The Red Book contains a large number of verses. A few are included in the narrative of the Downfall of the Lord of the Rings, or in the attached stories and chronicles; many more are found on loose leaves, while some are written carelessly in margins and blank spaces. Of the last sort most are nonsense, now often unintelligible even when legible, or half-remembered fragments. From these marginalia are drawn Nos. 4, II, 13; though a better example of their general character would be the scribble, on the page recording Bilbo’s When winter first begins to bite:
The wind so whirled a weathercock
He could not hold his tail up;
The frost so nipped a throstlecock
He could not snap a snail up.
‘My case is hard’ the throstle cried,
And ‘All is vane’ the cock replied;
And so they set their wail up.
The present selection is taken from the older pieces, mainly concerned with legends and jests of the Shire at the end of the Third Age, that appear to have been made by Hobbits, especially by Bilbo and his friends, or their immediate descendants. Their authorship is, however, seldom indicated. Those outside the narratives are in various hands, and were probably written down from oral tradition.
{J. R. R. Tolkien, The Adventures of Tom Bombadil, Preface, Song Thrush illustration by Bruce Richardson on Dribbble}
Nel Libro Rosso si trovano molte poesie. Alcune di queste sono comprese nella narrazione della Caduta del Signore degli Anelli, o nelle storie e cronache ad essa collegate; molte altre si trovano su pagine sciolte, e altre ancora sono scribacchiate sui margini o negli spazi bianchi. Di queste ultime, la maggior parte sono poesie prive di significato (e oggi praticamente inintelligibili anche quando risultino leggibili) oppure frammenti ricordati a metà. Da questi marginalia provengono le poesie numero 4, 11 e 13; anche se un esempio migliore del loro carattere generale si può rinvenire nell’abbozzo della poesia di Bilbo “Quando l’inverno comincia a mordere”:
Il vento facea il gallo segnavento turbinare
Al punto che la coda non riusciva a tener su;
E il tordo che la brina faceva sì gelare
Lumache e chioccioline non riusciva a beccar più.
“È duro assai il mio caso!” il tordo lamentò,
E “Tutto quanto è vano” il gallo replicò;
Da allora il loro gemito non si fermò mai più.
La presente raccolta è tratta dai pezzi più antichi, che riguardano per lo più leggende e gesta della Contea alla fine della Terza Era, e che pare siano stati composti dagli Hobbit, in particolare da Bilbo e i suoi amici, o dai loro diretti discendenti. La loro paternità, comunque, è raramente indicata. Le poesie estranee alla narrazione sono di mani diverse e sono probabilmente la trascrizione su carta di una tradizione orale.
{J. R. R. Tolkien, Le Avventure di Tom Bombadil, Prefazione dell’autore, Song Thrush illustration by Bruce Richardson on Dribbble}
-Ancalagon

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