Bilbo era sfuggito agli Orchi, ma non sapeva dove si trovava. Aveva perso cappuccio, mantello, cibo, pony, bottoni e amici. Continuò a girovagare, finché il sole cominciò a tramontare a ovest – dietro le montagne. Queste proiettavano la loro ombra sul suo cammino, ed egli dapprima si guardò indietro, poi guardò avanti, e poté vedere di fronte a sé solamente giogaie e pendii che degradavano verso bassipiani e pianure intraviste qua e là tra gli alberi.
 «Santo cielo!» esclamò. «Pare proprio che io sia arrivato dall’altra parte delle Montagne Nebbiose*, al confine della Terra Remota. Vorrei solo sapere dove sono andati a finire Gandalf e i Nani! Spero proprio che non siano ancora là dentro, in mezzo agli Orchi».
 *Secondo T.A. Shippey, Tolkien derivò il nome Montagne Nebbiose dal poema <<Skirnir-mal>> (La ballata di Skirnir), che fa parte dell’Edda poetica.
 Skirnir, che è stato mandato a rapire la figlia di un Gigante, parla con il suo cavallo; Shippey traduce parte di questo discorso nel modo seguente: <<Siamo fuori dalle tenebre, io dico che adesso è affar nostro procedere oltre le Montagne Nebbiose, al di là delle tribù degli Orchi; torneremo indietro tutti e due insieme oppure catturerà entrambi, quell’Orco potente>> (The Road to Middle-earth, p.55).
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Dalla Padella alla Brace, Far Over the Misty Mountains Cold by Justinoaksford on DeviantArt}
-Ancalagon

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