Il cuore di Legolas correva sotto le stelle di una notte d’estate, in qualche radura in mezzo ai boschi di faggi del Nord; Gimli immaginava tra sé di lavorare l’oro, chiedendosi se fosse adatto per ornare la custodia del dono di Galadriel. Merry e Pipino erano a disagio nel mezzo della barca, perché Boromir non faceva che mormorare sottovoce, a volte mordendosi le unghie, come roso dal dubbio o dall’irrequietezza, a volte afferrando un remo ed avvicinando la barca a quella di Aragorn. D’un tratto Pipino, che sedeva a prua voltato all’indietro, colse uno strano bagliore nei suoi occhi, mentre egli curvo in avanti scrutava Frodo. Sam aveva da tempo decretato dentro di sé che, pur non essendo forse pericolose come gli avevano insegnato da bambino, le barche erano di gran lunga più scomode di quanto non immaginasse. Si sentiva aggranchito e infelice, non avendo altro da fare che guardare le campagne d’inverno scorrere via, e le grigie acque intorno a sé. Anche quando le pagaie venivano adoperate, a Sam non ne affidavano mai nessuna.
 Il crepuscolo stava calando sul quarto giorno, ed egli guardava indietro, oltre le teste curve di Frodo e di Aragorn, oltre la fila di barche; era sonnolento, e pensava con nostalgia all’accampamento ed alla presenza della terra ferma sotto i piedi. D’un tratto qualcosa attirò il suo sguardo: da principio Sam guardò distrattamente, poi si sedette diritto strofinandosi gli occhi; ma quando guardò di nuovo con maggior attenzione, non vide più nulla.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Il Grande Fiume, The Great River Anduin by Gianna Michele Kaye}
-Ancalagon

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