Alcarinquë la Gloriosa

Prima del 1.050 A.A. – Splendente in cielo

 

Tra le molte e meravigliose opere compiute dai Valar quando Arda era giovane, somma è sempre considerata, tra gli Eldar di Valinor e della Terra di Mezzo, la creazione del firmamento operata da Varda, convinta che, quando sarebbe giunto il tempo del loro risveglio, gli Elfi avrebbero trovato conforto contro le menzogne del Nemico guardando in alto verso le stelle, consapevoli che i Valar li avrebbero protetti.

 

Per questa ragione Varda aggiunse molte stelle brillanti ai cieli, dando forma ad astri e stelle servendosi delle gocce scintillanti di Telperion, l’Albero d’Argento. Fra queste c’erano le costellazioni che conosciamo ancora oggi. Ma molte altre luci che splendono in cielo non sono stelle, ma pianeti e forme celesti di gas, di pietra e di terra, che insieme compongono le prospettive e l’infinità del cielo sopra di noi.

Tra queste si contava Alcarinquë, il pianeta che noi oggi conosciamo come Giove e che rappresentava, durante le prime ore del mondo, l’oggetto più luminoso nei cieli di allora.

E che si trattasse di un destino o della precisa volontà di Ilùvatar che è sopra ogni cosa, fu solo quando Varda creò Alcarinquë e le altre nuove luci che gli Elfi si risvegliarono per la prima volta a Cuivienèn.

 

Ma ancora l’opera di Varda non era completata. Perché molti secoli – e molto dolore – dovevano passare prima che la morta degli Alberi non portasse i Valar a concepire e realizzare il Anàr e Isil, il Sole e la Luna. E altri cinquecento anni prima che un’altra stella che ancora oggi ammiriamo nel firmamento salisse al di fuori delle cortine del Mondo: stiamo naturalmente parlando del Silmaril di Eärendil, che ancora solca il cielo, e che ormai ci siamo abituati a chiamare Venere.

 

 

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