Gollum viveva, per la precisione, sopra un isolotto roccioso e sdrucciolevole in mezzo al lago. Ora stava osservando Bilbo di lontano coi suoi pallidi occhi telescopici. Bilbo non poteva vederlo, ma lui era molto incuriosito da Bilbo, perché poteva facilmente constatare che non aveva niente a che fare con un Orco.
Gollum salì in barca e sfrecciò via dall’isolotto, mentre Bilbo sedeva sulla riva, tutto abbattuto per essere giunto ormai alla fine del proprio cammino e delle proprie risorse. Improvvisamente ecco arrivare Gollum, sussurrando e sibilando:
 «Benedicici e aspergici, tesssoro mio! Mi sssa che quesssta è carne di prima scelta; finalmente un bocconcino prelibato, gollum!». E quando disse gollum inghiottì, con un orribile rumore di gola. Era questa la ragione del suo nome, sebbene egli chiamasse sempre se stesso «mio tesoro*».
 *Nella prima edizione dell’Hobbit (1937) Gollum usa l’espressione <<my precious>> (mio tesoro) solo con riferimento a se stesso. Nella seconda (1951), nella quale il ruolo di Gollum è notevolmente cambiato, la frase potrebbe essere interpretata come se si riferisse all’anello: ciò che si ripete spesso nel Signore degli Anelli.
Costance B. Hieatt ha notato che <<il vocabolo gull/goll dell’antica lingua norvegese – di cui gollum potrebbe essere un caso di declinazione – significa “oro, tesoro, qualcosa di prezioso”, e può anche significare “anello”, un dato che Tolkien avrebbe potuto tenere presente>>.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Indovinelli nell’Oscurità, My Precious! by Grees on Fur Affinity}
-Ancalagon

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