Ed ecco saltar fuori gli Orchi, Orchi grossi, Orchi enormi e brutti, Orchi a non finire*, prima che si potesse dire massi e sassi. Ce n’erano almeno sei per ogni Nano, e perfino due per Bilbo; e furono tutti agguantati e trascinati attraverso la fessura, prima che si potesse dire miccia e acciarino. Tutti tranne Gandalf, però. L’urlo di Bilbo era servito almeno a questo. Lo aveva completamente svegliato in una frazione di secondo, e quando gli Orchi gli si avvicinarono per agguantarlo, nella grotta ci fu un bagliore terribile come un lampo, un odore come di polvere da sparo, e molti di essi caddero morti.
 *Gli Orchi (Goblin) di Tolkien assomigliano a quelli della Princess and the Goblin (La Principessa e l’Orco, 1872) di George Macdonald, ma con alcune sensibili differenze. Gli Orchi di Macdonald hanno piedi delicati e molto vulnerabili (<<cosa alla quale non ho mai creduto>> disse Tolkien nel 1954) e, mentre essi fuggono al suono della poesia, gli Orchi di Tolkien cantano poesie di quello stesso genere ritmico ed esclamativo che quelli di Macdonald tanto detestavano.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Su e Giù, The Princess and the Goblin by George MacDonald, illustrated by Jessie Willcox Smith, 1920}
-Ancalagon

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