Gil-galad era un Re degli Elfi, di Jenny Dolfen

Aeglos, la lancia di Gil-Galad

Nargothrond, c.a. 500 P.E. – Dagorlad, 3.441 S.E.

 

Molte sono le spade che, divenute strumenti d’eroiche gesta, sono celebrate dalle saghe del Beleriand e della Terra di Mezzo. Ma se si pensa alle lance, solo una è stata tramandata, per la sua fattura e per la mano che la reggeva, all’interno delle storie degli antichi tempi. Ed essa era Aeglos, la Punta di Neve, la grande lancia che Ereinion Gil-Galad portava con sé in battaglia, supremo nell’arte del combattimento a distanza e unico tra i grandi Elfi ad essere ricordato per la maestria nell’utilizzo di questa specifica arma.

 

Aeglos è stata forgiata, con ogni probabilità, ai tempi della gioventù di Ereinion alla corte di suo padre Orodreth, erede di Finrod sul trono del Nargothrond, quando il Reame Celato ancora resisteva nascosto agli occhi del Nemico: perché ancora Glaurung il Verme si pasceva nelle profondità di Angband, alimentando la propria perfidia con cibi crudeli, e Tùrin Turambar non aveva ancora osato sfidare apertamente il proprio destino, rivelando a Morgoth la posizione del regno sul Narog e spingendolo alla guerra aperta per i campi del Talath Dirnen.

 

Come sappiamo, pochi anni dopo la Dagor Bragollach, quando l’estremo avamposto di Tol Sirion cadde in mano a Sauron e ai suoi lupi mannari, Orodreth s’avvide del fatto che suo figlio Ereinion rappresentava uno degli ultimi rampolli della stirpe dei Noldor ancora viventi nella Terra di Mezzo – perché sapeva che Fingon non aveva progenie, così come lo zio Aegnor, e che il cugino Turgon solo aveva concepito una fanciulla, Idril. E decise dunque di proteggerlo, inviandolo da Cìrdan il Navigatore nelle Falas, ove Ereinion crebbe di spirito e di corpo, e imparò a combattere stringendo la lancia in pugno, alla maniera degli Elfi del Mare.

 

E così, dopo che Morgoth fu rovesciato durante la Guerra d’Ira, e pochi restarono nella Terra di Mezzo dei grandi Noldor che lo combatterono durante la Prima Era, Ereinion divenne Alto Re degli Elfi al di qua del mare. E da tutti era chiamato Gil-Galad, “Stella di Radianza”, e la bianca punta di Aeglos, suprema tra tutte le lance, lo accompagnava in ogni impresa contro i servi del Nemico che ancora tormentavano la Terra di Mezzo, nei tempi in cui ancora Sauron covava nel buio i propri sentimenti di rivalsa e vendetta.

 

Era infatti Aeglos una lancia lunga ben più di due metri, la cui lama era bianca come neve e affilata come una punta di ghiaccio pendente dalle vette dei Monti Azzurri nel pieno dell’inverno. E in ognuna della battaglia che Gil-Galad combatté durante la Seconda Era, e vieppiù dopo che Sauron dichiarò guerra agli Elfi di Eregion e a tutti i popoli liberi, la stringeva in pugno, e i nemici fuggivano di fronte ad essa.

 

La portò con sé anche molti secoli dopo, quando alfine l’Ultima Alleanza tra Uomini ed Elfi strinse Mordor d’assedio, e una lunga battaglia fu condotta sulla piana di Dagorlad. Ma proprio quando sembrava che le forze di Sauron fossero sul punto di cedere, Egli uscì da Barad-Dûr, e fece strage delle avanguardie. Allora i Re, Ereinion ed Elendil, si pararono innanzi a lui, e grande fu il loro combattimento. Ma né Aeglos né Narsil si dimostrarono all’altezza del potere del’anello: e Gil-Galad fu sconfitto, e la sua splendida lancia spezzata sotto i colpi di Sauron, che uccise entrambi prima che Isildur, figlio del Re, non raccolse il moncone della spada di suo padre tagliando il dito che reggeva l’anello, e concedendo alla Terra di Mezzo lunghi anni di fragile pace.

 

E così Aeglos, la più bella delle lance narrate nelle antiche storie, andò perduta ai confini di Mordor, e mai più fu stretta in pugno da Elfi o Uomini.

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