Nimloth, l’Albero Bianco di Gondor
Minas Ithil, 3.429 S.E. – Fiorente a Minas Tirith nella Quarta Era
Oggi non parliamo di un artefatto in senso stretto, per quanto l’arte che permise il suo sviluppo possa essere certamente paragonata a quello dei grandi fabbri e dei grandi artigiani di Eregion, Lindon e di Valinor al di là del Mare.
Quando ci si riferisce all’Albero Bianco di Gondor, è bene innanzitutto ricordare che non ci si riferisce ad un’unica pianta, ma alla successione di almeno 4 differenti generazioni arboree discendenti da Nimloth il Bello, l’Albero Bianco dei Re di Nùmenor, a sua volta generato da un seme, donato dagli Eldar di Tol Eressëa, di Celeborn, l’Albero dell’Isola degli Elfi. Ed era questo un pollone di Galathilion, donato da Yavanna agli Elfi di Tirion come immagine di Telperion il Lucente, il primo degli Alberi distrutto da Morgoth e Ungoliant.
E il primo Albero Bianco della Terra di Mezzo fu portato a Est da Elendil e dai suoi figli grazie all’eroismo di Isildur, che solo si introdusse nel Palazzo di Armenelos, ove il Re ormai soggiaceva completamente alle menzogne di Sauron e che presto avrebbe acconsentito alla distruzione di Nimloth, per sottrarre una gemma dell’albero, che condusse con sé a Ròmenna e sulle navi che condussero i Fedeli lontani dalla distruzione che si sarebbe abbattuta su Elenna. È degno di nota che a lungo Isildur soffrì per le ferite provocategli durante la sua impresa, ma quando il seme germogliò, donando la sua prima foglia nella Primavera seguente, Isildur guarì dalle ferite e si riprese completamente.
Fu sulla nave di Isildur che l’alberello viaggiò nella Terra di Mezzo, venendo piantato a Minas Ithil di fronte alla sua casa. Ma quando Sauron tornò all’Est su un nero vento e dichiarò guerra ai Popoli Liberi della Terra di Mezzo, il suo primo attacco fu rivolto proprio verso Minas Ithil, che cadde nel 3429 della Seconda Era. E L’Albero fu bruciato.
Isildur fu però in grado di salvare una piccola talea, che condusse a Minas Anor.
Nel Secondo Anno della Terza Era Isildur piantò l’albero nel cortile dei Re della Capitale, in memoria di suo fratello Anàrion. Questa seconda generazione perdurò fino al 1636 della Terza Era, quando la Grande Peste si abbattè su Gondor e si prese re Telemnar e i suoi figli. Alla sua morte, l’Alberi rinsecchì e non vi fu modo di salvarlo. Ma gli Uomini ancora mostravano la saggezza degli Antichi Tempi, e avevano conservato un seme, che fu piantato dal nuovo Re Tarondor, figlio del fratello di Telemnar.
Questo terzo Albero visse per un totale di 1232 anni, continuando a fiorire anche quando la linea dei Re si interruppe con la sparizione di Earnür e il passaggio del governo di Gondor ai Sovrintendenti Regnanti. Fu solo nel 2872 della Terza Era, alla morte di Belechtor II, che anche questo Albero morì.
Ma gli Uomini di Gondor non avevano più pensato alla successione, e non fu possibile trovare un nuovo seme dell’Albero. E così si decise di mantenere questo Albero, ormai secco, al suo posto “in attesa del Ritorno del Re”. Nessuno però sapeva che un seme ne era effettivamente stato raccolto, e nascosto laddove nessuno avrebbe potuto trovarlo, sulle alte pendici del monte Mindolluin.
Centocinquanta anni dopo, contro ogni speranza e previsione, il Re tornò davvero. E quando Aragorn divenne Re con il nome di Elessar, molto si dolse del fatto che, privato dell’Albero Bianco, il Re di Gondor perdesse anche uno dei più importanti simboli del proprio comando e della propria Casata, arrivando a legare l’impossibilità del proprio matrimonio con Arwen, per il quale disperava, con il fatto che non fosse possibile piantare un nuovo Albero.
Ma un giorno Gandalf lo condusse per sentieri ormai dimenticati sulle coste del Monte che circondava la città, invitandolo a distogliere lo sguardo dal verde mondo e di osservare là dove tutto sembrava freddo e morto. E lì, con grande stupore, lo vide: un piccolo albero, non più alto di settanta centimetri, germogliava nella neve. Ed egli lo raccolse, e con meraviglia notò che le radici cedevano con facilità, come se attendesse di essere condotto alla propria dimora.
E il Quarto Albero fu piantato nel cortile di Minas Tirith, e i resti del suo predecessore furono condotti nelle Aule Silenti e lì riveriti per i secoli a venire.
Aragorn prese questo ritrovamento come un segno che Arwen stesse per arrivare a Minas Tirith. E quando nel giugno del 3019 ella effettivamente arrivò, l’alberello si coprì di bianchi fiori, e crebbe forte e rigoglioso negli anni del regno di Re Elessar Telcontar, Simbolo, legame e eredità dei Grandi Re degli Eldar e degli Edain dei secoli passati.