Amroth, Re del Lòrien

Lòrien, Prima del 700 S.E. – Baia di Belfalas, 1981 T.E.

 

Tra le storie di possente e tragico amore che costellano l’epopea degli Elfi nella Terra di Mezzo, poche toccano così a fondo le corde dell’anima come quella di Amroth figlio di Amdìr, re del Lòrien, e di Nimrodel la bella, che visse alle pendici dei Monti Nebbiosi prima del ritorno dell’Oscurità.

Ma benché questo racconto sia divenuto celebre tra gli Elfi di ogni stirpe e tra gli Uomini di Gondor, poco è noto della storia di Amroth prima del suo culmine.

 

Quello che sappiamo dalle cronache numenoreane è che egli era figlio di Amdìr, in alcuni testi chiamato Malgalad, Signore dei Boschi di Lothlòrien. Era costui con ogni probabilità un Elfo Sindar, che come molti di essi si era recato a Est dei Monti Azzurri a seguito della Guerra d’Ira e della rovina del Beleriand, assurgendo alla guida dei piccoli reami di Elfi Silvani, di origine Nandor o Avara, che erano nati in queste regioni. Una simile circostanza è quella che ha portato Oropher a diventare Signore dei Boschi a Nord di Eryn Galen, com’era chiamato Bosco Atro prima della sua corruzione da parte di Sauron, di cui Thranduil e Legolas furono rispettivamente figlio e nipote.

E simile a quello di Oropher è anche stato il destino di Amdìr: entrambi erano infatti destinati a cadere nella battaglia di Dagorlad che segnò la fine della Seconda Era e la prima sconfitta di Sauron.

 

Per quanto riguarda i secoli precedenti, dalle fonti di Elenna sappiamo comunque con certezza che Tar-Aldarion visitò un reame elfico nella Terra di Mezzo che essi definirono “Terra di Amroth” intorno al 730 della Seconda Era. Un’indicazione che testimonia come Amroth dovesse essere già nato da almeno un centinaio d’anni a quel tempo, dal momento che non solo era divenuto un Elfo adulto ma ricopriva già un ruolo di potere nonostante il padre fosse ancora in vita.

 

Amroth è citato anche in alcune fonti rinvenute a Gran Burrone, che raccontano di come egli avesse guidato una forza di Elfi Silvani durante la guerra tra gli Elfi e Sauron, giungendo in aiuto della schiera di Elrond assediata tra le Montagne e l’Eriador. Il loro aiuto tuttavia non portò l’effetto sperato: respinti con gravi perdite furono costretti a tornare per sentieri nascosti all’Est delle Montagne Nebbiose, assistendo senza poter reagire ai lunghi secoli di predominio di Sauron sulla Terra di Mezzo.

 

Dopo la Guerra dell’Ultima Alleanza e la morte del padre, Amroth assunse a tutti gli effetti il titolo di Re del Lòrien. E il suo Regno inaugurò un lungo periodo di pace nel quale egli portò avanti le tradizioni furtive e schive degli Elfi Silvani a cagione del suo amore per Nimrodel, membro di questo popolo e restia a farsi coinvolgere dal rumore del mondo al di fuori dei boschi in cui era sempre vissuta.

 

Molti secoli passarono. E ciò nonostante, quando nel 1409 della Terza Era Amroth fu convocato da Elrond per aiutare gli Elfi di Imladris a respingere la minaccia del Re Stregone di Angmar, che per un certo periodo fu tenuto a bada e costretto nei suoi domini del Nord.

Nimrodel non fu felice di vedere l’amato e i più forti dei suoi uomini recarsi in guerra per difendere “gli Elfi dell’Ovest” ch’ella non aveva in simpatia perché li considerava distruttori della Pace che avevano sempre avuto.

 

Fu così ch’ella pose Amroth di fronte a una scelta: avrebbe acconsentito a sposarlo solo s’egli l’avesse condotta in una terra di pace. Ma con il risveglio di Sauron ormai conclamato e la nascita di tanti piccoli Poteri ad esso asserviti, tale luogo non esisteva nella Terra di Mezzo.

 

Amroth, di Alan Lee

Allora Amroth ricordò i racconti del padre e le tradizioni che il suo popolo aveva portato dal Doriath: e pensò all’Ovest beato come alla destinazione nella quale egli e Nimrodel avrebbero alfine trovato pace. E poco si curava del proprio Regno e del prestigio che già aveva guadagnato tra Elfi e uomini, perché solo l’amore della propria amata sarebbe bastato a ripagarlo d’ogni oro e d’ogni potere.

Così parlò a Nimrodel, e le favoleggiò di Edhellond, un porto meridionale abitato dagli Elfi, situato tra la foce del Ringlò e del Morthond, dal quale una nave li avrebbe condotti all’Ovest imperituro. E Nimrodel acconsentì.

 

Insieme partirono dunque per il Sud con un piccolo seguito, lasciato Lòrien senza guida. Fu questa la ragione, si dice, per la quale poco tempo dopo Galadriel e Celeborn, che ancora risiedevano nel Lindon, scelsero di trasferirsi ad Est e diventare i Signori – ma non già Re e Regina – del Lòrien. Quasi come fossero chiamati a diventare essi stessi custodi di una Terra destinata all’oblio, come tutto ciò ch’esiste su Arda Corrotta e che si trova lontano dalla Grazia di Valinor, ma ancora dotata d’una forza e una sacralità che sarebbero perdurate ben oltre la fine della Terza Era.

 

Il viaggio di Amroth e Nimrodel a Sud li portò nel regno di Gondor sotto lo scettro di Eärnil II, che era stato nominato Re dopo la morte in battaglia di Ondoher e il rifiuto da parte dei nobili di Gondor di offrire lo scettro ad Arvedui di Arthedain. Era un’epoca di invasioni e di aspre battaglie, e periglioso fu il loro cammino verso il Mare.

E un giorno Amroth e Nimrodel si trovarono separati. Ed egli, ragionando con se stesso, si disse che entrambi avrebbero conosciuto la destinazione e si sarebbero ricongiunti a Edhellond. Continuò dunque il viaggio da solo, ma quando giunse al porto non trovò traccia dell’amata o del suo seguito. Si seppe dopo ch’ella si era perduta nei boschi dei Monti Bianchi, i cui tortuosi sentieri l’avevano rallentata.

 

Amroth decise di attendere l’arrivo dell’amata a bordo della nave. Ma ogni giorno i marinai l’incalzavano, dicendo che non avrebbero atteso la fine dell’estate per la partenza e che, se volevano recarsi all’Ovest durante quell’anno, presto sarebbero dovuti salpare. Ma l’estate trascorse senza che vi fosse traccia di Nimrodel. E ancora Amroth indugiava, chiedendo ai compagni maggiore pazienza. E anche l’autunno passò senza ch’ella fosse avvistata. Le prime tempeste cominciarono a bersagliare la baia di Belfalas, e un giorno un terribile fortunale guastò gli ormeggi della nave, trascinandola in mare aperto. I marinai elfici furono in grado di governarla nuovamente, ma ormai la Terra era lontana ed essi decisero di tracciare la via verso Ovest, per giungere infine a Tol Eressëa.

 

Ma quando Amroth si accorse, alla luce dell’alba, che la terra era ormai lontana, realizzò che avrebbe rischiato di non rivedere l’amata Nimrodel in questa vita o in un’altra. Così si lanciò in acqua, tentando di raggiungere la riva a nuoto. E a nulla valsero i richiami dei propri compagni e i tentativi di riprenderlo. A lungo combatte con le onde, ma infine il Grande Mare ebbe la meglio. E Amroth annegò al largo della Baia di Belfalas, non lontano dal promontorio che in seguito prese il proprio nome. Così morì l’ultimo Re del Lòrien.

 

Nulla si sa del destino di Nimrodel, se non che per un certo periodo dimorò vicino al fiume Gilrain, che le ricordava la propria terra natìa. Molto tempo dopo, quando giunse a Edhellond, non trovò più né una nave né Amroth. E ignorò il fato del suo amato, che era morto a poche miglia dal luogo in cui si trovava.

Ma il destino sa ripresentarsi in modi imprevedibili. Alcune ancelle del suo seguito si smarrirono a loro volta: tra di esse vi era anche Mithrellas, che fu poi ritrovata tempo dopo da Imrazôr il Nùmenoreano, che la prese in moglie e con cui diedero inizio all’unica stirpe di Signori degli Uomini che, insieme ai Re di Gondor e Arnor, potevano reclamare un’ascendenza Elfica. E costoro divennero Signori della città fortificata posta sul promontorio che prese il nome proprio da colui che aveva spinto lei e la sua Signora a quel viaggio a sud: la città di Dol Amroth.

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