Mentre avanzavano, Bilbo guardava di qua e di là in cerca di qualcosa da mangiare; ma le more erano ancora in fiore, e non c’erano nocciole, naturalmente, e neanche una bacca qualsiasi. Mangiucchiò un po’ di acetosella e bevve l’acqua di un torrentello che attraversava il sentiero, e sulla sponda trovò tre fragole selvatiche, ma non era certo un gran che.
Continuarono ad avanzare. Il sentiero accidentato disparve. I cespugli, e i lunghi fili d’erba tra i massi, le macchie di trifoglio brucato dai conigli, il timo, la salvia, la maggiorana, e le gialle rose di roccia, tutto svanì, e si trovarono in cima a un vasto, ripido pendio di pietre ammucchiate, residui di una frana. Quando cominciarono a scendere, terriccio e pietrame rotolarono in basso sotto i loro piedi; ben presto schegge di pietra più grosse cominciarono a precipitare a valle rumorosamente, facendo a loro volta cadere e rotolare le pietre sottostanti; poi fu la volta di grossi blocchi di roccia che, scalzati, andarono a infrangersi sul fondo sollevando polvere e fragore. Dopo non molto, tutto il pendio sopra e sotto di loro parve muoversi, ed essi sdrucciolarono via, stretti tutti insieme, in una confusione paurosa di lastroni e pietre che scivolavano, rimbalzavano, si infrangevano.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Dalla Padella alla Brace, The Misty Mountains by FoxInShadow on DeviantArt}
-Ancalagon