Ancalagon il Nero, il primo drago alato

Angband, c.a. 515 P.E. – Cieli del Beleriand, 587 P.E.

 

Tra i possenti draghi che hanno attraversato la Terra di Mezzo dal momento in cui Morgoth creò e crebbe Glaurung il Crudele, padre di draghi, nessuno è mai stato in grado di sfidare Ancalagon il nero per forza e possanza.

 

Ancalagon il Nero, di Donato Giancola

Rampollo della progenie del Grande Verme, Ancalagon venne allevato da Morgoth con cibi magici e crudeli, che ne resero mastodontiche le dimensioni già ai tempi della sua giovinezza, negli anni seguenti il trionfo di Melkor nelle battaglie del Beleriand, quando solo piccoli e nascosti regni ancora si opponevano al suo dominio.

 

Egli era capace, come molti draghi, di sputare fuoco. Ma Morgoth dotò Ancalagon di un altro dono: attraverso oscuri sortilegi, egli fece in modo che il drago nascesse con due ali, tali da permettergli il volo, che quando il drago raggiunse la piena maturità apparivano come grandi ali di pipistrello, ma squamate come pelle di serpente, tese tra immense grinfie di corno.

I saggi tra gli Elfi raccontano che Morgoth concepì Ancalagon perché nella sua mente aveva previsto che i Valar non lo avrebbero lasciato a dominare incontrastato la Terra di Mezzo, e che presto sarebbero giunti in forze a reclamare il dominio di Arda. Così fece di Ancalagon la punta di diamante delle sue schiere, tale da poter respingere anche le Potenze dell’Ovest grazie alla capacità di volare al di sopra dei loro eserciti, come una nera tempesta.

 

Poco dunque si conosce della vita di Ancalagon, che Morgoth tenne nascosto come arma segreta, per ottenere il massimo effetto dalla sua apparizione sul campo di battaglia.

E così indubbiamente avvenne durante la Guerra d’Ira, che come Melkor aveva previsto si verificò 115 anni dopo la Battaglia della Innumerevoli Lacrime. Com’altrove è raccontato, infatti, i Valar infine ascoltarono l’implorazione di Eärendil che, facendosi araldo di Elfi e Uomini, chiese e ottenne che le Potenze liberassero il Beleriand dal giogo dell’Oscuro Signore.

 

E quando l’esercito dei Valar giunse a Oriente, così grande era lo splendore delle loro armi e la potenze degli Elfi vissuti nella beatitudine di Valinor, che gli eserciti di Morgoth furono travolti ed egli nuovamente assediato nella sua fortezza di Angband. E fu allora che rilasciò nel cielo i grandi Draghi alati guidati da Ancalagon, il cui palesarsi fu quello d’un’immensa tempesta, e lo sbattere delle cui ali aveva la forza d’un uragano. E le armate dei Valar indietreggiarono, esposte a un terrore che nessuno fino ad allora aveva mai osservato.

 

Ma dall’alto delle stelle scese Eärendil al comando di Vingilot, con un Silmaril splendente in fronte. E ai suoi fianchi presero posizione, in schieramento di battaglia, anche Thorondor e le grandi aquile di Manwë, e insieme ingaggiarono una lunga battaglia nei cieli del Beleriand contro Ancalagon e gli altri draghi alati.

 

E infine Eärendil vinse, colpendo a morte l’enorme drago, il cui corpo senza vita crollò dall’alto sui tre picchi di Thangorodrim radendoli al suolo. E con la sua caduta cadde anche il Signore Oscuro, che fu tratto prigioniero fuori da Angband in rovina e avvinto nuovamente dalla catena Angainor, che già lo aveva stretto molte ere prima.

 

Ancalagon il Nero, autore sconosciuto

Questo passo delle cronache degli antichi tempi ci permette di dare qualche indicazione in più sulle dimensioni di Ancalagon, che nella tradizione orale sono state spesso riportate in misura estremamente più grande di quanto realmente fosse, come spesso avviene per le storie di un tempo passato. Era Ancalagon certamente un drago di dimensioni gargantuesche, se è vero che il suo crollo fu in grado di abbattere tre picchi di una montagna alta come Thangorodrim.

Riteniamo però che questa descrizione non significhi ch’egli era grande quanto l’intera montagna, ma che tale fu l’urto causato dalla sua caduta da minarne le fondamenta stesse – si trattava d’altronde d’un massiccio creato con i materiali di scarto della costruzione di Angband.

 

Inoltre Ancalagon, per quanto mastodontico, poté essere combattuto da Eärendil alla guida di Vingilot, nave mirabile la cui lunghezza non poteva essere superiore ai quaranta metri. Una misurazione realistica potrebbe dunque stimare la grandezza di Ancalagon in circa 300 metri, tale da garantirgli un’apertura alare di circa 2 terzi di questa lunghezza.

Questa mole, considerata la struttura fisica dei draghi, lo renderebbe pesante centinaia di tonnellate, un peso sufficiente a causare una rovina come quella di Thangorodrim al termine della Prima Era del Mondo.

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