Amdìr Re del Lòrien
Doriath, ? A.A./P.E. – Dagorlad, 4.343 S.E.
Molti furono i Regni Elfici che sorsero ad est del Beleriand durante la Prima Era del mondo, e in misura ancor maggiore dopo la distruzione del Beleriand e il mutamento del mondo causato dalla Guerra d’Ira. In questo periodo di grandi sconvolgimenti, è possibile riconoscere una tendenza: gli eredi dei Noldor (di cui Gil-Galad, Elrond e Celebrimbor erano i principali eredi) crearono i propri regni a occidente delle montagne nebbiose. E per molti secoli Lindon, Eregion e Imladris rappresentarono le tre capitali in cui si concentrava e si tramandava l’arte e la memoria dei Grandi Re della stirpe di Finwë che combatterono contro Morgoth.
Diverso fu il caso del grande esodo del popolo Sindar del Doriath. Molti dei nobili Signori che avevano servito alla corte di Re Thingol, infatti, dopo essere transitati dai Porti del Sirion scelsero di varcare non solo i Monti Azzurri ma anche le Montagne Nebbiose, trovando rifugio tra i popoli degli Elfi Silvani che dimoravano nelle grandi foreste che ancora si stendevano sulle sponde dell’Anduin e dei suoi tributari. Erano costoro, gli Elfi Silvani, popoli che vivevano senza un chiaro ordinamento sociale, godendo di ciò che la natura offriva loro e creando civiltà orizzontali, grazie anche alla lontananza dele guerre nel Nord e nell’Ovest della Terra di Mezzo.
Non so conosce il motivo per cui, con l’arrivo degli esuli del Beleriand, queste società assunsero la forma di Regni più o meno strutturati. È però possibile che ciò fosse naturale conseguenza del grande portato culturale, tecnologico e ricco, in termini di mezzi e di sostanze, che i Signori del Beleriand conducevano con sé. D’altro canto, il loro arrivo è stato seguito dalla fuga verso ovest di molti servi del Nemico, che con gradi diversi di pericolosità hanno cominciato a insidiare le terre abitate dagli Elfi.
Non abbiamo tuttavia sufficienti fonti, in un’epoca molto lontana nella quale gli eruditi umani erano quasi esclusivamente presenti sull’Isola di Nùmenor, per stabilire quale sia stata la realtà dei fatti, anche se probabilmente si tratta di un insieme di entrambe le cause.
Due erano in particolare i Reami di Elfi Silvani guidati da una casta di Sindar al potere di cui si è tramandata memoria: il Reame Boscoso a Nord di Boscoverde il Grande, guidato da Oropher padre di Thranduil, e il Regno di Lòrinand a sud del medesimo bosco, in cui, nei primi secoli della Seconda Era, salì al trono Amdìr del Doriath.
Il suo nome non è citato nelle cronache della Prima Era, ma è possibile che egli sia giunto a Est delle Montagne Nebbiose quando ancora questa era una terra di pace, e tale rimase fino alla lunga guerra tra gli Elfi e Sauron. In questa occasione, benché larga parte delle forze di Sauron si concentrò sull’Eriador, distruggendo la Gwaith-i-Mírdain e mettendo a fuoco le il Minhiriath e l’Enedwaith, anche nei confini meridionali di Lòrien gli scontri durarono per tutto il conflitto. E quando Sauron lanciò l’assalto finale al popolo di Eregion, i cui superstiti sopravvissero unicamente grazie all’aiuto dei Nani di Moria, che permisero loro di attraversare le miniere per giungere all’altro lato delle Montagne Nebbiose. Qui un’altra armata di Sauron li attendeva: ma mentre un esercito di Nani discendeva da Khazad-dûm, un’armata di Elfi uscì da Lòrien a fondovalle, guidati da Amroth figlio di Amdìr e su diretto ordine di quest’ultimo. E nessuno rimase in vita delle forze di Sauron, che intanto veniva via via scacciato dall’Eriador grazie all’intervento delle truppe di Gil-Galad e del Re di Nùmenor Tar-Minastir. E forse fu proprio in occasione della battaglia contro Sauron che Dama Galadriel e Lord Celebord conobbero per la prima volta la terra di Lòrien della quale molti anni dopo, quando Amroth fu perduto, divennero Signori.
La pace che giunse negli anni seguenti fu lunga, ma non infinita. Molti secoli dopo ci fu una guerra tra gli Uomini di Nùmenor e Sauron, e quest’ultimo si dichiarò sconfitto, e fu portato su Elenna come ostaggio. E qui avvelenò la già superba mente del Re, spingendolo al sacrilegio che provocò la Caduta di Nùmenor e l’esilio dei Dùnedain nella Terra di Mezzo. E la Guerra riprese, portata sul vento che ricondusse la nera anima di Sauron dalla Rovina di Nùmenor alla sua fortezza di Mordor.
Gil-Galad strinse un’Ultima Alleanza con Elendil, Signore dei Fedeli Nùmenoreani, ed insieme mossero guerra contro Sauron. Anche Amdìr decise di dare il proprio contributo, sebbene gli Elfi Silvani che egli guidava erano più abituati all’isolamento come mezzo di protezione. Pertanto, raccolse il maggior numero possibile di volontari e partì alla guerra, scegliendo però – fedele all’istinto di libertà che contraddistingueva il proprio popolo – di non sottostare al comanda dell’Alto Re dei Noldor, ma di unirsi piuttosto alle schiere del suo lontano parente Oropher del Reame Boscoso.
Amdìr partecipò dunque alla battaglia di Dagorlad alla testa del proprio esercito, ma ben presto venne a galla l’arretratezza dell’equipaggiamento degli Elfi di Lòrien rispetto ai grandi eserciti dell’Ovest, e perfino delle truppe del nemico. Inoltre, la loro volontà di agire indipendentemente e di non sottostare al comando di Gil-Galad li espose ad azioni troppo avventate. E proprio durante un assalto solitario, le truppe di Amdìr vennero tagliate fuori dal grosse dell’esercito di cui costituivano l’estrema ala sinistra, e spinti verso le Paludi Morte dove, dopo un’ostinata resistenza, furono infine sbaragliati. E coloro che non perirono sotto le spade degli Orchi, furono spinti nelle Paludi ove affogarono, rimanendo sospesi per sempre nelle acque profonde. E molti di loro ancora là giacevano quando li video il Portatore dell’Anello durante il suo ramingare verso Mordor al seguito di Gollum.
In quell’occasione morì Amdìr di Lòrien, tra i più amati – benché meno conosciuti – dei sovrani elfici degli antichi tempi. E a lui succedette sul trono di Lòrien il figlio Amroth, che governò questa Terra per i secoli successivi.