Con un balzo Gollum si alzò e si mise in marcia a forte andatura. Bilbo si affrettò a seguirlo, ancora con prudenza, benché la sua paura maggiore fosse ora di inciampare in un’altra sporgenza e di cadere rumorosamente. La testa gli girava per la speranza e la meraviglia. Pareva che l’anello che aveva fosse magico: rendeva invisibili! Naturalmente aveva sentito parlare di queste cose, nelle antiche leggende; ma era difficile credere che ne avesse realmente trovato uno, così per caso. Eppure era proprio la verità: Gollum coi suoi occhi luminosi lo aveva oltrepassato, correndo a meno di un metro di distanza da lui.
 Avanzavano, Gollum davanti dondolandosi come un’anatra, sibilando e imprecando; Bilbo dietro, silenzioso come solo uno Hobbit può esserlo. In breve arrivarono a un tratto del tunnel dove, come Bilbo si era accorto scendendo, si aprivano dei passaggi laterali, alcuni da una parte e altri dall’altra. Gollum si mise subito a contarli.
«Il primo a sinistra, sì. Il primo a destra, sì. Il secondo a destra, sì, sì. Il secondo a sinistra, sì, sì». E così via e così via.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Indovinelli nell’Oscurità, Bilbo Baggins (Martin Freeman) and Gollum in Jackson’s latest Tolkien adaptation Illustration by Ron Kurniawan}
-Ancalagon

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