Angainor, la catena dei Valar
Valinor, c.a 1100 A.A. – Vuoto Atemporale, 590 P.E.
Prima dell’Avvento degli Uomini, prima del Sole e della Luna, prima del Risveglio degli Elfi e del primo lucore delle stelle di Varda, i Valar scesero in guerra contro Melkor Bauglir, che minacciava il dominio sulla Terra di Mezzo dalla sua grande fortezza di Utumno, celata tra i ghiacci a Nord dei monti Orocarni, all’estremo Oriente della Terra.
E a lungo si interrogarono le Potenze sulle ragioni e la liceità del loro intervento contro il proprio fratello rinnegato: poiché a loro Eru aveva affidato la costruzione e la felicità di Arda e sapevano che, per quanto grande era il rischio che Melkor poneva ai Figli che ancora dovevano popolare la Terra, pure una guerra contro di lui avrebbe comportato sconvolgimenti tali da compromettere l’equilibrio che i Valar avevano lungamente perseguito nella loro opera di edificazione di Arda.
Ma tale era la corruzione che da Utumno si sprigionava nel mondo, che Manwë si rivolse al Padre Universale, e queste parole rivolse poi agli altri Valar: “Questo è il consiglio di Ilúvatar entro il mio cuore: che noi si debba riprendere il dominio di Arda, a qualsiasi prezzo, liberando i Quendi dall’ombra di Melkor“.
Fu così che i Valar scesero nuovamente in guerra contro Melkor, come molti anni prima quando egli distrusse le grandi lampade Ormal e Illuin. E fu proprio in quei giorni che Oromë recò a Valinor la notizia del risveglio dei Quendi a Cuivienèn, così vicini alla fortezza del Nemico che egli cominciò a irretirli, inviando tra loro ombre e spiriti malvagi. E così le Potenze sciolsero i residui dubbi, e scesero in guerra. E in loro aiuto giunse dalle aule atemporali anche Tulkas il forte, che guidò l’assalto a Utumno.
Mai Melkor dimenticò questa guerra, perché sapeva ch’essa era stata condotta solo per amore degli Elfi e non già per la semplice brama di potere. E a lungo combatterono, fino a quando tutti i suoi servi non fuggirono in preda al terrore della furia dei Valar. E le più antiche storie che circolano tra gli Elfi narrano di fuochi, rumori stordenti e bagliori accecanti a Nord di Cuivienèn, ove i Valar avevano posto una guarnigione di Maiar per proteggerli.
A lungo durò l’assedio di Utumno, e molti combattimenti ebbero luogo innanzi ai suoi cancelli. E la Terra di Mezzo mutò nuovamente il proprio aspetto. Ma infine, la resistenza di Melkor cedette, e i cancelli della sua fortezza furono divelti, e i suoi molti sotterranei scoperchiati. Ed Egli si presentò di fronte ai Valar, dalle cui fila emerse Tulkas come loro Campione. E grandi sono i racconti che ruotano intorno a questo scontro, sebbene nessun occhio di un figlio di Ilùvatar lo avesse potuto vedere.
Si racconta però che Tulkas “combatté con lui e lo atterrò; e Melkor fu legato con la catena Angainor che Aulë aveva forgiato, e condotto in cattività; e il mondo ebbe pace per una lunga era.”
Proprio la catena Angainor rappresenta un raro esempio di artefatto creato dai Valar per il loro uso esclusivo, così forte da poter avvincere perfino Colui che si eleva in possanza.
Era Angainor una grande catena che, come ricordato, era stata forgiata da Aulë il fabbro utilizzando il Tilkal, uno straordinario materiale da lui concepito come una lega di sei metalli: rame, argento, stagno, piombo, ferro e oro. Il suo colore variava dal verde brillante al rosso a seconda della luce e possedeva tutte le proprietà dei sei metalli che la componevano, più altre uniche, dotata com’era di una durezza, una lucentezza e una morbidezza maggiori di qualunque materiale mai creato da fabbro o artigiano di Arda.
Il suo nome significava “tormentatore”, ed era così pesante era, che perfino Tulkas faticò a trascinarla con sé all’Est della Terra di Mezzo, ai tempi dell’Assedio a Utumno. Ed era così lunga che Melkor ne fu circondato trenta volte da capo a piedi.
Così incatenato, Melkor fu trascinato davanti all’Anello del Destino, e qui giudicato colpevole dell’aggressione contro Arda. E il giudizio che ricevette fu di restare per tre Ere imprigionato nelle Aule di Mandos, imprigionato da Angainor, affinché espiasse le proprie colpe.
Com’è noto, trascorse le tre ere Melkor fu effettivamente liberato, e si aggirava senza più costrizioni nelle Terre di Valinor, sussurrando alle orecchie degli Elfi parole all’apparenza sagge, ma capaci di istillare nelle loro menti il dubbio e il sospetto nei confronti degli obiettivi dei Valar. Altrove è narrato cosa avvenne, e di come Melkor tornasse alla Terra di Mezzo dopo aver sottratto i Grandi Gioielli, ivi ristabilendo il proprio dominio. E di come i Noldor, per diverse motivazioni, lo seguissero contravvenendo agli ordini dei Valar, e dando inizio alle Grandi Guerre della Prima Era.
E tali furono l’eroismo e le sofferenze ch’Elfi e Uomini patirono nel Beleriand, che alfine i Valar risposero alle richieste dei Figli di Ilùvatar, acconsentendo alla preghiera di Eärendil. E diedero inizio alla Guerra d’Ira, al termine della quale Melkor, ormai da tutti conosciuto come Morgoth, fu sconfitto. E i Valar nuovamente lo avvinsero con Angainor, e presero la sua Corona Ferrea, da cui estrassero i due Silmaril rimanenti, e ne fecero un collare con cui il Vala Rinnegato fu gravato, costringendolo ad abbassare il capo di fronte ai suoi vincitori.
E così si racconta che Melkor fu scagliato al di là della Porta della Notte nel Vuoto Atemporale, ove impotente dovrà assistere ai destini del mondo per i lunghi millenni della sua eterna vita. Pure, si racconta nell’Ultima Profezia di Mandos, che verrà un giorno in cui Morgoth si libererà di questa catena, e di nuovo irromperà nel mondo distruggendo il Sole e la Luna. E sulla Terra si combatterà l’ultima battaglia, Dagor Dagorath, che sarà tale da segnare la fine del mondo.
E dopo di essa, un coro ancora più grande dell’Ainulindalë verrà cantato dai Figli di Ilùvatar di fronte a Eru, ed Egli ascolterà una musica infine pura, come la latente immagine di Arda Primigenia.