In un attimo Gollum gli fu sopra. Ma prima che Bilbo potesse fare qualcosa, riprendere fiato, tirarsi su, o brandire la spada, Gollum lo sorpassò, senza accorgersi affatto di lui, imprecando e sussurrando mentre correva.
 Che voleva dire tutto ciò? Gollum poteva vederci al buio. Anche da dietro Bilbo poteva vedere la luce dei suoi occhi che scintillavano fiochi. Penosamente si rialzò, e rimise nel fodero la spada, che ora brillava di nuovo debolmente, poi si mise a seguire Gollum con molta prudenza. Non c’era altro da fare, a quel che pareva. Non aveva senso strisciare di nuovo laggiù, al lago di Gollum. Forse, se lo seguiva, costui avrebbe potuto portarlo, non volendo, a qualche via di salvezza.
 «Maledetto! Maledetto! Maledetto!» sibilava Gollum. «Maledetto quel Baggins! È scomparso! Che cos’ha in tasssca? Oh sì che indoviniamo, tesoro mio. L’ha trovato, sì l’ha trovato per forza, il mio regalo di compleanno».
 Bilbo drizzò le orecchie. Finalmente cominciava a indovinare anche lui. Si affrettò un poco, avvicinandosi quanto più osò dietro a Gollum, che andava ancora di corsa, senza guardarsi indietro, ma volgendo la testa ora da un lato ora dall’altro, come Bilbo poteva vedere dal debole bagliore riflesso sulle pareti.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Indovinelli nell’Oscurità, Gollum e Bilbo by Andrea Ranghos}
-Ancalagon

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