Una grossa caffettiera era stata appena posata a terra, i pan di spagna erano spariti, e i Nani cominciavano un giro di brioche imburrate, quando si sentì bussare forte. Non uno squillo, ma un duro bum-bum sulla porta verde dello Hobbit. Qualcuno batteva violentemente con un bastone!
Bilbo corse per il corridoio, arrabbiatissimo, completamente sconcertato e sconvolto: questo era il peggiore mercoledì di tutta la sua vita! Aprì la porta con uno strattone e caddero tutti dentro, uno sopra l’altro. Altri Nani, altri quattro! e dietro c’era Gandalf, che stava appoggiato al bastone e rideva. Aveva fatto una bella ammaccatura sulla porta, e, tra parentesi, aveva cancellato il segno segreto che vi aveva messo il mattino precedente.
«Attento! Attento!» disse. «Non è da te far aspettare gli amici sullo zerbino, Bilbo, e poi aprire la porta come un fulmine! Permettimi di presentarti Bifur, Bofur, Bombur e specialmente Thorin!».
«Al vostro servizio» dissero Bifur, Bofur e Bombur stando in fila. Poi appesero due cappucci gialli e uno verde pallido, e anche uno azzurro cielo con una lunga nappa d’argento. Quest’ultimo apparteneva a Thorin, un Nano estremamente importante, non altri, anzi, che il grande Thorin Scudodiquercia in persona, che non era stato contento per niente di cadere disteso sullo zerbino di Bilbo con Bifur, Bofur e Bombur sopra di lui. Tra l’altro Bombur era enormemente grasso e pesante! Thorin in realtà era molto altero, e la parola «servizio» non gli uscì affatto di bocca, ma il povero signor Baggins si scusò tante di quelle volte che alla fine egli grugnì un «per favore, non importa», e spianò il suo cipiglio.
«Adesso ci siamo tutti!» disse Gandalf, osservando la fila di tredici cappucci (i migliori cappucci staccabili, quelli della festa) e il proprio cappello che pendevano dall’attaccapanni. «Una bella compagnia davvero. Spero che ci sia ancora qualcosa da mangiare per i ritardatari! Che cosa ci sarà? Del tè? No, grazie tante! Per me un goccio di vino rosso, direi».
«E anche per me» disse Thorin.
«E marmellata di lamponi e torta di mele!» disse Bifur.
«E pizza e formaggio!» disse Bofur.
«E polpettone e insalata!» disse Bombur.
«E ancora dolci! e birra! e caffè! se non vi dispiace…» chiesero gli altri Nani attraverso la porta.
«Metti su qualche uovo, da bravo!» gli gridò dietro Gandalf, mentre lo Hobbit si avviava tutto rigido verso le dispense. «E già che ci sei, tira fuori il pollo freddo e i sottaceti».
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Una Riunione Inattesa, An Unexpected Party – The Dwarves Fall In by Alan Lee}
-Ancalagon