Sorprendere dalle spalle era un vecchio trucco di Gollum, raramente fallito. Ma questa volta, sopraffatto dagli antichi rancori, aveva commesso l’errore di parlare e gongolare prima di aver ben salda fra le due mani la gola della vittima. Tutto il suo bel piano era andato male dal momento in cui, nel più fitto dell’oscurità, era apparsa inattesa quella orribile luce. Ed ora si trovava a faccia a faccia con un nemico furibondo, poco più piccolo di lui. Questa lotta non gli si confaceva. Sam, con un ampio gesto, sollevò la spada; Gollum mandò uno strillo acuto, e saltando da una parte fuggì via carponi con balzi di rana. Prima che Sam potesse colpirlo egli correva già con rapidità stupefacente in direzione della galleria. L’Hobbit lo inseguì brandendo la spada. Per un attimo aveva obliato ogni cosa, accecato da una furia cocente e dal desiderio irrefrenabile di uccidere Gollum. Ma questi scomparve prima che riuscisse a raggiungerlo. Allora, in piedi davanti al foro nero, odorando il fetido lezzo, Sam fu colpito come da un fulmine: il pensiero di Frodo e del mostro. In un baleno si voltò, precipitandosi su per il sentiero, chiamando ripetutamente il padrone. Ma era troppo tardi. Sinora il piano di Gollum era riuscito.
{J.R.R Tolkien, Il Signore degli Anelli, La tana di Shelob, photo by Mona on Pinterest}
-Lúthien Tinúviel

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