A Sam, seduto nella barca di testa, fu assegnato il compito di sentinella. Proteso in avanti, scrutava le tenebre. La notte si fece fitta, ma le stelle lassù erano stranamente luminose, e sulla superficie del Fiume vi era come un luccichio. Mancava poco alla mezzanotte, e da qualche tempo si erano abbandonati alla corrente, senza quasi adoperare le pagaie, quando all’improvviso Sam lanciò un grido. A pochi metri di distanza delle forme cupe si ergevano nelle acque, e alle sue orecchie giungeva il fragore di flutti vorticosi. Una corrente rapida trascinava a sinistra, verso la riva orientale ove il letto era sgombro. Mentre le loro barche venivano portate dai flutti in quella direzione, i viaggiatori videro, a brevissima distanza, la pallida schiuma del Fiume lambire delle rocce aguzze che giganteggiavano in mezzo al corso d’acqua come una fila di denti. Le barche erano ammucchiate una contro l’altra.
 «Ehi, Aragorn!», urlò Boromir, mentre la sua imbarcazione urtava la capofila. «È una follia! Non possiamo avventurarci nelle Rapide di notte! Nessun vascello resiste a Sarn Gebir, che sia notte oppure giorno».
 «Indietro! Indietro!», vociò Aragorn. «Voltate! Voltate se vi riesce!». Immerse il suo remo nei flutti, tentando di arrestare la barca e di farla girare su se stessa.
 «I miei calcoli erano tutti sbagliati», disse a Frodo. «Non avevo idea che fossimo giunti così lontano: l’Anduin scorre più veloce di quanto non credessi. Sarn Gebir dev’essere ormai vicino».
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Il Grande Fiume, Sarn Gebir Rapids by kovah on DeviantArt}
-Ancalagon

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