Davanti a loro apparve ora un bagliore di luce rossa. Gli Orchi si misero a cantare, o meglio, a gracidare, accompagnandosi col battito dei piedi sulla pietra e scuotendo ritmicamente i loro prigionieri.
Afferra e spezza! Voragine nera!
Acciuffa, sbatti! Poi spazza a bufera!
E giù degli Orchi nel tetro palazzo
tu finirai, ragazzo!
Cozza, sfonda, fracassa, batti, pesta!
Martelli e mazze! Sonagliere a festa!
Picchia, colpisci, giù giù sotto il suolo!
Oh! mio figliolo!
La frusta sibila, sferza, poi schiocca!
Colpisce, e un gemito t’esca di bocca!
Cammina alacre e non t’arresta;
già gli Orchi trincano e fanno festa
ebbri essi danzano in giro pazzo
sottoterra, ragazzo!
Una cosa spaventosa. La pareti riecheggiarono l'”Afferra e spezza!” e il “batti, pesta!” e il sinistro sghignazzare del loro “sottoterra, ragazzo!” Il significato generale della canzone era fin troppo chiaro; infatti a un certo punto gli Orchi tirarono fuori le fruste, e le schioccarono facendole sibilare e sferzare, e così costrinsero tutti quanti a correre a più non posso davanti a sé; e più di un Nano già gemeva come un matto, quando entrarono barcollando in una grossa caverna.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Su e Giù, Orc by Richard Sullivan}
-Ancalagon