I quattro Hobbit varcarono l’ampia soglia di pietra e si arrestarono, abbagliati. Erano in una stanza lunga dal soffitto basso, illuminata a giorno da lampade che oscillavano appese alle travi della volta, mentre sul tavolo di lucido legno scuro un’infinità di candele alte e gialle ardevano allegramente. Su una sedia all’altra estremità della stanza sedeva una donna. La lunga chioma bionda le scendeva sulle spalle; la sua veste era verde, del verde dei giovani germogli, tempestata di argentee perle di rugiada; e la cintura d’oro pareva una catena di gigli incastonata di non-ti-scordar-di-me. Ai suoi piedi, migliaia di candidi gigli galleggiavano in vasi di ceramica verde e marrone, pari a un piccolo lago intorno a un trono. «Siate i benvenuti, cari ospiti!», disse; e a quella voce gli Hobbit capirono che era la stessa limpida voce che avevano sentito cantare poco prima.
{J.R.R.Tolkien, Il Signore degli Anelli, Nella casa di Tom Bombadil, Goldberry 2 by kimberly80 on DeviantArt}
-Lúthien Tinúviel