Aranrùth nella sua mano, chiamata ancora una volta a combattere contro i servi dell’Oscuro Signore.

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